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Ue studia revisione norme su debito tra diverse crisi

Bandiere dell'Unione europea davanti alla sede della Commissione a Bruxelles

BRUXELLES (Reuters) - Bizantine, politicizzate o semplicemente stupide, le norme di bilancio dell'Unione europea sono state chiamate in molti modi e modificate molte volte.

Ora la Ue sta avviando un altro dibattito per cambiarle, mentre si trova a dover affrontare crisi sovrapposte e le regole attuali non sono state concepite per fronteggiarle.

I ministri delle finanze Ue daranno il via al dibattito sabato, dovendo far fronte a un debito elevato, figlio di due anni di sostegni economici durante la pandemia, e al bisogno di ingenti investimenti, necessari a prevenire l'ulteriore crisi dovuta al cambiamento climatico.

A peggiorare le cose c'è anche la crisi legata al carovita, dovuta a un'inflazione record, all'impennata dei costi dell'energia - causata dalla riduzione delle forniture di gas russo in Europa - e a una recessione incombente a causa della quale centinaia di miliardi di euro sono impegnati dai governi in misure di sostegno finanziario.

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Le norme comunitarie, concettualmente radicate nei tempi economicamente più stabili noti come "Grande Moderazione" degli anni '90 e finalizzate principalmente a salvaguardare il valore dell'euro attraverso il contenimento del debito pubblico, faticano a far fronte a tutto questo.

I governi hanno stabilito che il debito pubblico deve essere inferiore al 60% del prodotto interno lordo e il deficit di bilancio al di sotto del 3%.

Ma la pandemia ha lasciato molti Paesi con un debito ben al di sopra del 100% del Pil, con la Grecia intorno al 185% e l'Italia al 150%, e con deficit per il 2021 spesso al doppio del limite.

Ciò rende impossibile per molti governi aderire alla normativa Ue che prevede di ridurre il debito ogni anno di 1/20 rispetto alla differenza tra il livello del debito attuale e il 60% del Pil.

Francia, Italia, Germania, Spagna e Paesi Bassi, nonché alcuni alti funzionari Ue, affermano che la regola del 1/20 dovrà essere abolita, o esplicitamente o perché i governi e la Commissione concorderanno di non applicarla.

Ma non è chiaro da cosa potrebbe essere sostituita.

Berlino ritiene che i governi dovrebbero semplicemente tagliare il deficit strutturale ogni anno di almeno lo 0,5% del Pil, fino a raggiungere il pareggio. Questo, insieme alla crescita economica, permetterebbe di incidere sul debito.

"Il risultato più probabile è che alla fine otterremo qualcosa di molto simile alla posizione tedesca", ha detto un alto funzionario della zona euro che ha preso parte ai colloqui.

(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Gianluca Semeraro)