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Tim, Genish chiude su piano Elliott, pieno supporto dal cda

di Stefano Rebaudo

MILANO (Reuters) - Il ceo di Telecom Italia (Tim), Amos Genish, ufficializza l'archiviazione di buona parte del piano originario del fondo Elliott, che ha nominato la maggioranza del cda all'ultima assemblea del 4 maggio, mettendo il primo azionista Vivendi in minoranza.

Non ci sarà quindi la cessione della controllata delle torri Inwit, bisogna mantenere il controllo della rete fissa e, per quanto riguarda la cedola, le risorse vanno utilizzate primariamente per gli investimenti.

Tim Participacoes non è in vendita e serve cautela se dovrà partecipare al consolidamento in Brasile.

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Lo ha detto lo stesso Genish, nella conference call con gli analisti, aggiungendo di avere il sostegno del cda.

"Mente aperta", però, sull'ipotesi quotazione in borsa della rete fissa.

Elliott che all'ultima assemblea ha dichiarato una partecipazione dell'8,85%, peraltro acquistata con margini e con un'ampia protezione di opzioni put e call, ha raccolto adesioni alla sua proposta di rinnovo del consiglio con un progetto piuttosto aggressivo che vedeva cessioni e un rapido ritorno al dividendo. Poi in prossimità dell'assemblea in cui si è votato il rinnovo del cda ha detto che aderiva al piano del ceo.

Secondo alcune fonti, senza questa mossa una parte dei voti si sarebbe spostata sulla lista Vivendi, primo socio del gruppo con il 23,9% del capitale, che, nella nomina del nuovo consiglio, ha perso di misura contro il fondo.

Genish all'assemblea precedente aveva ricevuto il sostegno del 60% circa del capitale.

NESSUNA PREOCCUPAZIONE PER POSSIBILE GOVERNO LEGA-5 STELLE

Mentre continuano le consultazioni per la formazione di un governo guidato da Lega e 5 Stelle, Genish dichiara che un cambio della guardia non preoccupa Tim e i suoi piani.

Il ceo, che si è consultato a più riprese con il ministro dello Sviluppo dell'esecutivo uscente, Carlo Calenda, sta portando avanti un'operazione di separazione della rete fissa, con il suo conferimento a una società controllata al 100%.

"Penso che sia nell'interesse di qualsiasi governo lasciare che il mercato evolva e consentire alle società di investire nell'infrastruttura, non sono preoccupato del cambiamento legato all'arrivo di un nuovo governo", ha detto Genish, rispondendo a un analista che chiedeva quale sarebbe stato l'impatto sul piano per la rete di un esecutivo Lega-5 Stelle.

PER GENISH C'E' PIENO SUPPORTO DEL CDA

Le voci su un'uscita di Genish dal gruppo sono iniziate con la notizia dell'ingresso di Elliott nel capitale e proseguono ora, con molti investitori che si chiedono se il fondo, o meglio i consiglieri nominati dal fondo, rinunceranno a portare avanti un piano aggressivo di cessioni per far salire rapidamente la quotazione del titolo.

L'uscita di Vittorio Colao da Vodafone alimenta le speculazioni, con qualche analista che lo vede alla guida di Tim, ma i nomi dei possibili candidati proseguono.

Le affermazioni del ceo di oggi sembrano però escludere questa prospettiva.

"La mia sensazione è che ci sia il pieno sostegno del cda, c'è il sostegno del nuovo presidente (Fulvio Conti, consigliere di nomina Elliott)", ha detto Genish.

"Elliott ha detto chiaramente durante l'assemblea che non c'è alternativa all'attuale piano, non stiamo lavorando a nessuna variazione del piano", ha aggiunto.

MENTE APERTA SU IPO RETE, MA MANTENERE CONTROLLO

Per quanto riguarda la rete fissa è iniziato un processo con l'autorità per le telecomunicazioni AgCom, che il ceo immagina concluso "entro fine anno", con un inizio delle consultazioni pubbliche il mese prossimo.

A marzo Telecom Italia ha notificato ad AgCom l'intenzione di separare la rete.

Ma Tim "non intende cedere il controllo".

Questa presa di posizione non esclude una fusione con Open Fiber, operatore di rete concorrente, controllato da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ed Enel, richiesta a gran voce dalle forze politiche e, in un primo momento, implicita nel piano Elliott.

Il sentiero per arrivare a una possibile integrazione é probabilmente più stretto, ma resta aperto anche se Tim volesse continuare ad avere il controllo.

Peraltro Genish non considera che Cdp, che detiene il 4,8% di Tim ed è un azionista rilevante del suo concorrente nella rete, Open Fiber, sia in una posizione di conflitto di interessi. Cdp é a favore di un progetto, sostenuto anche da tutte le forze politiche, di una rete unica nazionale in fibra ottica con tecnologia Ftth (fiber to the homer).

"Cdp è un investitore finanziario, non penso ci sia nessun conflitto", ha detto Genish.

Al momento se Tim dovesse liberarsi di una degli asset più preziosi, la rete fissa, avrebbe probabilmente problemi nel mantenimento del rating del debito.

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