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Tokyo acquisterà bond Esm, borse caute. A Milano Generali protagonista

Le (Parigi: FR0000072399 - notizie) dichiarazioni del ministro delle finanze giapponese, Taro Aso, secondo cui il Giappone acquisterà bond emessi dal fondo di salvataggio Esm per aiutare la zona euro, sostengono poco le borse europee in avvio di seduta. L'intento di Tokyo è di collaborare alla risoluzione della crisi del debito e stabilizzare lo yen.

Taro Aso ha spiegato che il nuovo governo attingerà alle riserve di valuta straniera, ma non ha precisato il valore dei bond che intende acquistare. Il Giappone ha già acquistato in passato i bond emessi dal vecchio fondo salva Stati europeo, l'Efsf. "Stabilizzare la crisi finanziaria europea contribuirà alla stabilità delle valute, compreso lo yen, per questo abbiamo intenzione di continuare ad acquistare bond dell'Esm usando le riserve di valuta straniera", ha affermato Aso (Taiwan OTC: 8443.TWO - notizie) .

La volontà del Giappone di acquistare le obbligazioni che saranno emesse oggi, per la prima volta, dal Fondo salva Stati permanente sostiene la moneta unica che passa di mano a 1,3117 dollari da 1,3116 registrati a New York. Ma dopo che Wall Street ha chiuso la seduta di ieri in moderata flessione, restando in attesa dei risultati trimestrali di Alcoa (NYSE: AA - notizie) , che apriranno ufficialmente la stagione delle trimestrali delle blue chip a stelle e strisce, a Piazza Affari il Ftse Mib (Milano: FTSEMIB.MI - notizie) parte con un -0,29% a 16.847 punti.

Oggi non sono in agenda aste di titoli periferici. L'Italia tornerà sul mercato il prossimo 10 gennaio con un'asta da 8,5 miliardi di Bot a 12 mesi. Non verranno proposti i titoli a 3 mesi. In scadenza ci sono in totale 11,5 miliardi di titoli. Lo spread decennale Btp/Bund riparte da quota 283 e da un rendimento del Btp 10 anni al 4,35%, in leggera risalita dai minimi del novembre 2010 toccati la scorsa settimana.

Sul listino milanese Generali sale dello 0,56% a 14,44 euro dopo che con Ppf Group ha sottoscritto un accordo che definisce le condizioni per la conclusione della joint venture Gph che permetterà al Leone di ottenere il pieno controllo azionario e gestionale. Generali, che detiene già il 51% di Gph, acquisterà in due tranche da Ppf Group il rimanente 49% del capitale sociale a un prezzo di 2,521 miliardi. Gph cederà al contempo a Ppf Group le attività assicurative per il credito al consumo in Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakistan per 80 milioni.

Nell'ambito dell'operazione è stato inoltre definito uno scambio di partecipazioni senza esborsi monetari: la compagnia triestina acquisirà da Ppf Investments il controllo di Ppf Beta, la quale detiene indirettamente il 38,46% della società assicuratrice russa Ingosstrakh, mentre Ppf Group acquisirà il 27,5% detenuto da Generali nella società di gestione di fondi di investimento Ppf Partners, gestita da Ppf, nonché le quote del fondo Ppf Partners 1 Fund L.P. che fanno capo al gruppo italiano.

L'acquisizione avverrà in due tranche: entro il 28 marzo 2013 il Leone acquisterà da Ppf Group il 25% delle azioni di Gph per un controvalore di 1.286.000.000. L'ammontare sarà destinato al rimborso di circa il 51% del prestito obbligazionario di 400 milioni sottoscritto dalla compagnia ed emesso da una società controllata da Ppf Group nel 2009 e del 51% del finanziamento di 2,1 miliardi concesso, nel 2007, da un pool di banche finanziatrici a Ppf Group.

L'esborso netto complessivo per Generali sarà quindi di circa 1,1 miliardi. Le risorse per il pagamento del prezzo della prima tranche sono già a disposizione grazie anche all'emissione obbligazionaria subordinata di 1,25 miliardi del 5 dicembre 2012. Intorno al 31 dicembre 2014 Generali potrà rilevare, in virtù di un'opzione di acquisto, il restante 24% di Generali Ppf Holding per un valore di 1.234.560.000, con il contestuale rimborso del residuo ammontare del prestito obbligazionario e del finanziamento.

"Non penso che avremo bisogno di risorse esterne. Penso che sia gestibile", ha indicato in merito Mario Greco, ad di Generali, sottolineando che una parte della somme necessarie per pagare la seconda tranche arriverà dalla chiusura delle cessioni che la compagnia ha in programma. A questo proposito, ha aggiunto l'ad, Generali è in attesa di ricevere le offerte non vincolanti per Generali Usa Life Reassurance e Banca Bsi. "Non vedo ostacoli per le cessioni che forniranno somme addizionali".

E' stato anche riconosciuto a Ppf e alle sue banche finanziatrici un diritto di opzione di vendita della stessa partecipazione. In questi ultimi casi è prevista un'alternative exit che attribuisce a Generali il diritto di non acquistarla, optando per una procedura d'asta. In tal caso, il pagamento che Ppf riceverà per la seconda tranche non sarà alterato dall'effetto di un'eventuale asta.

Generali assumerà il pieno controllo gestionale di Gph con la facoltà di nominare il vertice manageriale al perfezionamento della prima tranche. Ppf Group, come socio di minoranza, avrà il diritto fino alla fine del 2014 di designare due degli otto membri del cda di Gph, rispetto all'attuale rappresentanza paritetica. E' stato infine concordato che a partire dal bilancio del 2013 e fino alla durata dell'accordo tra gli azionisti, Gph distribuirà agli azionisti il 66% dell'utile maturato. Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) ha agito in qualità di financial advisor di Generali in relazione a questa transazione.

"Con questa operazione eliminiamo ogni incertezza sulla nostra strategia di sviluppo in Europa centro-orientale e sulle risorse necessarie per il gruppo a realizzarla", ha commentato l'ad di Generali, Mario Greco, secondo il quale con il pieno controllo di Gpn la compagnia triestina potrà beneficiare "appieno" dei suoi investimenti e focalizzarsi nello sviluppo del core business, migliorando la sue posizione competitiva e la sua redditività.

Per gli analisti di Intermonte il prezzo pagato per l'uscita di Kellner dalla joint venture è in linea con le attese a 2,5/2,6 miliardi di euro e leggermente superiore alla loro stima. "L'operazione è positiva in quanto consente a Generali di prendere il totale controllo di Generali Ppf e della quota in Ingosstrack senza necessità di aumenti di capitale", aggiungono alla sim.

"L'effetto negativo sul parametro Solvency I dell'acquisto della prima tranche della partecipazione di Kellner è di circa circa 7 punti percentuali", calcolano gli esperti di Intermonte che confermano la raccomandazione outperform sul titolo Generali ma alzando il target price da 15,5 a 16,3 euro. Ma Greco non vede implicazioni per il solvency margin dalla transazione con Ppf né per i leverage ratio della compagnia.

Anche Bank of America ha alzato il prezzo obiettivo di Generali da 14,3 a 15 euro, mantenendo il giudizio buy. Equita ha invece ribadito buy con un prezzo obiettivo rivisto da 14 a 14,5 euro, sostenendo che è stato finalmente eliminato un fattore di incertezza.

Lo stesso ha fatto Banca Akros (target alzato da 13 a 14 euro, rating hold), pur rilevando che il multiplo pagato da Generali è 16 volte gli utili 2011, prima di considerare i dividendi concordati. "Un multiplo piuttosto costoso, ma potrebbe essere giustificato dalle prospettive di crescita dei sotto-penetrato mercati assicurativi dell'Europa orientale".

Inoltre per Banca Akros la cessazione della partnership con Kellner è positiva in quanto elimina definitivamente il rischio di esigenze di capitale per Generali nel breve termine per finanziare l'esercizio anticipato della put option. Insomma tutto è bene quel che finisce bene , "anche se ampiamente previsto nei contenuti . L'operazione è il secondo pilastro , il primo è la riorganizzazione delle attività italiane , della revisione strategica di Generali che sarà presentata il prossimo 14 gennaio a Londra, che consideriamo ancora un forte catalizzatore per l'azione , di cui consigliamo l'acquisto con un prezzo obiettivo a 16 euro", indicano anche gli analisti di Kepler.