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Un anno di Coronavirus: il 17 novembre 2019 il primo caso in Cina

(AP Photo/Ng Han Guan)
(AP Photo/Ng Han Guan)

Era esattamente un anno fa. Il 17 novembre 2019 fu scoperto, almeno ufficialmente, il primo caso di Covid-19 in Cina. Un 55enne residente nella provincia dell'Hubei, dove si trova Wuhan, la metropoli che diventò il primo epicentro della pandemia, viene ricoverato con una "misteriosa polmonite", poi diagnostica come conseguenza di un nuovo virus, il Coronavirus SARS-CoV-2.

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La prima ondata in Italia

E' l'inizio di uno tsunami che travolge il mondo e lo cambia per sempre, come mai ci saremmo immaginati. I casi cominciano ad aumentare ma è solo il 12 dicembre quando la tv di Stato cinese parla per la prima volta di un "nuovo focolaio virale" e il 31 dicembre quando le autorità del Paese decidono finalmente di avvertire l'Oms. Troppo tardi. Milioni di persone intanto sono entrate e uscite dalla zona colpita, permettendo al virus di rafforzarsi e travalicare i confini.

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E' l'Italia la prima vittima nel resto del mondo. Il 30 gennaio i primi due casi ufficiali, i due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani. Poi il 20 febbraio il "paziente uno" di Codogno, Mattia Mestri, e la prima vittima accertata il 22 febbraio, il pensionato di 78 anni, Adriano Trevisan, di Vo' Euganeo. La prima catastrofica ondata è arrivata, portando con sé incredulità, dolore e morte. A essere colpito soprattutto il Nord Italia, con Bergamo divenuta città simbolo della tragedia. Ma è tutta l'Italia a "chiudere" il 9 marzo nel primo "lockdown", parola tristemente dell'anno, secondo il dizionario Collins. Impariamo a convivere con mascherine, distanziamento sociale, igienizzanti.

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Il resto del mondo

Il virus non fa sconti a nessuno e si diffonde rapidamente in Europa e nel resto del mondo. Secondo uno studio di Eurostat, da marzo a giugno di quest'anno in Unione Europea si contano 168mila morti in più rispetto alla media del quadriennio 2016-2019 relativa allo stesso quadrimestre. Da quando è scoppiata la pandemia, i contagi globali sono a oggi oltre 55 milioni e i morti oltre 1,3 milioni.

La mappa interattiva dei contagi

La speranza

Un'emergenza che non accenna ad esaurirsi con molti Paesi alle prese con seconda e terza ondata. E una speranza che si intravede in fondo al tunnel, come nella copertina dell'ultimo numero dell'Economist: il vaccino. Gli annunci delle case farmaceutiche infondono un cauto ottimismo sulla luce che sembra intravedersi dopo 365 giorni da incubo.

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