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Ubi, agenda serrata grandi soci su esame Ops Intesa - fonte

MILANO (Reuters) - Proseguono le valutazioni tra i grandi azionisti di Ubi Banca sull'Ops lanciata da Intesa Sanpaolo in vista delle decisioni che dovranno essere prese prima della scadenza, salvo eventuali proroghe, del prossimo 28 luglio.

Secondo una fonte vicina alla situazione venerdì prossimo è previsto un Cda della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, azionista di Ubi con il 3,95%, mentre lunedì dovrebbe riunirsi quello di Fondazione Crc che detiene il 5,9%.

Entrambi gli enti fanno parte del patto di consultazione Car che aggrega il 19% circa di Ubi e sono entrambi assistiti, per le loro valutazioni sull'offerta, da Société Générale.

La situazione è ancora fluida e "non è detto che ci siano già delle decisioni", sostiene la fonte.

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Il patto Car, che già subito dopo l'annuncio del 17 febbraio aveva respinto l'offerta di Intesa, ha registrato uno scossone con la decisione di Cattolica, di cui peraltro Fondazione Banca del Monte di Lombardia è un importante azionista, di conferire il suo 1% di Ubi all'Ops.

Tuttavia fonti vicine al Car nei giorni scorsi hanno spiegato che la scelta della compagnia veronese sarebbe motivata "da ragioni che non sono comuni a quelli della generalità degli azionisti di Ubi".

Cattolica ha in essere con Ubi un accordo di bancassurance Vita la cui scadenza è stata posticipata a fine giugno dell'anno prossimo. Già in occasione dei risultati trimestrali il Cfo della compagnia non aveva nascosto le incertezze che un eventuale successo dell'operazione di Intesa avrebbe generato sull'accordo.

La stessa Ubi, nell'aggiornamento del proprio piano industriale standalone, ha esplicitato la propria strategia nel settore assicurativo annunciando l'internalizzazione del business con l'acquisto della totalità del capitale dell'altra joint venture in essere con Aviva, per poi fonderla con la compagnia già di proprietà del gruppo Bap Vita. [nL8N2EA34A

Nel frattempo, il quadro attorno a Cattolica è cambiato con il blitz a sorpresa di Generali che diventerà il primo socio della compagnia veronese con un aumento di capitale riservato necessario per il ripristino dei coefficienti patrimoniali, chiesto da Ivass.

Proprio alla vigilia del Cda di Ubi dello scorso 3 luglio che si è espresso sull'Ops giudicandola, come nelle attese, non conveniente per i suoi azionisti, Aldo Poli, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, in un'intervista al Sole 24 Ore si era detto disponibile a valutare l'offerta auspicando un suo ritocco.

La Fondazione Crc ieri ha confermato che l'Ops "come attualmente prospettata, presenta elementi non conformi alle attese" dello stesso ente di Cuneo, e ha dato mandato al suo presidente Giandomenico Genta di proseguire l'analisi e interlocuzione con i soggetti coinvolti.

Discussioni ancora in corso anche sul fronte del patto degli soci dell'anima bresciana di Ubi che raccoglie il 7,7% circa della banca.

"E' normale che i grandi soci prendano del tempo anche, in senso tattico, per incentivare eventuali rilanci", dice la fonte.

Per essere efficace l'offerta di scambio, pari a 1,7 azioni Intesa ogni azione Ubi consegnata, dovrà consentire all'istituto guidato da Carlo Messina di raggiungere una soglia del capitale di almeno il 50% più un'azione Ubi.

A ieri i titoli consegnati all'offerta erano pari al 2,016% del capitale di Ubi, secondo i dati diffusi da Borsa Italiana.

Intanto a Piazza Affari i due titoli si stanno riallineando ai valori dell'Ops, assottigliando il premio che il titolo Ubi ha recentemente espresso rispetto al prezzo implicito del concambio proposto da Intesa. Andamento che, secondo alcuni trader, esprimeva qualche scommessa del mercato su un ritocco al rialzo dell'offerta, ipotesi fino ad oggi esclusa da Intesa.