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Unicredit e Mps corrono in Borsa sull'annuncio di una possibile operazione

MILAN, ITALY - MAY 20: The logo of Italian international banking group Unicredit stands on the facade of the group headquarters, located in the Porta Nuova district on May 20, 2021 in Milan, Italy. (Photo by Emanuele Cremaschi/Getty Images) (Photo: Emanuele Cremaschi via Getty Images)
MILAN, ITALY - MAY 20: The logo of Italian international banking group Unicredit stands on the facade of the group headquarters, located in the Porta Nuova district on May 20, 2021 in Milan, Italy. (Photo by Emanuele Cremaschi/Getty Images) (Photo: Emanuele Cremaschi via Getty Images)

“C’è un enorme potenziale da valorizzare in UniCredit e guardo con entusiasmo alle opportunità che ci riserva il futuro”. Il ceo Andrea Orcel si è già esposto ieri sera, nell’annuncio delle “interlocuzioni in esclusiva” con il Ministero dell’Economia per verificare la fattibilità di “una potenziale operazione avente ad oggetto le attività commerciali di Mps, attraverso la definizione di un perimetro selezionato e di adeguate misure di mitigazione del rischio”.

L’operazione Mps e i dati semestrali sopra le attese spingono il mercato a premiare in apertura di seduta le azioni Unicredit (+5%) e soprattutto quelle della banca senese (+10%).

I dati Unicredit. Secondo trimestre del 2021 chiuso con un utile netto a 1,03 miliardi di euro, più che raddoppiato rispetto ai 420 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Il dato è superiore al consensus del mercato che si fermava a 736 milioni. L’utile netto ‘sottostante’ della banca si è invece attestato a 1,1 miliardi di euro, anche in questo caso raddoppiato rispetto ai 528 milioni di un anno prima. Nel secondo trimestre il margine di intermediazione complessivo è salito a 4,39 miliardi (+5,5%), con un margine di interesse in calo a 2,2 miliardi (-8%) che ha risentito, tra le altre cose, “del minore rendimento relativo ai prestiti garantiti dallo stato e della continuata competitività del mercato” e commissioni salite a 1,67 miliardi (+21,4%) “grazie alle forti vendite lorde di prodotti assicurativi e di risparmio gestito”. I costi sono stabili su base annua e pari a 2,5 miliardi (+0,8%), con un rapporto cost-income al 56%. Le rettifiche sui crediti sono pari a 360 milioni (-61,6% anno su anno). Il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi è stabile al 4,7%, mentre il cet1 ratio ‘fully loaded’ è pari al 15,5%, con un costo del rischio contabile che si attesta a 33 punti base.

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Unicredit conferma ’la politica di distribuzione di capitale ordinaria con un payout del 50% dell’utile netto sottostante tra dividendi in contanti e riacquisti di azioni propriè. “Per il 2021, in via eccezionale, al fine di rispettare le raccomandazioni sui dividendi della Bce, la distribuzione ordinaria sarà limitata a 447 milioni fino al 30 settembre 2021”. In aggiunta, ricorda l’istituto, il 15 aprile 2021 l’assemblea degli azionisti ha approvato una distribuzione straordinaria per il 2021 pari a 652 milioni, integralmente sotto forma di riacquisto di azioni proprie. L’esecuzione non inizierà prima del primo ottobre 2021, “previa approvazione dell’organo di vigilanza Bce”.

Unicredit / Mps. La mossa di Unicredit su Mps mette per buona parte d’accordo gli analisti sulle condizioni poste, ovvero la neutralità sul capitale, un accrescimento significativo dell’utile per azione, la protezione dai contenziosi legali e l’esclusione dei crediti deteriorati da qualsiasi transazione. “Nel complesso, si tratta di un’evoluzione positiva per UniCredit”, sottolinea Berenberg che alza il titolo a ‘Buy’ e ritiene che se risultati degli stress test dell’Eba non dovessero essere favorevoli a Mps “potrebbero accelerare questo processo” la cui conclusione è già attesa per settembre. Jefferies (anche in questo caso buy) evidenzia che i paletti messi sono “un buon punto di partenza”. Le domanda semmai, viene sottolineato in un’analisi, rimangono sulla struttura e come la neutralità del capitale può essere raggiunta. “Le rigide condizioni concordate eliminano praticamente tutti i rischi associati all’acquisizione di Siena e preservano il potenziale di restituire agli azionisti gran parte del capitale in eccesso di Unicredit nei prossimi anni tramite buy-back e/o dividendi in contanti” scrive Exane Bnp Paribas che aggiorna il titolo a Outperform e aumenta il target price da 11,4 a 12,7 euro “su un costo del capitale più basso (dal 12.75% all′11.5%) dato il rischio ridotto ora associato a un accordo”. Più cauti da Keefe Bruyette & Woods. “Pensiamo che questa lista di requisiti si legga positivamente dal punto di vista degli azionisti di Unicredit, ma potrebbe anche implicare una struttura di transazione” in cui il gruppo guidato da Andrea Orcel compri “solo una lista di attività e passività e non un’entità legale, il che potrebbe rendere la transazione difficile da concordare tra le due parti”. Per questo “confermiamo che i nostri obiettivi di prezzo (10 euro) e le nostre raccomandazioni (underperform) continuano ad essere su base standalone”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.