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Toni spumeggianti soprattutto in Asia

L’ultimo giorno del mese di Maggio ha assunto toni spumeggianti in Asia stanotte.

Il principale merito sembra andare ai mercati locali cinesi, autori di un rally robusto, apparentemente a causa di crescenti attese di un inclusione delle A-shares nell’indice Morgan Stanley Asia, tra 2 settimane in occasione dell’Annual Market Classification Review. Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) , in una nota ripresa da Bloomberg ha aumentato la probabilità di quest’evento dal 50% al 70%. Non che si tratti di una particolare sorpresa. Di (KSE: 003160.KS - notizie) quest’inclusione si parla da mesi. Peraltro, l’impatto della “news” è stato con ogni probabilità esaltato, oltre che dall’effettivo incombere della Review, dal positioning alquanto difensivo sull’azionario cinese, come nota, in un altro pezzo, Bloomberg.

La nota osserva che l’ultima volta che lo short interest sul particolare veicolo analizzato era a questi livelli, lo scetticismo era giustificato, perchè di li a 2 mesi è iniziato il crollo di Shanghai. Ma, ovviamente, una cosa è un record di short interest alla fine di un bull market che ha più che raddoppiato la market cap degli indici, e una cosa è lo stesso livello osservato nel bel mezzo di una fase laterale successiva al crollo. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) primo caso si può ipotizzare che rappresenti una nicchia di investitori contrarian, a fronte di un sentiment e un positionig euforici, come nelle fasi finali di qualsiasi bolla. Nel secondo caso è probabilmente più rappresentativo del consensus.

Ciò detto, non ci piove che un posizionamento difensivo non è sufficiente, da solo, a produrre un rialzo. Serve un catalyst. Vedremo domani cosa diranno i PMI ufficiali. Dal punto di vista tecnico va però osservato che il movimento odierno ha fatto uscire Shanghai da un range assai stretto, durato 3 settimane .

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In forma anche Tokyo, grazie a dati macro, se non buoni, sopra il consenso. La produzione industriale di aprile ha sofferto meno delle attese del terremoto (+0.3% da prec +3.8% e vs attese per -1.5%), mentre la spesa per consumi è calata meno delle stime (-0.4% vs -1.3% atteso). Sempre sui minimi la disoccupazione di aprile, al 3.2%. Oltre a ciò, c’è trepidante attesa per i probabili annunci di Abe domani su IVA e budget supplementare.

Positivi gli altri indici ad eccezione di Sydney e Mumbay.

Col vento dell’Asia in poppa, l’Europa ha provato a costruire sugli esili (per via dei volumi) guadagni di ieri, ma ha fatto rapidamente la sua comparsa un lieve flusso di prese di beneficio, favorito da news macro non esaltanti:

  • Le retail sales tedesche di aprile hanno deluso (-0.9% da prec -1.4% e vs attese per +0.9%), anche se la disoccupazione ha continuato a scendere (6.1% vs 6.2% atteso).

  • Gli aggregati monetari Eurozone di aprile hanno rallentato. M3 è uscita a +4.6% da 5% e vs 5% atteso, mentre il più liquido M1 è passato da 10.1% a 9.7%. I loans alle aziende sono saliti di 5.5 bln, meglio del mese precedente (0.6 bln) ma il breakdown geografico segnala contrazione nella periferia europea (Italia e Spagna). Incremento analogo per i loans ai privati. In generale i progressi ci sono ma restano lenti e a macchia di leopardo. Speriamo in un contributo significativo,in particolare sulla circolazione del credito nella periferia europea, dalla prima TLTRO del 24 giugno.

In linea il CPI (Other OTC: CPICQ - notizie) flash di maggio (-0.1% da -0.2%, core a +0.8% da +0.7%).

Nel primo pomeriggio, lunga serie di dati anche in US:

  • Zero soprese dai dati di PCE inflation di aprile (dato core, misura prediletta della FED, stabile a 1.6%).

  • Reddito di aprile in linea a +0.4%, ma la spesa per consumi ha sorpreso in positivo (+1% vs +0.7% atteso).

  • Deludenti le 2 survey regionali. Il Chicago PMI di aprile è tornato sotto 50 (49.3 da prec 50.4 e vs attese per 50.5) e il Dallas Fed è ripiombato in profondo rosso (-20 da prec -13 ee vs atetse per -8).

  • Mediocre anche la consumer confidence di maggio (92.6 da prec 94.7 e vs attese per 96.1) grazie a un calo sostenuto della situazione corrente.

Nessuno di questi dati è un peso massimo. Detto questo, uno sguardo alle survey regionali non depone granchè bene per l’ISM manufacturing di domani: contrariamente a quanto osservato a marzo, le sei uscite finora sono tutte scese, anche se 2 solo marginalmente. A 50.8, non è che l’ISM abbia sto gran margine, prima di tornare nuovamente in territorio di contrazione, alimentando le consuete polemiche sull’opportunità di alzare i tassi.

Venerdì abbiamo ISM non manufactoring e payrolls. Diciamo che le prossime 72 ore sono, se non fondamentali, abbastanza importanti per definire le sorti del FOMC di giugno. I dati odierni hanno fatto calare la probabilità di un rialzo tra 2 settimane al 24%, minimo da 2 settimane. Resta sopra 50% la probabilità di una mossa entro il FOMC del 27 di luglio.

In attesa dei big data dei giorni prossimi, ci ha pensato la Gran Bretagna a movimentare il pomeriggio, con la comparsa di un paio di polls sul referendum del 23 giugno con il fronte “leave” in vantaggio. Le news (ammesso che di news si tratti) hanno ribaltato la situazione sul mercato dei cambi, dove il dollaro, che era in ritirata per via dei dati, ha ripreso il sopravvento sulla sterlina, ma anche sull’€.

Modesto l’impatto sugli altri asset, tranne che in Europa dove l’azionario ha colto l’occasione per correggere, e i bonds core per mettere a segno l’ennesimo vigoroso recupero. Particolarmente in difficoltà il settore bancario, apparentemente per la ripresa da parte di Bloomberg di un pezzo di Reuters di alcuni giorni fà.

Sul fronte tecnico, l’Eurostoxx future ha reagito al millimetro alla resistenza costituita dal massimo di aprile. L’ipotesi più plausibile al momento sembra un uscita dal triangolo, tramite un ulteriore consolidamento seguito da un breakout (evidenziato rudimentalmente dalla freccia bianca sul grafico). Come di recente, la tenuta della trendline rialzista è condizione per la prosecuzione dello scenario rialzista.

L’S&P a sua volta sta sentendo la resistenza in area 2100, e a questo punto deve evitare di configurare un doppio massimo, quadro che si completerebbe tornando sotto 2040.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online