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Trasporto pubblico: le proteste collettive contro il malfunzionamento

L’eterna attesa di un autobus, i treni dove i pendolari ogni mattina sono costretti ad ammassarsi, scioperi più o meno selvaggi che mandano in tilt la città. Il trasporto pubblico è spesso sinonimo di malfunzionamento, anche là dove i mezzi non mancano e prendere l’auto probabilmente non porterebbe a risultati migliori. I cittadini non stanno a guardare e, stanchi di sopportare tutto ciò che non va, spinti anche dalla rabbia per i costanti rincari dei biglietti, sempre più spesso si rivolgono alle associazioni dei consumatori per intraprendere forme di protesta collettiva. La parola d’ordine è: class action. Questa non è solo la forma più convincente per far cambiare le cose, ma l’unico mezzo giuridico per tante persone che ogni giorno si incrociano, magari si lamentano tra sé, hanno in comune solo la fretta al mattino e la stanchezza la sera, per far valere i propri diritti di consumatori. Azioni legali comuni che funzionano e costringono chi di dovere a prendere dei provvedimenti.

Un comitato nazionale. L’ultimo caso è quello che ha come protagonisti da un lato le Trenitalia, dall’altra 43 comitati di pendolari di tutta Italia. Insieme alle associazioni dei consumatori e alle associazioni ambientaliste, i comitati hanno dato vita alla prima assemblea nazionale per affermare che la mobilità è un diritto fondamentale. Accanto ai Frecciarossa, infatti, c’è un intricato mondo di treni regionali che nello stesso tempo in cui le Frecce fanno Roma-Milano riescono a percorrere meno di 100 chilometri. Spesso sporchi, mai puntuali, ma ugualmente costosi. Il comitato della linea Roma-Nettuno (24mila pendolari al giorno) ha presentato una class action contro Trenitalia. Le cose non vanno meglio né al Sud né al Nord e anche i tentativi di concorrenza, come in Lombardia, non hanno risolto le cose. Trenitalia punta il dito contro le Regioni e i pendolari restano senza una risposta: per questo i pendolari di tutta Italia hanno deciso di farsi rappresentare costituendo il Forum nazionale del trasporto pubblico locale, chiedendo anche al Governo di intervenire.

Il caso di Torino. Sotto la Mole il Gruppo Torinese Trasporti è stato portato in tribunale grazie alla prima class action sul trasporto locale promosso dall’Adoc. Sotto accusa il servizio autobus offerto sulla tratta Torino-Cumiana. Oggetto della denuncia sono i ritardi costanti sulla linea, in particolare sulle corse frequentate dai pendolari, nonché la cattiva manutenzione degli allestimenti interni dei mezzi. I pendolari, stanchi di questa situazione, blocchetto e macchina fotografica alla mano hanno effettuato un monitoraggio quotidiano tra il 4 ottobre 2010 e il 23 gennaio 2011. Su 130 corse nessun autobus è mai passato in orario (con un ritardo medio di 14 minuti), i mezzi sono sporchi, mancano martelletti frangivetro ed estintori. Gli utenti hanno così chiesto il rimborso dell’abbonamento e un risarcimento per danni morali pari a 500 euro.

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Mille euro per la Circumvesuviana. Treni soppressi, intere linee cancellate, disagi per pendolari e turisti. Nell’estate 2011 la Circumvesuviana di Napoli è andata praticamente in vacanza; niente mezzi per alcuni giorni, disservizi continui fino al 7 settembre con problemi risolti solo dopo la metà di settembre. Dopo un anno gli utenti non si sono dimenticati di quanto hanno subito e hanno presentato una class action: l’associazione Codici Onlus ha raccolto le adesioni di centinaia di cittadini delle province di Napoli, Salerno e Avellino. Alla Circumvesuviana Codici chiede mile euro per ciascun pendolare danneggiato dai disagi: «Si tratta della prima, vera class action contro l'azienda dei trasporti campana. È un atto concreto, un modo per far assumere le dovute responsabilità a chi si è reso colpevole dello sfacelo dei trasporti nella nostra Regione», ha dichiarato in un comunicato il segretario regionale di Codici, Giuseppe Ambrosio.

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Non è solo la Circumvesuviana ad essere messo sotto accusa, né solo i pendolari ad avere guai con il trasporto pubblico campano. Gli associati dell’ATEC (associazione trasportatori e commercianti isole campane) e altri non associati del comparto ittico ed ortofrutticolo hanno deciso di procedere con una class action nei confronti della Regione Campania per la soppressione delle corse notturne di servizio pubblico da Ischia per Pozzuoli, via Procida delle 2,30 e da Pozzuoli per Ischia, via Procida delle 4,30. Obiettivo degli autotrasportatori e dei commercianti quello del ripristino delle corse soppresse e il risarcimento dei danni subiti. La mancanza delle corse notturne, infatti, i generi di prima necessità arrivano in ritardo sull’isola. Fermi per Euroflora. Anche a Genova è partita una class action contro l’azienda dei trasporti locali, l’Amt. A portarla avanti è Federconsumatori, sotto accusa il servizio del 2011, in particolare per i giorni 21, 22 aprile e dal 26 al 29 dello stesso mese. Sono i giorni in cui Genova era al centro del mondo florovivaistico con Euroflora, una delle kermesse più importanti del settore. Proprio in quei giorni l’Amt ha applicato gli orari del sabato ma bastava guardare il calendario per capire che si trattava di normali giorni feriali: orari ridotti, dunque, servizio dimezzato, cittadini infuriati. A distanza di un anno Federconsumatori sta raccogliendo le adesioni per promuovere un’azione legale contro Amt: possono chiedere i danni tutti coloro che avevano un abbonamento annuale nel 2011 o il mensile di aprile.

Bloccati per lo sciopero. L’ultima class action, in ordine di tempo, è quella annunciata da Codacons Milano dopo lo sciopero dello scorso 2 ottobre che ha visto la metropolitana presa d’assalto dai pendolari che rischiavano di restare a piedi. «Il danno stimato, per chi i casi più eclatanti, ossia chi ha avuto malori ed è rimasto imprigionato anche per un’ora nelle carrozze delle metropolitana, per poi essere costretto a scendere lungo i binari, è di 5.000 euro, considerando sia i danni fisici che quelli esistenziali», spiega la nota del Codacons. Per l'associazione di consumatori dopo la forzatura dei cancelli lo sciopero andava immediatamente sospeso: «A stabilirlo non è solo il buon senso, ma la legge stessa – spiega il Codacons. - La regolamentazione provvisoria del trasporto pubblico locale di cui all'art. 2, comma 2, l. n. 146/1990 adottata con Delibera del 31.1.2002, n. 02/13, pubblicata in G.U. del 23.3.2002, n. 70, prevede all'art. 6 che in caso di avvenimenti eccezionali di particolare gravità o di calamità naturali gli scioperi di qualsiasi genere dichiarati od in corso di effettuazione, sono immediatamente sospesi».