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Trony in difficoltà: 43 negozi chiusi, oltre 500 persone senza lavoro

Trony a San Babila (foto: Facebook)
Trony a San Babila (foto: Facebook)

Trony, non ci sono paragoni’, diceva lo spot pubblicitario andato in onda a lungo sulle reti televisive italiane. E in effetti, purtroppo, Trony ora deve affrontare una situazione esattamente senza paragoni, per via del fallimento di una delle società che detiene i diritti di utilizzo del marchio.

Si tratta della società D.P.S. Group, che ha dichiarato ufficialmente fallimento il 15 marzo portando in rovina una grossa fetta del patrimonio del marchio Trony sul territorio italiano. La società pugliese controllava infatti 43 punti vendita sullo stivale, che sono stati immediatamente chiusi, e ha lasciato a casa almeno 500 lavoratori. Una gestione fallimentare che già da gennaio non aveva fatto presagire nulla di buono, avendo portato i libri in tribunale in cerca di un acquirente che potesse salvare la baracca.

I negozi che oggi sono rimasti chiusi si trovano in Liguria, Piemonte, Lombardia (regione nella quale sono a rischio 140 dipendenti con 9 punti vendita) Veneto, Friuli e Puglia (13 negozi con 120 dipendenti). Proprio in Puglia è scattata la mobilitazione, con un sit-in davanti a tre dei negozi di Bari. Già a dicembre c’era stato un taglio netto nella busta paga, e da febbraio lo stipendio non è arrivato del tutto.

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Scrive il Sole 24 Ore: “La situazione della società DPS era in bilico da diverso tempo. L’azienda aveva chiesto un concordato preventivo che però non è stato giudicato percorribile dal giudice fallimentare che lo ha rifiutato decretando il fallimento“. Alessio di Labio, responsabile nazionale diFilcams Cgil, aggiunge: “Ora resta da gestire questa fase. L’obiettivo è quello di individuare uno o più soggetti interessati a rilevare i 43 punti vendita. E poi chiedere un incontro sia al Mise e sia al ministero del Lavoro perché ci sarà da gestire la cassa integrazione dei lavoratori“.

La curiosa scacchiera di Trony è messa a dura prova dal fallimento della società che aveva il maggior numero dei punti vendita, appunto 43. Le altre 168 filiali sono suddivise tra altre 12 società che però non avranno certo dei vantaggi, soprattutto a livello pubblicitario, da questo disastro finanziario.

Il marchio Trony è nato nel 1991 come catena di negozi di elettronica del gruppo La Rinascente, che aprì un primo negozio il 28 settembre di quell’anno presso Rho. Le società che in seguito hanno acquisito il marchio rimangono sotto il tetto di GRE, gruppo imprenditoriale che sta per Grossisti riuniti elettrodomestici.