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Ubi, borsa festeggia trasformazione in Spa, si guarda ad M&A

L'AD di UBI Banca, Victor Massiah. REUTERS/Alessandro Garofalo

MILANO (Reuters) - Ubi è in evidenza nella prima seduta di borsa nella nuova veste di Spa dopo che l'assemblea di sabato ha approvato il nuovo statuto in largo anticipo rispetto alla scadenza prevista dalla legge di riforma di fine 2016.

Anche se era ampiamente atteso, il mercato accoglie con favore il definitivo abbandono della governance popolare (Ubi è la prima popolare a trasformarsi in Spa) che dovrebbe incoraggiare l'ingresso di nuovi investitori istituzionali nel capitale dell'istituto e accelerare il processo di consolidamento.

Alle 11,55 circa il titolo segna un rialzo dell'1,87% a 6,82 euro a fronte di un calo dello 0,45% del FTSE Mib e dello 0,33% del settore bancario italiano. In Europa l'indice Stoxx dei bancari perde circa mezzo punto percentuale

I volumi sono sostenuti con oltre 4,7 milioni di titoli trattati su una media di un'intera seduta di 7,3 milioni.

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"La trasformazione in Spa è un elemento positivo che dovrebbe portare un maggior numero di investitori istituzionali a entrare nel capitale della banca", commenta Intermonte in una nota.

Il peso attuale degli investitori istituzionali è intorno al 45%, come è emerso nel corso dell'assise di sabato. Per i futuri assetti di governance e la possibile creazione di un nocciolo duro di azionisti costruito attorno ai soci storici bisognerà comunque attendere qualche mese mese visto l'appuntamento con il rinnovo del board la prossima primavera. Il tema dell'azionariato è destinato ad avere importanza in quanto, dato che con la nuova configurazione Spa a contare saranno le azioni e non più le teste, potrebbe influenzare l'individuazione del partner in caso di aggregazione.

Sul tema M&A i vertici della banca continuano a ribadire che ci sono discussioni aperte con tutti e che nessuna operazione è scontata, ma il mercato sembra puntare su una combinazione con Banco Popolare.

Lo stesso AD, Victor Massiah, ha ammesso che tra gli istituti con cui la banca sta dialogano vi è anche quello guidato da Pier Francesco Saviotti, e ha aperto in modo freddo, e non senza condizioni, anche a Mps.

"Le indicazioni del Ceo, che non ha escluso categoricamente contatti con Mps, potrebbero non essere viste positivamente dagli investitori in quanto tale fusione cambierebbe il profilo di rischio delle banca e porterebbe con sé un elevato execution risk", dice Intermonte.

Per Equita il Banco Popolare "resta il candidato ideale per una business conbination, da cui deriverebbero sinergie rilevanti (13% base costi e un aumento del Rote di almeno 2 pp".

In borsa attorno alle 11,55 il titolo Banco Popolare perde l'1,2% e Mps l'1% circa.

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