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Tim, Vivendi: Elliott vuole smantellare gruppo, contrario a strategia Genish

MILANO (Reuters) - Vivendi ribatte alle accuse di Elliott su Telecom Italia (Tim), affermando che il fondo Usa dice di sostenere l'AD Amos Genish, ma in realtà vuole imporre un nuovo corso focalizzato sullo smantellamento del gruppo.

E' quanto si legge in una nota del gruppo francese che il 24 aprile o il 4 maggio dovrà affrontare il rinnovo del consiglio, con il fondo attivista, titolare di un 8,8% del capitale, che probabilmente riuscirà a nominare la lista di maggioranza, grazie al consenso degli investitori istituzionali.

Elliott per riuscire a ottenere il consenso dell'assemblea dovrà però, come ha peraltro già annunciato in diverse occasioni, sostenere la strategia promossa da Amos Genish, AD di nomina Vivendi. I proxy adviser, punto di riferimento degli investitori nelle espressioni di voto, hanno infatti suggerito di pronunciarsi a favore del fondo Usa, ma anche di votare la nomina di Genish all'interno del consiglio.

Sarà probabilmente il tribunale a decidere, nei prossimi giorni, se il voto sul nuovo consiglio si terrà il 24 aprile o il 4 maggio. Ma anche se si andasse al rinnovo completo del cda il mese prossimo, Vivendi dovrà probabilmente accontentarsi di 5 consiglieri su 15, mentre alla lista Elliott dovrebbero andare 10 consiglieri.

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Vivendi, titolare del 23,9% di Tim, nella nota difende il suo operato, affermando di aver investito 4 miliardi e di aver portato una visione di lungo periodo al gruppo telefonico.

Le azioni, da giugno 2017, hanno sovraperformato l'indice Stoxx Europe 600 Telecom del 17%, aggiunge.

"Telecom Italia è un asset strategico italiano che ha bisogno di un management forte e un chiaro piano strategico di lungo termine", dice la nota Vivendi.

Nel promuovere la sua lista per il rinnovo del consiglio il 4 maggio, dice che Arnaud de Puyfontaine (AD Vivendi) sarà "presidente non esecutivo assicurando all'attuale CEO tutto lo spazio di manovra necessario per esercitare efficacemente il proprio ruolo".

Il gruppo cita poi analisi di broker che ammoniscono sui rischi legati "al cambiamento di timone della società".

"C'è il pericolo che la sottovalutazione per 9 miliardi di euro che vediamo nelle azioni di Telecom Italia venga sprecata a favore di Enel, CDP e degli interessi dei politici", aggiunge la nota Vivendi citando commenti dei broker.

Inoltre "il totale scorporo della rete non ha portato alla creazione di alcun valore in Nuova Zelanda, Repubblica Ceca o Stati Uniti", dice ancora con riferimento alla stessa fonte.

Elliott ha detto in diverse occasioni che Vivendi ha portato a una gestione poco efficiente del gruppo e che questo si riflette sulla bassa valutazione del titolo. Ha poi chiesto, tra l'altro, la separazione e quotazione in borsa della rete fissa e un'operazione M&A sul Brasile, mosse che sarebbero destinate a portare il valore delle azioni ben sopra un euro.

Ieri in un'intervista, il ministro dello Sviluppo Economico del governo uscente, Carlo Calenda, ha detto che Vivendi è stato un pessimo azionista Tim e che l'Italia ha bisogno di una rete unica e forte per mobilitare gli investimenti.

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