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Tutti gli occhi puntati su Jackson Hole

In gioco la credibilità della banca centrale

di Yann Quelenn

Dovremmo davvero aspettarci qualcosa di grande dal Simposio sulla Politica di Jackson Hole di domani? La Fed, come al solito, fornirà commenti da falco, suggerendo un “possibile rialzo del tasso” entro la fine dell’anno. Ovviamente poi questo non succederà, ecco perché ora gli investitori diffidano della Fed e del processo di normalizzazione dei tassi d’interesse. La questione principale è che, prima di alzare i tassi, la banca centrale statunitense ha bisogno dell’inflazione per abbattere il debito massiccio, pari a 18 mila miliardi di USD, e anche di un mercato occupazionale forte. Secondo noi, però, si sopravvaluta la salute economica degli USA. In effetti, negli ultimi 4 anni, è diminuito il gettito dalla tassa sulla disoccupazione, dovuta dalle aziende per finanziare gli uffici di collocamento statali. Ciò è in contraddizione con l’idea che l’economia USA stia creando posti di lavoro.

In Europa, la BCE (Toronto: BCE.TO - notizie) sta portando avanti una politica monetaria molto aggressiva, spendendo a un ritmo pari a circa mille miliardi all’anno per stimolare l’economia, intanto i dati recenti hanno mostrato livelli discreti. Negli ultimi quattro mesi l’inflazione è aumentata dello 0,4% e il PMI di agosto è rimasto sopra la soglia dei 50 punti (che segnale un’espansione).

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Spostandoci in Giappone, è difficile pensare che le cose possano andare a finire bene per la BoJ. La banca centrale ora è azionista di maggioranza di un terzo di tutte le società quotate sul maggiore indice giapponese, il Nikkei 225. Come se ciò non bastasse, stando ai dati, il Giappone non si trova neanche in un ciclo di recessione, ma la sua politica monetaria è mastodontica e i mercati hanno già iniziato a scontare un aumento dell’obiettivo degli acquisti annuali di bond, da 80 a 90 mila miliardi. Siamo decisamente ribassisti sull’USD/JPY, perché, a nostro avviso, la BoJ perderà i guadagni ottenuti durante l’era dell’Abeconomia. In un’ottica di medio termine, è probabile un obiettivo di 90 yen per un dollaro.

L’oro splenderà di nuovo

di Arnaud Masset

Dall’inizio dell’anno l’oro è stato al centro dell’attenzione del mercato, perché gli investitori diventano sempre più nervosi sull’inefficacia apparente delle politiche monetaria ultra-espsansiva sui mercati finanziari. Le banche centrali, infatti, non solo hanno fatto fatica a gestire in modo efficiente le loro valute, ma anche a rinvigorire la crescita. In un contesto così incerto, gli investitori si sono buttati sull’oro, facendone salire il prezzo di circa il 30%, a circa 1.300 USD all’oncia. Considerando la debolezza delle prospettive di crescita globali e il calo della fiducia nelle banche centrali, ci aspettiamo che l’oro continui ad apprezzarsi gradualmente nel lungo termine, anche se l’andamento del prezzo subirà qualche forte oscillazione.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online