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Il tono non è cambiato a Wall Street

Il tono non è cambiato a Wall Street, dopo la chiusura europea. Gli indici hanno continuato a scendere, per chiudere sui minimi di seduta. Il -1.8% dell’S&P 500 costituisce la peggior seduta dal 9 settembre scorso, mentre per trovare una variazione peggiore del -2.5% del Nasdaq (Francoforte: 813516 - notizie) dobbiamo andare indietro al giorno dopo la Brexit il 24 di Giugno. L’effetto della fiammata di voltatilità risalta ancora di più considerando che è avvenuto in un periodo particolarmente tranquillo.

Non bastassero i problemi di Trump, all’apertura della seduta asiatica è scoppiato un nuovo caso politico in Brasile. La testata O Globo ha riportato un coinvolgimento del Presidente Temer in un caso di corruzione di testimone. Apparentemente dei dirigenti di un azienda sotto processo avrebbero consegnato alla Corte suprema un nastro contenente la registrazione di un approvazione da parte di Temer di un pagamento al principale testimone del impeachment di Dilma Rousseff. Lo scandalo, ancora da accertare nella sua entità, ha trovato gli investitori totalmente impreparati. Le riforme intraprese dal Presidente avevano attratto grossi flussi e, a ieri, il Bovespa era salito del 12% da inizio anno (una delle borse migliori), il Real era su del 6% e il credit default swap era calato di 80 basis points. I numeri di fine seduta europea danno la dimensione dello shock : Bovespa -9.5%, Real -6.5%, e il CDS si è giocato 65 bps e scambia in area 270.

In considerazione di queste news, la seduta asiatica è stata tutto composta: solo Tokyo (principalmente a causa della fiammata dello yen) e lo HSCEI hanno mostrato perdite superiori all’1%. Sul fronte cinese i prezzi dell’immobiliare hanno dato timidi segnali di moderazione ad aprile, salendo in 58 delle principali 70 città, vs le 62 di marzo. Anche le vendite di case hanno rallentato, segno che le misure stanno impattando sui grandi centri. in Giappone, il GDP del primo trimestre è uscito sopra attese (+2.2% annualizzato vs 1.7% stimato) , grazie a consumi e esportazioni. Si tratta del quinto trimestre a fila di crescita positiva, il che per sorprendente che sia, costituisce il record dal 2006.

L’apertura europea ha visto un primo tentativo di rimbalzo svanire rapidamente sotto un ondata di prese di beneficio sui titoli/settori più brillanti dell’ultimo periodo. Ad alimentare quelle sulle banche italiane anche indiscrezioni di Reuters secondo cui la Commissione Europea richiederebbe, prima dell’intervento pubblico nelle venete, un ingresso di capitali privati a copertura di perdite certe o prevedibili.

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A rincarare la dose di news negative, a metà mattinata è comparto un Report esclusivo di Reuters in cui gli advisors elettorali e collaboratori di Trump (tra cui Flynn) avrebbero avuto almeno 18 contatti con i Russi tra aprile e novembre 2016, e il materiale relativo a questi incontri sarebbe al vaglio degli inquirenti.

Le news hanno spinto l’Eurostoxx fino a -1.5%, dopo di che sono arrivati “dip buyers” un po’ più convinti e gli indici hanno iniziato a recuperare, guidati da un turnaround nei settori più ricercati dell’ultimo periodo, come le banche. Spettacolare il rimbalzo del settore bancario italiano, in grado di trasformare un -3% di fine mattinata in un +0.2%.

A fine giornata, complice una Wall Street a sua volta in vena di rimbalzo, le variazioni sono si negative, ma ben lontane dai minimi di seduta.

Discorso analogo sul fronte tassi, con bond core in forte domanda nella prima parte della giornata, e in parziale ritracciamento nella seconda parte. Gli spread periferici hanno restituito parte della performance di ieri.

Il mercato dei cambi aveva anticipato la crisi, ed oggi, se si esclude il comparto emergente, ha avuto un tono più composto, con il biglietto verde in recupero contro tutto.

Sul fronte dati US, spettacolare rimbalzo del PhillY FED di maggio (38.8 da 22 e vs attese per 18.5). La survey, considerata tra le più affidabili in ambito regionale, contraddice completamente quella di NY di pochi giorni fa. peraltro, i dettagli sono un po’ meno brillanti, con i new orders che calano di 2 punti a un pur sempre elevato 25.4, e le attese a 6 mesi che passano da 45.4 a 34.8.

Sul fronte tecnico, in molti hanno rilevato come la price action degli ultimi giorni presenti delle analogie con quella osservata a settembre scorso. Anche in quel caso la correzione aveva interrotto una fase di volatilità assai ridotta. Un decorso simile produrrebbe una fase di rimbalzo fino quasi a chiudere il gap apertosi, e una successiva perdita di momentum.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online