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UniCredit, ipotesi sconto aumento 30-40%, parte subito dopo conti-fonti

di Gianluca Semeraro e Paola Arosio

MILANO (Reuters) - L'aumento di capitale di UniCredit da 13 miliardi potrebbe prevedere uno sconto sulla parità teorica intorno al 30-40% e quindi un prezzo di emissione delle nuove azioni, calcolato pre raggruppamento 1 a 10, intorno a 1,2-1,3 euro.

E' questa l'ipotesi a cui si sta lavorando, secondo quanto riferiscono due fonti vicine alla situazione, una delle quali sottolinea che "non c'è ancora una decisione definitiva".

Una terza fonte spiega che l'operazione potrebbe partire subito dopo l'approvazione dei conti 2016, in agenda per il 9 febbraio.

UniCredit non ha commentato. Oggi il titolo viaggia intorno a 2,632 euro con un calo dell'1,79%, in linea con le altre banche italiane. Domani si tiene l'assemblea dei soci per approvare aumento e raggruppamento.

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Il mese scorso il Ceo Jean Pierre Mustier ha annunciato un aumento di capitale da 13 miliardi nell'ambito del nuovo piano strategico dell'istituto. Un'operazione 'monstre', la più grande mai realizzata in Italia, suscettibile di modificare anche in modo sostanziale gli equilibri dell'azionariato della banca già oggi molto frammentato.

Secondo tre fonti vicine alla situazione, uno dei principali soci, il fondo di Abu Dhabi Aabar, che ha il 5%, sottoscriverà l'operazione pro quota, con un esborso quindi intorno ai 650 milioni di euro.

Anche il mondo delle fondazioni, che oggi controlla circa il 9-10% complessivo della banca, dovrebbe aderire parzialmente. Una fonte vicina alla Fondazione Cariverona, che con il 2,7% è il primo socio italiano, ha sottolineato nei giorni scorsi che l'ente non ha preso una decisione la quale scaturirà da "una valutazione attenta di tutti i profili e sviluppi del turnaround di UniCredit". Anche Crt dovrebbe aderire, secondo una delle fonti, ma nel complesso la partecipazione delle fondazioni sarebbe destinata a diluirsi notevolmente.

In gioco c'è, tra le altre cose, la nuova governance della banca: dal 2018 il Cda sarà composto da 15 membri (oggi sono 17), un solo vicepresidente (e non tre) e rifletterà più di quanto non avviene ora la composizione dell'azionariato. Non è escluso tuttavia che gli enti mettano sul piatto l'adesione all'operazione, che dovrà comunque essere coerente anche con i limiti imposti dal protocollo Acri-Mef dello scorso anno sulle partecipazioni bancarie, a fronte di mutamenti di governance introdotti già con la prossima assemblea di bilancio. Anche da alcuni soci esteri verrebbe avanzata la stessa istanza.

Nel frattempo Mustier prosegue il roadshow per presentare piano e aumento agli investitori. Lunedì è stato a Londra riscuotendo consensi sia sul piano sia sulla ricapitalizzazione. "È un'operazione che parte sotto una buona stella", ha commentato uno dei partecipanti al roadshow. "Già quando è stato costituito il consorzio c'è stato un assalto al treno, tutti volevano partecipare. Ciò fa ben sperare anche per la sottoscrizione dell'aumento", ha aggiunto.

Sullo sfondo resta la suggestione di un'operazione di M&A a valle dell'aumento. "UniCredit difficilmente rimarrà così com'è. Dopo l'aumento sarà in perfetta forma, Mustier fa un'operazione di pulizia importantissima. E' probabile che ci sarà un'operazione e sarà difficile per gli attuali soci opporsi", spiega una fonte.

Opinione che trova conferma nell'allarme lanciato oggi ai microfoni di Radio 24 dal presidente della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia. "C'è un disegno per portare UniCredit in Francia e così assicurare il controllo su Generali e aumentare la presa in Mediobanca", ha detto.

Nei mesi scorsi si è parlato di una possibile fusione con Société Générale. "Potrebbe non essere SocGen", dice però la fonte senza dare ulteriori dettagli.

Ha collaborato da Dubai Stanley Carvalho