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Ubi, chiesto giudizio per banca, Massiah, Moltrasio, Bazoli e altri 27, dice fonte

MILANO (Reuters) - La procura di Bergamo ha presentato oggi la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Ubi, dell'AD Victor Massiah, del presidente e del vicepresidente del consiglio di sorveglianza Andrea Moltrasio e Mario Cera, dell'ex presidente del consiglio di gestione Franco Polotti, dell'ex presidente del Cdg di Banca Lombarda e Piemontese Giovanni Bazoli, e di altre 25 persone. L'indagine è quella sulla governance di Ubi che ipotizza a vario titolo i reati di ostacolo all'autorità di vigilanza e illecita influenza sull'assemblea.

Lo riferisce una fonte a diretta conoscenza del dossier. La banca, interpellata, dice di non essere a conoscenza del provvedimento mentre non è stato possibile al momento ottenere un commento dai legali degli imputati, cui verrà notificata la fissazione di un'udienza preliminare.

Ora il Tribunale di Bergamo dovrà stabilire la data di un'udienza al termine della quale un Gup stabilirà se accogliere la richiesta della procura o prosciogliere gli imputati.

Ubi è imputata in base alla legge 231 sulla responsabilità delle persone giuridiche per reati presupposti ascritti a loro dirigenti.

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Tra le persone offese, la procura indica Consob, Banca d'Italia l'AGCM.

La procura aveva chiuso l'inchiesta il 17 novembre 2016. In quella data sia la banca che i principali indagati avevano respinto ogni addebito e affermato la correttezza del loro operato.

Le ipotesi d'accusa dell'inchiesta, coordinata dal pm Fabio Pelosi e dal procuratore capo Walter Mapelli e condotta dal Nucleo speciale valutario della Gdf di Milano, sono quella di ostacolo alle funzioni di vigilanza per presunti patti parasociali nell'iter che diede vita a Ubi, e quella di influenza indebita sull'assemblea per l'ipotesi che, in occasione dell'assemblea del 20 aprile 2013 che rinnovò le cariche del consiglio di sorveglianza, vennero raccolte deleghe in bianco, sia attraverso la struttura e le filiali della banca sia attraverso strutture esterne per garantirsi il voto desiderato.

Un filone "minore" dell'inchiesta, con l'ipotesi di reato di truffa a proposito dell'acquisto e poi la vendita di una imbarcazione da parte di Ubi Leasing a Giampiero Pesenti, è stato invece stralciato in previsione di una futura eventuale richiesta di archiviazione nei confronti di Pesenti e di altri otto indagati.

Restano infine aperti a Bergamo alcuni fascicoli in fase preliminare che hanno per oggetto una serie di esposti su cartolarizzazioni dei crediti, affido di alcuni incarichi e commercializzazione di diamanti. Mentre la procura di Brescia sta conducendo una indagine sull'ipotesi di concorso in ostacolo all'esercizio delle funzioni di pubblica vigilanza in relazione a segnalazioni di operazioni sospette in materia di antiriclaggio.

Infine il 19 giugno la Corte d'Appello di Brescia ha annullato il provvedimento con cui, nel settembre 2015, la Consob aveva irrogato sanzioni pecuniarie, per complessivi 895.000 euro, nei confronti dei consiglieri di sorveglianza di Ubi Banca in carica all'epoca dei fatti per non avere rilevato l'assenza, nelle relazioni sul governo societario della Banca degli anni dal 2009 al 2013, di informazioni riguardanti i principi di pariteticità, alternatività e tendenziale alternanza fra la derivazione Bpu e quella Banca Lombarda disciplinanti la composizione del Comitato Nomine e degli organi sociali di Ubi.

Pronuncia che ha sancito la correttezza dell'operato del consiglio di sorveglianza e del consiglio di gestione di Ubi nel periodo sotto esame.

(Emilio Parodi)