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Unicredit: Equita boccia deal con Mediobanca. Focus su aumento

A Piazza Affari si continua a guardare con grande interesse a Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) che resta sotto i riflettori in attesa di capire quale sarà il futuro del gruppo, dopo che l'attuale AD Ghizzoni ha palesato la sua disponibilità a dimettersi per far sì che con il suo successore venga avviato il processo di ristrutturazione del gruppo.
Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di ieri con un rialzo inferiore al mezzo punto percentuale, quest'oggi ha ripreso la via delle vendite, passando di mano negli ultimi minuti a 2,934 euro, con una flessione del 2,07% e oltre 75 milioni di azioni scambiate fino ad ora, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 95 milioni di pezzi.

I pro e i contro di una fusione tra Unicredit e Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie)

Per domani è prevista una riunione del Cda per scegliere il cacciatore di teste incaricato di trovare il successore di Ghizzoni. Intanto la stampa continua a presentare diversi scenari per il futuro del gruppo, ventilando anche ipotesi di fantafinanza che però hanno poca presa sul mercato, come quella di una fusione tra Unicredit e Mediobanca.

Gli analisti di Equita SIM non vedono in questo ipotetico deal un forte razionale industriale, elencando i pro e i contro dell'operazione. Tra i pro si segnala che Alberto Nagel, attuale AD dell'istituto di Piazzetta Cuccia, sarebbe un CEO con un ottimo track record e un rapporto consolidato con gli investitori istituzionali.

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Inoltre, un CEO esterno con un mandato forte potrebbe prendere decisioni aggressive in termini di capital allocation, che un manager interno sarebbe più riluttante a proporre. Infine, Mediobanca rafforzerebbe la divisione corporate e investment banking di Unicredit.

Per quanto riguarda i contro gli esperti di Equita SIM segnalano in primis che il tema della debolezza del capitale non sarebbe risolto e le sinergie di costo sarebbero limitate.
In secondo luogo la SIM milanese fa riferimento all'integrazione di due culture molto differenti che presenterebbe dei rischi, senza dimenticare che la Mediobanca che siamo abituati a conoscere cesserebbe di esistere e il suo brand verrebbe diluito.

Gli analisti in caso di fusione non avrebbero dubbi su come investire, segnalando che sarebbe da scegliere Mediobanca rispetto ad Unicredit. Questo perchè la prima, avendo una capitalizzazione di mercato più piccola, potrebbe ottenere un premio senza imporre una diluizione significativa agli azionisti di Unicredit.
Gli azionisti di Mediobanca inoltre sarebbero chiamare a partecipare alla ricapitalizzazione di Unicredit.

L'aumento di capitale è l'unica opzione realistica

Proprio con riferimento a quest'ultima, gli analisti di Equita SIM confermano la loro view in base a cui la soluzione più realistica per aumentare il Common Equity Tier 1 di Unicredit è un aumento di capitale da 5 miliardi di euro.
Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) alternative di stampa rappresentano opzioni più dannose, come nel caso delle cessioni, o non risolutive, con riferimento alla fusione con Mediobanca.

Una ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro porterebbe il Common Equity Tier 1 dal 10,8% a oltre il 12%, riducendo il ROTE 2017 da 7% a 6%.
Gli esperti segnalano che le cessioni libererebbero 7,6 miliardi di euro, con un impatto di -20% sull'utile. La diluizione sarebbe superiore rispetto all’aumento, il ROTE 2017 scenderebbe di 120 punti base, rispetto ai 70 basis points con ricapitalizzazione.

Dal punto di vista strategico le vendite sarebbero più dannose compromettendo la potenza di generare utili nel medio periodo.
In caso di fusione con Mediobanca, il Common Equity Tier 1 aumenterebbe di 30 punti base e le criticità compenserebbero i benefici.

Lo scenario di un aumento è per gli analisti di Equita SIM la soluzione più probabile quindi il titolo resta ininvestibile fino al completamento dell’operazione.
La SIM milanese azzera le previsioni sul dividendo 2016 rispetto ai 20 centesimi stimati prima, tagliando le stime sulla cedola da 0,25 a 0,15 euro per il 2017 e il 2018.
Confermata la view neutrale su Unicredit che per Equita SIM resta da mantenere in portafoglio, con un prezzo obiettivo a 4,1 euro.

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