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Tesoro sotto assedio partiti per cessione Mps a UniCredit

Il logo di Monte dei Paschi di Siena presso una filiale a Roma

di Giuseppe Fonte e Valentina Za

ROMA (Reuters) - Il Tesoro è assediato dai partiti di maggioranza che chiedono garanzie per i dipendenti del Monte dei Paschi di Siena e l'economia locale di Siena, dopo che il ministero è entrato in trattative esclusive per vendere la banca toscana a UniCredit.

Il governo detiene il 64% di Mps in virtù del salvataggio da 5,4 miliardi di euro del 2017 e ha promesso alle autorità europee di privatizzare la banca entro metà 2022. La ricerca di un partner strategico è diventata ancora più pressante da quando è emerso che Mps necessita di nuovo capitale per 2,5 miliardi - una situazione di fragilità messa nero su bianco dagli esiti degli stress test venerdì.

Scoprendo le carte col mercato, UniCredit il 29 luglio ha ufficializzato i colloqui col Tesoro per l'acquisto di "parti selezionate" di Mps.

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L'avvio dei negoziati, che dureranno 40 giorni salvo proroghe, ha sollevato una valanga di richieste di chiarimento a livello politico, tanto che il ministro dell'Economia Daniele Franco dovrebbe svolgere un'informativa alla Camera nella giornata di mercoledì, o comunque in settimana.

"Aspettiamo di sentire Franco prima di qualsiasi valutazione. Non condividiamo ipotesi di spezzatino per Mps. Vanno salvaguardati i lavoratori, il radicamento territoriale e il marchio della banca. E bisogna discutere un progetto di rilancio economico per Siena", ha detto a Reuters Antonio Misiani, responsabile economico del Pd nella segreteria di Enrico Letta.

A livello politico e sindacale il problema principale di un eventuale accordo con UniCredit sono gli esuberi che, secondo una fonte vicina al dossier, potrebbero ammontare a circa un terzo dei 21.000 dipendenti di Mps, superando i 4.800 tagli del precedente piano.

"Tagliare 6.000-7.000 posti di lavoro è semplicemente impensabile. I lavoratori hanno bisogno di garanzie", ha detto a Reuters Giulio Centemero, deputato della Lega.

Gli stretti legami tra Mps e politica sono noti da tempo. Siena, dove la direzione generale del Monte impiega circa 1.400 persone (4.000 considerando anche le sedi distaccate), è una roccaforte storica del Pd.

Adesso la posta in gioco è ancora più alta perché Letta si è candidato a Siena alle elezioni suppletive di ottobre per ottenere un seggio in parlamento. Se eletto, prenderà il posto di Pier Carlo Padoan, dimessosi da deputato per diventare presidente di UniCredit, dopo che da ministro dell'Economia in un governo a guida Pd negoziò con l'Europa il salvataggio di Mps.

"TERMINI DIFFICILI"

Come in altre ristrutturazioni bancarie, gli esuberi saranno gestiti ricorrendo a prepensionamenti finanziati tramite l'apposito fondo di categoria e utilizzando il massimo consentito dalla legge, vale a dire i sette anni di anticipo rispetto alla maturazione dei requisiti.

Ipotizzando un costo medio di 200.000 euro a dipendente, il governo potrebbe dover rifinanziare il fondo con oltre 1,4 miliardi di euro.

"Dobbiamo calcolare quanto costeranno ai contribuenti le difficili condizioni poste da UniCredit e valutare soluzioni alternative", ha detto Centemero.

L'amministratore delegato di UniCredit Andrea Orcel è stato chiaro: l'acquisizione del perimetro selezionato di Mps può avvenire solo a condizione che i coefficienti di capitale della seconda banca italiana restino inalterati e l'operazione ne aumenti l'utile per azione di almeno il 10%.

Le condizioni sono onerose per lo stato ma c'è un precedente: per l'acquisto a 1 euro degli asset sani di Veneto Banca e Popolare Vicenza Intesa ottenne 4,8 miliardi dallo stato e fino a 12,4 miliardi in garanzie nel 2017.

Lo stato dovrà anche farsi carico dei crediti deteriorati e dei rischi legali straordinari di Mps, mentre una fonte vicina al dossier spiega che il Tesoro non vede ragioni perché l'Europa imponga agli obbligazionisti di Mps di compartecipare agli oneri della cessione, in base alle regole europee sul cosiddetto 'burden sharing'.

L'ultima parola su Mps spetta al presidente del consiglio Mario Draghi, che non è attivamente coinvolto nei colloqui con UniCredit, dicono da Palazzo Chigi.

Secondo una fonte governativa, il Tesoro farà il possibile per limitare gli esuberi e punta a preservare il marchio di Mps.

La tutela del marchio può avvenire in varie forme, conservandolo in parte della rete di sportelli toscana, oppure a livello di Fondazione Mps che potrebbe essere rafforzata.

C'è inoltre l'impegno a sostenere l'economia del territorio con varie misure: il settore farmaceutico toscano potrebbe essere sostenuto con nuove iniziative, spiega la fonte.

(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Milano Sabina Suzzi)