Ue lavora per ridurre costo del veto su petrolio russo e convincere scettici - fonte
BRUXELLES (Reuters) - La Commissione europea sta lavorando per accelerare la disponibilità di forniture energetiche alternative, nel tentativo di ridurre il costo dell'embargo sul petrolio russo e convincere la Germania e gli altri Paesi Ue più restii ad accettare la misura.
Lo ha riferito a Reuters una fonte Ue.
Alcuni Paesi del blocco stanno inoltre facendo pressione per l'imposizione di nuove restrizioni, a quasi otto settimane dall'invasione russa dell'Ucraina.
Le nuove misure prevedrebbero l'esclusione delle principali banche russe Sberbank e Gazpromneft dal sistema bancario Swift, lo stop delle importazioni di combustibile nucleare dalla Russia, l'oscuramento di altri canali di notizie russi, la sospensione dei visti per i russi e l'aggiunta di nuovi nomi alla lista nera di individui e società legate al Cremlino, secondo i diplomatici.
Nessuna di queste misure è stata proposta formalmente e gli Stati membri hanno posizioni diverse in merito.
Non è stata nemmeno fissata una data in cui la Commissione europea dovrebbe proporre il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, secondo fonti Ue.
Si sta lavorando, tuttavia, per valutare i costi di sostituzione del petrolio russo con importazioni da altri fornitori, ha detto una delle fonti, precisando che la Commissione sta tenendo dei colloqui con i Paesi produttori di petrolio per contribuire alla preparazione di accordi nazionali che prevedano alternative rapide e a prezzi moderati.
Bruxelles sta preparando una valutazione completa dell'impatto di un divieto del petrolio nell'ambito di possibili nuove sanzioni, ha detto la fonte, che ha chiesto di restare anonima poiché non autorizzata a parlare con la stampa.
Le esportazioni di petrolio sono la principale fonte di valuta estera del Cremlino e molti all'interno della Ue hanno chiesto di porre fine ai pagamenti per il petrolio, poiché finanziano effettivamente la guerra in Ucraina, che la Russia chiama "operazione militare speciale".
La Germania è il principale oppositore a un embargo sul petrolio e, sebbene non sia l'unico, un cambio di posizione in merito spingerebbe gli Stati membri a seguire Berlino, secondo la fonte.
Il governo tedesco ha detto che è al lavoro per porre fine alle importazioni russe quest'anno, ma ha anche sollecitato un approccio graduale per evitare grandi sconvolgimenti economici. Nel 2021 circa un terzo del greggio tedesco proveniva dalla Russia.
Un'altra strategia che potrebbe essere impiegata per convincere i più dubbiosi è quella di prolungare il periodo di uscita graduale dai contratti esistenti o introdurre gradualmente un divieto totale sul petrolio, ha detto la fonte.
La Germania ha fatto pressione e ottenuto il risultato sperato quando ha chiesto di ridurre il periodo di liquidazione da tre a quattro mesi, quando nelle scorse settimane la Ue ha adottato un veto sul carbone russo.
Anche il gas è un'altra importante fonte di entrate per il Cremlino, ma l'embargo su questo non è stato ancora discusso adeguatamente a livello comunitario a causa della dipendenza del blocco dalla materia prima esportata da Mosca.
(Francesco Guarascio, tradotto da Michela Piersimoni, editing Francesca Piscioneri)