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Tim, sindacati contrari a cambio management, chiedono maggiore presenza Cdp

Sede di Tim a Roma

ROMA (Reuters) - I sindacati delle tlc chiedono al governo e a Tim di avere come priorità la difesa dei 40.000 posti di lavoro del gruppo delle telecomunicazioni, e di non fare salti nel buio cambiando l'attuale management.

Nei giorni scorsi, il fondo statunitense Kkr ha manifestato l'intenzione di lanciare una offerta di acquisto sul 100% delle azioni Tim.

In una nota, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil dicono di non aver nessun pregiudizio rispetto a Kkr mentre criticano l'operato del primo azionista di Tim, la francese Vivendi, e chiedono una maggiore presenza di Cdp, attualmente secondo socio con una quota appena sotto il 10%.

La mossa di Kkr arriva in un momento cruciale per l'AD del gruppo telefonico Luigi Gubitosi, sotto il fuoco delle critiche di Vivendi, che ha il 24% in Tim, dopo due profit warning in tre mesi.

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"Non è auspicabile un salto nel buio pensando che il cambio del management sia la medicina giusta per curare la malattia contagiosa che travolge da tempo l'intero settore delle telecomunicazioni", si legge nella nota.

I sindacati dicono di non aver nessun pregiudizio nei confronti di Kkr e criticano invece l'operato di Vivendi ritenendo che "in questi anni abbia generato e alimentato tensioni all'interno dell'azienda puntando ad indebolire i vari management che si sono succeduti".

Per questo motivo le organizzazioni dei lavoratori auspicano una maggiore presenza dello Stato in Tim tramite Cdp e chiedono al governo di valutare il ritorno al progetto di Rete unica.

(Francesca Piscioneri, in redazione a Roma Stefano Bernabei)