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Thailandia, caccia all'erede Red Bull che uccise un poliziotto

Vorayuth Yoovidhya
Vorayuth Yoovidhya

Il 35enne Vorayuth Yoovidhya, l’erede dell’impero di Red Bull, è ormai ricercato anche dall’Interpol che ha diramato un mandato di cattura di allerta massima dopo che otto anni fa, ubriaco e sotto effetto di cocaina, aveva travolto il poliziotto Wichian Klanprasert con la sua elegante Ferrari.

Il thailandese nel luglio scorso era stato assolto perché le accuse pubbliche erano state ritirate, ora è nuovamente indagato a causa di una mobilitazione nel paese senza eguali. La procura ha infatti riaperto le indagini a settembre accusando Yoovidhya di “guida spericolata con vittima” e per “uso di cocaina”.

“Dobbiamo fare tutto il possibile per riportarlo in Thailandia, perché il suo reato è molto grave”, comunica un portavoce della Polizia.

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L’incidente ed il mancato soccorso

Era il 3 settembre 2012 quando Vorayuth, di ritorno da una serata con amici, investì nel centro di Bangkok la moto del sergente 47enne Wichian Klanprasert. “Boss” Yoovidhya tornò a casa senza prestare soccorso e pochi giorni dopo iniziarono le indagini. Tra versioni contrastanti e media che cercarono di non piazzare il colpo sul nipote del magnate della Red Bull, l’uomo dichiarò prima che alla guida c’era il suo tuttofare, che aveva accettato di prendersi la colpa. Tre mesi dopo ritrattò, e fu accusato anche di falsa testimonianza.

Più volte assente alle convocazioni della Polizia, nel 2017 scappò dalla Thailandia poco prima che venisse spiccato il mandato d’arresto internazionale. Oggi, come tre anni fa, nessuno sa che fine abbia fatto il 35enne, l’ultima volta visto in Canada.

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