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Tutto tranquillo eccetto le banche

L’accenno di debolezza che già martedì ha fatto scivolare i mercati europei, si è amplificato ieri ed ha colpito in particolare il settore bancario. Da un lato l’andamento non soddisfacente di parecchie grandi banche europee si è intensificato, anche per colpa di qualche trimestrale non brillante (Credit Agricole (Swiss: ACA.SW - notizie) ). Cosicché il settore bancario dell’area Euro si è ulteriormente indebolito ed ora procede nella sua correzione con un percorso ribassista ben definito da massimi e minimi discendenti, indebolendo a sua volta gli indici globali dove le banche sono più rappresentate.

Sulla nostra borsa il fenomeno è ulteriormente ingigantito dalla nuova carica dei regolatori della BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) per ridurre in modo molto significativo l’esposizione delle banche europee alle sofferenze.

E’ già un mese che le banche soffrono, dopo il colpo inferto dalla Vigilanza UE con il famoso “addendum”, contenente la bozza provvisoria delle nuove regole da applicare il prossimo anno per gestire la copertura delle sofferenze e completarla entro due anni. L’apprensione colpì soprattutto le banche italiane e costrinse Padoan a protestare, spalleggiato anche dal presidente dell’Europarlamento Tajani, che si è ricordato di essere italiano. Ma martedì anche lo stesso Draghi ha significativamente appoggiato la linea rigorista della Vigilanza, chiedendo alle banche europee di fare uno sforzo ulteriore per ridurre il rischio di portafoglio. Chi si aspettava una tirata d’orecchi del capo BCE alla responsabile della Vigilanza Nouy, ha dovuto prendere atto che così non è stato, anzi. Il richiamo di Draghi ha rafforzato ulteriormente la severità della Vigilanza, ed ha contrastato la presa di posizione dell’Ufficio Legale del Parlamento Europeo, che ieri ha espresso il parere che la Vigilanza non ha il potere di imporre alcuna regola vincolante e generalizzata nella gestione delle sofferenze. Una posizione non diversa da quella del governo italiano, intento a difendere la leggerezza delle metodologie di controllo usate in Italia, per non appesantire le necessità di capitali delle banche nostrane, già provate dai numerosi aumenti di capitale attuati nel recente passato.

Sembra evidente che la Vigilanza tira dritto, ed una dimostrazione si è avuta con la fissazione da parte del Credito Valtellinese, di obiettivi molto ambizioni di aumento della copertura delle sofferenze nei prossimi anni, che faranno emergere grosse perdite e rendono necessario un gigantesco aumento di capitale da 700 milioni, difficile da digerire. Pare chiara a tutti la zampata rigorista della Vigilanza UE in questa decisione

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La conseguenza è stata il crollo della quotazione del titolo Creval, che ha perso il 29% in un solo giorno, dopo aver lasciato già il 13% sul terreno martedì scorso.

Ma la batosta Creval ha contagiato anche alcune altre banche importanti, in particolare il gruppo delle popolari, che se dovessero anch’esse applicare criteri simili a quelli attuati da Creval, finirebbero nuovamente nel tritacarne degli aumenti di capitale. Sul nostro listino principale si sono visti cali piuttosto pesanti da parte di Banco PBM (oltre -7%) e BPER (quasi -4%), UBI (Taiwan OTC: 6562.TWO - notizie) (-3%), ma un po’ tutto il settore ha sofferto, eccetto Intesa ed Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) , che hanno già fatto ampie pulizie sulle loro sofferenze.

Tuttavia il calo del Ftse-Mib, che a metà pomeriggio superava anche il punto percentuale, nel finale si è un po’ attenuato, ma il nostro indice non ha potuto evitare di figurare come peggior listino europeo di giornata, con un calo finale di -0,57%.

In USA si è vista la solita tranquillità, che ha ignorato il rumor, diffuso dal Washington Post, che la riforma fiscale potrebbe subire uno slittamento di un anno. Del resto la sconfitta subita dai Repubblicani nelle elezioni suppletive per la nomina di alcuni Governatori e Sindaci, rende urgente realizzare qualcosa di concreto in fretta, se si vuole evitare che il prossimo anno, alle elezioni di Mid Term, i democratici si riprendano la maggioranza in uno dei due rami del Parlamento. Gli indici principali sono tornati a contatto con i massimi storici ed il Vix è tornato a navigare placidamente ben sotto i 10 punti.

Insomma: tutto tranquillo eccetto le banche.

Autore: Pierluigi Gerbino Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online