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Trimestrali Usa trascinano i mercati, attenzione rivolta Bce

Chiusura in deciso rialzo per le borse europee, con il settore bancario che ha contribuito in maniera importante a questo movimento. Il sentiment sul mercato continua ad essere guidato dal buon andamento delle trimestrali statunitensi che continuano a battere le attese (fatta eccezione per IBM (NYSE: IBM - notizie) ). Soprattutto il comparto finanziario ha mostrato cifre ben al di sopra delle aspettative e oggi hanno trovato conferma anche nei numeri di Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) e BlackRock (Sao Paolo: BLAK34.SA - notizie) . Probabilmente proprio i conti delle aziende Usa e il vantaggio di Hillary Clinton in vista del voto del prossimo 8 novembre stanno allontanando il pericolo di cali imminenti.

Rimanendo sul fronte Usa, la probabilità di un rialzo dei tassi d’interesse a dicembre da parte della Federal Reserve resta intorno al 65% (secondo i Fed Fund Futures). A rafforzare queste aspettative hanno contribuito oggi i dati sull’inflazione. A settembre, infatti, i prezzi al consumo sono saliti dell’1,5% su base tendenziale, ben oltre le attese, grazie soprattutto ai prezzi dei carburanti. Si tratta del valore più alto da ottobre 2014. Lieve rallentamento per il dato core, passato al 2,2% a/a dal 2,3% di agosto, a conferma che il rialzo ha interessato principalmente la componente energetica. Nonostante la volatilità, il petrolio rimane ancora intorno alla soglia dei 50 dollari/barile, elemento questo che contribuisce a rafforzare le aspettative inflattive di medio/lungo periodo.

ASPETTANDO DRAGHI

Proprio il petrolio potrebbe essere uno dei punti in discussione all’interno del board della Bce (Toronto: BCE.TO - notizie) che si riunirà giovedì prossimo. Le indiscrezioni di Reuters riportate la scorsa settimana hanno accresciuto l'importanza di quella che doveva essere apparentemente una riunione senza particolari spunti operativi. Gli operatori cercheranno di capire dalle parole di Draghi quale saranno le manovre che potrebbero essere poi annunciate nella successiva riunione di dicembre, quando saranno disponibili tra l’altro anche le stime aggiornate su inflazione e Pil. Il dibattito si concentrerà su:

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  1. la revisione regole di capital key;

  2. l’aumento del limite di acquisto di ogni emissione al 50% dal 30% attuale;

  3. l’acquisto di titoli a tassi sotto a -0,4%;

  4. il possibile prolungamento del QE.

Proprio su quest’ultimo punto si concentra l’attenzione del mercato. Crediamo che la Bce decida di rimodulare il proprio QE a partire da marzo 2017, prolungandone ad un ritmo in graduale riduzione (probabilmente 10 miliardi ogni riunione o 20 ogni due) in modo tale da cessarlo del tutto a marzo 2018. Un simile approccio, permetterebbe a Draghi di non lasciare il mercato a bocca asciutta da un mese a un altro e di valutare di meeting in meeting la strategia migliore a seconda dei dati.

Sul fronte valutario, va segnalato oggi il balzo della sterlina verso le principali valute mondiali, grazie ai dati superiori alle attese arrivati dall’inflazione che a settembre è cresciuta al ritmo maggiore da novembre 2014. Il cambio Gbp/Usd è salito a 1,23, massimi da 4 sedute, mentre quello Eur/Gbp è sceso a 0,89, livelli che non vedeva da venerdì 7 ottobre. Crediamo che il dato arrivato dall’inflazione sia piuttosto preoccupante e inquadrabile come un effetto indiretto del deprezzamento della sterlina, che sta aumentando considerevolmente il costo di beni importati dal Regno Unito. A questo punto la Bank of England sarà costretta a lanciare messaggi meno accomodanti nel tentativo di rafforzare la sterlina e impedire che le aspettative inflattive salgano ancora.

VINCENZO LONGO

Market Strategist

Autore: IG Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online