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Trump fa il bullo. Investitori perplessi

L’andamento delle borse ieri è stato piuttosto controllato, senza grandi movimenti. In Europa è proseguito il lento recupero di forza degli indici azionari rispetto a quelli americani, anche se più per colpa della debolezza USA che della forza europea. Mentre gli indici europei hanno chiuso molto vicino alla parità (il nostro Ftse-Mib è addirittura salito di +0,24%), quelli USA hanno collezionato la seconda seduta negativa consecutiva della settimana. SP500 e Dow Jones hanno perso quasi mezzo punto, Russell2000 un punto, mentre il Nasdaq100, bastonato nei giorni precedenti, è riuscito ieri a mantenersi in parità.

Il motivo della debolezza americana, oltre alla continuazione delle prese di beneficio, dopo l’approvazione al Senato USA del progetto di riforma fiscale generoso con le imprese (il tipico Sell the news), va forse cercato nei timori sulla nuova avventura geopolitica che il dilettante allo sbaraglio Donald Trump sta per inaugurare il Medio Oriente. Negli ultimi giorni Trump ha ottenuto due importanti successi, che sono serviti a distogliere l’attenzione dal Russiagate: la riforma fiscale e la vittoria ottenuta presso la Corte Suprema sul Muslim Ban, il divieto di ingresso in USA per motivi di sicurezza per gli stranieri provenienti da alcuni stati mussulmani, uno dei primi provvedimenti presi da Trump all’inizio del suo mandato, tanto avversato e poi sospeso su provvedimento di parecchi giudici che lo consideravano anti-costituzionale. Ora la Corte Suprema, a maggioranza schiacciante repubblicana, gli ha dato ragione.

L’overdose di successi, per un vanesio come Donaldone, che in un anno non aveva combinato nulla, deve avergli dato un po’ alla testa. Allora ha pensato di andare ad attaccare briga in medio-oriente, in combutta con il suo aficionado Netanyahu, ed oggi annuncerà il trasferimento dell’ambasciata USA a Gerusalemme, riconoscendo quindi implicitamente la città delle tre grandi religioni monoteiste come la capitale di Israele. La mossa equivale al lancio di un grosso masso nello stagno finora precariamente tranquillo del conflitto tra israeliani e palestinesi. Ma la mossa farà arrabbiare non solo i palestinesi ma tutto il mondo arabo, compresi gli alleati sauditi che qualche settimana fa è andato a vezzeggiare.

Il rischio è lo scoppio di una nuova Intifada e il riacutizzarsi di sensibilità di quel nervo scoperto che è la situazione del Medio-Oriente.

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Evidentemente il magnate capriccioso non riesce proprio a fare a meno di bullizzare il mondo e ai mercati non resta che togliere per prudenza qualche soldo dal piatto degli investimenti.

Stamane anche l’Asia sembra recepire le preoccupazioni geopolitiche. Il Nikkei giapponese subisce un calo deciso di quasi -2%, mentre la Cina prosegue nella discesa che ha riportato indietro l’indice di Shanghai sui valori di agosto, e gli altri indici del Pacifico perdono tutti intorno a -1,5%.

E’ presumibile che anche l’Europa in apertura debba soffrire prese di beneficio. Poi, nel pomeriggio, quando riaprirà Wall Street, si vedrà se la ripresa di forza relativa mostrata questa settimana dagli indici europei è concreta oppure solo una fugace illusione.

Autore: Pierluigi Gerbino Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online