UniCredit, per Amundi obiettivo banca su prodotti in-house compatibile con accordi
PARIGI (Reuters) - L'obiettivo di UniCredit di riportare in-house circa il 15% dei prodotti in fondi che attualmente vende ai propri clienti non è in contrasto con gli accordi che la banca ha preso con Amundi.
Lo ha detto l'amministratrice delegata dell'asset manager francese Valérie Baudson.
Martedì l'AD di UniCredit Andrea Orcel ha comunicato l'intenzione della banca di aumentare di 400 milioni di euro all'anno le commissioni che intasca dalla vendita di prodotti di gestione patrimoniale, di cui a fine settembre aveva collocato presso i clienti 134 miliardi di euro.
UniCredit vuole arrivare a circa 20 miliardi di euro di fondi interni, ha detto Orcel.
"Questo approccio è totalmente compatibile con gli accordi che abbiamo con UniCredit, che non sono stati messi in discussione e che scadono nel luglio 2027", ha detto l'Ad di Amundi ai giornalisti nella tarda serata di ieri durante una conference call.
UniCredit e Amundi sono legati da un accordo di distribuzione decennale firmato nel 2017, quando UniCredit ha venduto Pioneer, il proprio asset manager interno, ad Amundi.
In base a tale accordo, i fondi del gruppo francese devono rappresentare una quota predefinita degli asset under management (Aum) della banca italiana.
Orcel, che da quando è entrato in carica nel 2021 ha lavorato per aumentare i ricavi da commissioni della banca, ha commentato martedì che UniCredit ha "riequilibrato" il proprio rapporto con Amundi.
Reuters ha riportato per la prima volta a maggio che UniCredit stava riducendo la percentuale di fondi Amundi collocati presso i propri clienti, dopo che Orcel non era riuscito a convincere il partner francese a rinegoziare i contratti prima della scadenza.
Sostituendo i fondi Amundi con prodotti propri o di partner che pagano di più alla banca per vendere i loro fondi, UniCredit aumenta la quota di commissioni di distribuzione nella gestione patrimoniale che intasca.
Martedì Orcel ha detto che il suo obiettivo è quello di trattenere l'80% delle commissioni di distribuzione tra tre o quattro anni, rispetto all'attuale 70%.
"In termini di valore, credo che internamente, in senso stretto, si tratti di circa 20 miliardi di euro", ha detto.
(Tradotto da Camilla Borri, editing XXX)