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Tim vola a Piazza Affari (+30%) su opa Kkr. Vivendi: "Offerta insufficiente"

The Telecom Italia (TIM) logo is pictured at the company's headquarters prior to the shareholders' meeting of Italian telecommunications company Telecom Italia (TIM) on March 29, 2019 in Rozzano, south of Milan. (Photo by Miguel MEDINA / AFP)        (Photo credit should read MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images) (Photo: MIGUEL MEDINA via Getty Images)
The Telecom Italia (TIM) logo is pictured at the company's headquarters prior to the shareholders' meeting of Italian telecommunications company Telecom Italia (TIM) on March 29, 2019 in Rozzano, south of Milan. (Photo by Miguel MEDINA / AFP) (Photo credit should read MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images) (Photo: MIGUEL MEDINA via Getty Images)

Tim vola in Borsa con la proposta di opa a 5,05 euro fatta da Kkr. Il titolo, che aveva chiuso a 0,34 euro venerdì, entra negli scambi di Piazza Affari con un rialzo del 27% e chiude la seduta con un +30,2% che porta il prezzo vicino al valore dell’opa. Ma Vivendi non ci sta. “Vivendi resiste all’offerta di KKR su Telecom Italia”; scrive Les Echos, spiegando che l’azienda francese entrata nel capitale di Telecom Italia nel 2014, “controlla circa 24% del gruppo. Sia per motivi finanziari sia per motivi strategici, non sembra al momento voler vendere la sua quota”.

Il prezzo dell’opa (per ora solo in una manifestazione di interesse non vincolante e indicativa) a 50,5 centesimi implica un premio del 46% rispetto alla chiusura di venerdì ma il fondo “potrebbe essere costretto a salire” commentano gli analisti mentre in preapertura il titolo schizza in rialzo del 15% (circa 5 centesimi in più rispetto all’ultimo prezzo). “L’offerta è ben al di sopra della media dei recenti deal che è del 20%, ma solo del 7% superiore al picco del 2021 del titolo Tim in Borsa - commenta un analista - Vivendi potrebbe spingere per avere di più, visto il prezzo medio di 1 euro per azione pagato per la sua quota del 24%” e puntare a 83 centesimi per azione. Intanto Hsbc alza il suo giudizio e consiglia di comprare. Consob vigila ma è nelle attese che le quotazioni oggi risalgano, andando ad allinearsi all’offerta.

Dopo mesi “di intensa incertezza operativa e strategica” la mossa di Kkr ha dato una scossa al titolo e ora si attendono le reazioni delle controparti, in particolare di Vivendi “ma essendo il livello minimo di accettazione dell’offerta il 51% potrebbe aver successo anche se i francesi non apportassero le loro azioni” suggerisce Ubs che, solo per l’interesse che si è svegliato intorno al gruppo alzano il target price a 0,5 euro. Guardando più avanti e alle strategie dietro il progetto del fondo Usa gli analisti di Ubs invitano a cambiare prospettiva e “dopo anni di dibattito sulla “separazione di rete”, forse il dibattito giusto dovrebbe essere piuttosto sulla “separazione dei servizi” (supponendo che sia una parte dell’attività che può essere ceduta, o in alternativa, scorporata)”. A lungo termine il progetto, che trova l’appoggio del Governo perchè si allinea ai piani del Recovery, potrebbe essere appunto quello di mettere la Rete in fibra a disposizione per rivoluzionare le tlc secondo il modello già usato per la privatizzazione del settore energia, quando Enel cedette il pacchetto di controllo di Terna e fare uno ‘spezzatino’ delle ‘factory’ di gruppo. Al di là del prezzo dell’offerta questo potrebbe essere un punto di partenza di una trattativa anche con Vivendi, il cui progetto di media company europea guarda soprattutto a TimVision. Anche Jefferies alza a 50 centesimi il target price. “L’offerta indicativa di 11 miliardi di euro sottolinea l’ambizione e la capacità del private equity di cogliere le opportunità di valore del mercato nel settore delle telecomunicazioni”. I potenziali ostacoli “sono il tema della concorrenza (con l’influenza materiale di CDP su due reti fisse) e Vivendi. Bene invece il sostegno del Governo, “lo status quo potrebbe non essere più politicamente accettabile” commentano gli analisti e qualcuno teme anche che nel medio termine Tim “potrebbe non essere in grado di mantenere i suoi attuali piani di investimento” nella Ftth dopo due revisioni della guidance. I piani di KKR per Tim dopo l’acquisizione non sono stati delineati ma il modello Terna è un’ipotesi su cui comincia a ragionare anche il mercato.

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Kkr vuole tutta Tim, opa amichevole. Un’opa sul 100% di Tim, è la mossa
a sorpresa del fondo americano Kkr. Le intenzioni sono “amichevoli” ma in cda i rappresentanti di Vivendi, primo azionista con il 23,8%, non l’hanno presa bene e si preannuncia battaglia. Alle spalle però c’è un Governo che pur senza schierarsi guarda al Piano Italia a 1 Giga e valuta come ‘positivo’ l’interesse per il Paese. “L’obiettivo del Governo è assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell’infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell’occupazione” ricorda il Mef. Quella che sembrava una ‘chiamata’ di Vivendi al Governo, che ha in mano la ‘golden power’, ribadendo di essere “un investitore di lungo termine” e “la propria disponibilità e volontà a collaborare con le autorità e le istituzioni pubbliche italiane per il successo a lungo termine di Tim” sembra ottenere una risposta per nulla preoccupata. “L’interesse di questi investitori a fare investimenti in importanti aziende italiane è una notizia positiva per il Paese - è la posizione del Ministero dell’economia -. Se questo dovesse concretizzarsi, sarà in primo luogo il mercato a valutare la solidità del progetto”. Concretamente sarà un Gruppo di lavoro composto dagli esponenti di Governo titolari delle competenze istituzionali principalmente coinvolte, oltre che dalle Amministrazioni e da esperti a seguire il dossier, e quindi lo stesso Daniele Franco, insieme a Vittorio Colao (Mitd) fino al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Roberto Garofoli. Per ora la manifestazione d’interesse del fondo americano non è vincolante, prima vuole avere accesso alla data room, con una due diligence che potrebbe durare 4 settimane e avere il “gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti”, ovvero assicurarsi che il Governo non eserciti la Golden Power. Tanto che anche altri fondi fanno sapere di aver aperto il dossier Tim: Advent e Cvc si dicono aperti al dialogo con tutti gli stakeholders per identificare in modo trasparente una soluzione di sistema per il rafforzamento industriale della società.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.