Unione Europea: tasso occupazione a +0,3% nel quarto trimestre 2020
Nel quarto trimestre del 2020 in Unione Europea cresce a ritmo più lento l'occupazione arrivando a segnare +0,3%, in calo rispetto al precedente +1%.
Sono 1.563 i contagi da coronavirus nel Lazio oggi, 6 marzo, secondo il bollettino della regione. Da ieri registrati altri 13 morti. A Roma sono stati individuati altri 600 casi covid. "Su quasi 14 mila tamponi nel Lazio (-2.154) e oltre 25 mila antigenici per un totale di 39 mila test, si registrano 1.563 casi positivi (+38), 13 i decessi (-6) e +943 i guariti. Diminuiscono i decessi e le terapie intensive, mentre aumentano i casi e i ricoveri. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 11%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende sotto al 4%. I casi a Roma città sono a quota 600", sottolinea l'assessore alla Sanità e l’integrazione sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato. "Nelle province si registrano 520 casi e sono cinque i decessi nelle ultime 24 ore. Nella Asl di Latina - ricorda D'Amato - sono 148 i nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano due decessi di 65 e 96 anni con patologie. Nella Asl di Frosinone si registrano 291 nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio, contatti di un caso già noto o con link familiare. Si registrano due decessi di 71 e 80 anni con patologie". A Viterbo "si registrano 49 nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registra un decesso di 76 anni con patologie. Nella Asl di Rieti si registrano 32 nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto", conclude l’assessore alla Sanità della Regione Lazio.
La corrispondente Rai sarà sul palco di Sanremo: "Emozionata, l'Ariston fa più paura delle bombe"
di Silvia Mancinelli Genitori, insegnanti e bambini si sono dati appuntamento questa mattina in piazza Colombo, a Sanremo, per manifestare contro la chiusura delle scuole. I piccoli studenti portano cartelli colorati con i quali chiedono di tornare sui banchi, perché "la dad non è abbastanza". "Non è possibile che ci siano centri commerciali aperti e scuole chiuse - dice all’Adnkronos Chiara, una mamma - e non è questione di portarli in classe per non prendere una babysitter, è permettere ai bambini e ai ragazzi di vivere esperienze fondamentali, non abbandonandoli. Le scuole hanno adottato protocolli molto seri e bisognerebbe investire in questo senza guardare solo alla curva dei contagi". "La scuola non sia utilizzata come mezzo per epurare da una pandemia che in realtà la tocca solo marginalmente. Sono un insegnante della scuola dell’infanzia - aggiunge Giuliano Borro - e mi rendo conto di quanto i bambini della mia classe stiano perdendo numerose opportunità di gioco, di fare esperienza, di crescere. Per loro tutto sommato la scuola anche in epoca Covid è un momento di normalità che le istituzioni però non appoggiano. Abbiamo avuto un anno in cui le cose sono state fatte in maniera parziale: se si intervenisse con un piano vaccinale serio, probabilmente la situazione andrebbe a migliorare, anche perché i contagi all’interno delle scuole sono relativamente pochi e i bimbi che abbiamo avuto positivi non hanno contagiato alcun compagno". "I ragazzi sono venuti fino ad ora in presenza al 50% con una didattica alternata, e questo già un minimo è riuscito a mantenere un contatto. E però difficile per loro adeguarsi a questa didattica a distanza che li tiene seduti davanti a un computer dalle 7,50 alle 13,50 - aggiunge Anna Maddalena, insegnante dell’istituto alberghiero di Arma di Taggia - Per una emergenza circoscritta può essere una soluzione ma se dovesse prolungarsi nel tempo, ritengo che sia giusto creare una possibilità perché si trovi la maniera di continuare a studiare seriamente non rinunciando alla relazione umana. Per come la farei io, la scuola, ridurrei il numero degli alunni all’interno delle classi, aumenterei il numero dei professori e gli spazi e le strutture che servono per questo tipo di situazione".
Sono 1.483 i contagi da coronavirus in Puglia oggi, 6 marzo, secondo il bollettino della regione. Da ieri, registrati altri 15 morti. Cala il numero dei decessi, crescono i guariti ma a ritmo rallentato. Scende leggermente il numero dei ricoverati. I nuovi positivi, su 10.526 test, sono 600 in provincia di Bari, 78 in provincia di Brindisi, 110 nella provincia Bat, 208 in provincia di Foggia, 170 in provincia di Lecce, 310 in provincia di Taranto, 4 casi di residenti fuori regione, 3 casi di provincia di residenza non nota. Sono 34.853 i casi attualmente positivi, ieri erano 34.250 (+603). I pazienti ricoverati sono 1.439, ieri erano 1.443 (-4). Il totale dei casi positivi Covid in Puglia dall'inizio dell'emergenza è di 154.302 così suddivisi: 59.499 nella provincia di Bari; 16.159 nella provincia di Bat; 11.336 nella provincia di Brindisi; 30.386 nella provincia di Foggia; 13.209 nella provincia di Lecce; 22.914 nella provincia di Taranto; 609 attribuiti a residenti fuori regione; 190 provincia di residenza non nota.
Ampi, morbidi, comodi, trendy. From Cosmopolitan
"La situazione di Kaio Jorge è complicata. Fra tre/quattro mesi può firmare un...
AGI - Qualche prenotazione e richieste di informazioni dai turisti italiani per i mesi di luglio e agosto, ma la 'casella' degli stranieri resta 'in bianco' per le strutture ricettive della Sardegna. L'effetto 'zona bianca' non ha dato riscontri negli alberghi e nei camping. O meglio, non ancora, considerato che sono passati solo cinque giorni dall'approdo nell'area con minori restrizioni. Va invece meglio negli agriturismo della Sardegna, che accolgono clienti sardi e stanno già ricevendo le prenotazioni per le feste pasquali. La stagione turistica estiva perde invece i mesi 'laterali' (maggio-giugno e settembre-ottobre), quando storicamente si accolgono gli stranieri: "Solitamente - ha ricordato all'AGI il presidente di Federalberghi Sardegna Paolo Manca - in questo periodo avevamo il 50-60% delle prenotazioni già effettuate da parte degli ospiti stranieri, e al 31 marzo si arrivava all'80%, mentre ora non ne abbiamo". I turisti che arrivavano soprattutto dal centro Europa, "tendenzialmente si organizzano prima per le vacanze estive". Vuota la 'casella stranieri' anche nei campeggi, ha confermato all'AGI Nicola Napolitano, presidente Faita Sardegna (l'associazione dei camping). "A inizio marzo, solitamente abbiamo già il 50% delle prenotazioni, e un quadro chiaro per strutturare la stagione", ha spiegato, "mentre quest'anno siamo fermi al 10%, le abbiamo solo per il mese di agosto e con turisti italiani". L'attenzione dei rappresentanti di categoria è rivolta anche ai collegamenti con il resto dell'Italia e l'estero: "La politica si attivi per sciogliere il nodo dei trasporti - ha auspicato Napolitano - che incide per il 40% nel budget del turista e ancora di più in questo momento storico segnato dal Covid. Quando le prenotazioni si sbloccheranno il turista deve avere la possibilità di arrivare in Sardegna a costi accessibili, altrimenti siamo doppiamente penalizzati". "Si deve lavorare - gli ha fatto eco Manca - per creare un contesto che permetta, da fine maggio, di essere ospitali". In un quadro in cui gli spostamenti tra regioni subiscono ancora limitazioni, e nel resto d'Italia ci sono zone in cui la situazione è ancora delicata, la 'zona bianca' ha avuto immediati effetti sul turismo 'locale'. Le aperture serali per le cene, secondo la Coldiretti, valgono l'80% del fatturato degli agriturismi sardi. "Finalmente stiamo lavorando, a ranghi ridotti ma abbiamo ripreso a lavorare", ha affermato la presidente di Terranostra, l'associazione degli agriturismi Coldiretti, Michelina Mulas. Precisando che si tratta di clienti 'locali' "in particolare gli storici, che hanno già cominciato a prenotarsi anche per le festività pasquali". Mentre "tutto tace sul fronte nazionale ed estero. La situazione è ancora in divenire e incerta e non consente di poter programmare neppure a breve termine".
Tanti look diversi per i Big nel corso della quarta serata del Festival di Sanremo 2021
Alessio Feniello aveva portato dei fiori al figlio sul luogo della tragedia di Rigopiano, violando i sigilli. Il padre di Stefano è stato assolto.
Domenica in campo Roma-Genoa: le info tv e streaming e le probabili formazioni.
Sarà un concerto-evento in uno scenario di grande bellezza come il Teatro Donizetti di Bergamo quello che vedrà Riccardo Muti alla guida dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, sponsorizzato da Bper Banca. Il concerto sarà registrato a porte chiuse il 10 marzo, nel teatro da poco restaurato, e sarà trasmesso il 21 marzo in streaming sul sito di Bper (www.bper.it). "Il concerto da me diretto con l'Orchestra Cherubini a Bergamo è un dono che Bper Banca ha voluto fare a Bergamo che tanto ha sofferto in questo periodo di tragica pandemia", ha detto Riccardo Muti nel corso di un intervento video alla presentazione dell'evento, che segna la partenza della tournée che vedrà Muti e l'Orchestra Cherubini il 26 marzo al Teatro Mercadante di Napoli e il 28 al Massimo di Palermo. "Tutto il paese è ancora sofferente per il diabolico virus - ha proseguito Muti - ma il concerto è un segnale che Bper Banca ha voluto dare di sostegno morale e spirituale a una città che ha pagato un così alto tributo ed è anche un segnale per il prezzo alto che in generale la cultura ha pagato in tutto il Paese e speriamo sia di buon augurio per il futuro di tutta l'italia". Un evento con il quale "vogliamo dare un messaggio di ripresa e di speranza", ha spiegato Stefano Rossetti, vice direttore generale vicario di Bper Banca. "Quando lo abbiamo pensato - ha aggiunto - immaginavamo un teatro pieno, invece oggi saremo supportati dalla tecnologia e non viene meno lo spirito con cui l'avevamo ideato. Avevamo pensato anche ai camici bianchi, avremmo voluto averli ospiti, ma dedicheremo loro attraverso il nostro sito questo progetto che credo sia un evento molto importante". Rossetti ha ricordato che Bper, dopo l'acquisizione degli sportelli Ubi, è "il terzo gruppo bancario italiano" e su Bergamo "siamo con circa un'ottantina di sportelli nella provincia e soprattutto con le caratteristiche che ci hanno contraddistinto in 152 anni di storia: essere vicini ai territori, ascoltarli e provare a inserirci nelle loro dinamiche. Lo facciamo attraverso la cultura, che consideriamo un motore potentissimo e pensiamo che se questo Paese si riprenderà uno dei volani sarà proprio la cultura. Vogliamo essere una Banca che sa interpretare le istanze dei territori e soprattutto, come responsabilità sociale, che sa anche restituire ai territori quel valore che si è ricreato". "La scelta di Bergamo - ha osservato Rossetti - voleva essere unita alla ripresa, ma purtroppo ci ritroviamo con questo virus maledetto che sta mostrando forse quelle che sono le ultime modalità aggressive. Vogliamo dare quindi con questo evento un messaggio di ripresa e speranza, anche perché una luce in fondo al tunnel si vede e questa luce sono i vaccini. Quindi speriamo che questi siano gli ultimi sacrifici che dobbiamo affrontare". Rossetti infine ha sottolineato che Bper cerca di fare al meglio quello che sa fare, "misurati più sui fatti che sulle opinioni", chiarendo che la scelta di trasmettere il concerto il 21 marzo e non il 18, giornata della memoria delle vittime del Covid, è maturata perché coincide con l'inizio della primavera ed è quindi segno di speranza". Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha ringraziato Bper, Ravenna Festival e il "cittadino onorario di Bergamo, Muti" ricordando il rapporto che lega il maestro napoletano al capoluogo lombardo "suggellato nel 2016 quando venne a Bergamo per festeggiare i 50 anni di carriera iniziata proprio nella nostra città. E siamo felici che il tour del Ravenna Festival che vede l'Orchestra Cherubini diretta da Muti parta proprio da Bergamo. L'evento celebra un anno dalla dolorosa primavera 2020, circostanza che ha portato il presidente del Consiglio Draghi a decidere di essere nella nostra il 18 marzo in occasione della giornata delle vittime del Covid istituita dal Parlamento". Gori ha poi sottolineato che "questa iniziativa segna il primo passaggio pubblico di Bper Banca sul territorio. Un istituto che ha 150 anni di storia e nelle sue corde, per esperienza e spirito padano, tutte le carte in regola perché i bergamaschi la sentano come propria". E ha infine ricordato che dopo i restauri (18 milioni di euro finanziati per il 50% dai privati), il Teatro Donizetti non ha "ancora avuto un passaggio pubblico di riconsegna alla città, per questo il concerto di Muti è importantissimo". Il programma del concerto, illustrato dal sovrintendente di Ravenna Festival, Antonio De Rosa, prevede "la sinfonia del 'Don Pasquale' di Donizetti, cui Muti è molto legato anche perché proprio per dirigere quell'opera fu chiamato da Karajan al Festival di Salisburgo nel 1971, momento assai importante per la sua carriera. Poi c'è 'l'Eroica' di Beethoven che cambia il paradigma delle sinfonie romantiche. Non è un requiem ma un ricordo molto partecipato di quella che è stata l'esperienza drammatica del covid a Bergamo", ha osservato De Rosa. Quanto ai costi dell'operazione, ha aggiunto il sovrintendente del Ravenna Festival, "non si conoscono ancora si sapranno a consuntivo. Presenteremo le spese a Rossetti - ha aggiunto sorridendo - ma parteciperemo anche noi con piccola quota grazie alle risorse messe a disposizione dal ministro Franceschini e dal Parlamento per l'Orchestra Cherubini, che in questo periodo non si è mai fermata". Quello di Muti a Bergamo "è un gradito ritorno e oggi la sua presenza è una necessità urgente - ha detto Giorgio Berta, presidente della Fondazione Teatro Donizetti - Questa riapertura è un passo verso la normalizzazione e il fatto che la tournée del Ravenna Festival parta da Bergamo ha un forte valore simbolico per la vicinanza a un territorio che più di altri ha sofferto per la pandemia. Bper banca ci ha creduto molto e ha fatto investimento importante, una scelta controcorrente ma vincente. E' una banca fatta da persone per bene e operose, come il nostro territorio, e le nostre imprese hanno bisogno di banca che ne colga umori e tendenze. Credo - ha concluso Berta - che con Bper siamo sulla buona strada e questa impresa ne è la più evidente dimostrazione".
Draghi indica all'Europa il rispetto di sé, il sovranismo casereccio è all'angolo, la sinistra smarrita non ne approfitta
Zlatan Ibrahimovic devolverà il cachet del Festival di Sanremo in beneficenza.
AGI - Contro i troppi casi di femminicidio si leva la voce dell'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, anzi il suo "grido di protesta". E' un messaggio forte quello scelto dall'arcivescovo in occasione della giornata internazionale della donna, il prossimo 8 marzo. Un omaggio all'amore tra uomo e donna "Quale cantico canterai oggi, Sposa dell'Agnello?" è un omaggio all'amore tra l'uomo e la donna, ma anche una seria denuncia contro gli innumerevoli episodi di donne maltrattate e uccise spesso dai propri compagni. "L'umanità incompiuta semina nel giardino un grigiore che spegne i colori e la gioia" si legge nella prima parte "L'uomo senza la donna, la donna senza l'uomo cantano la malinconica elegia dell'incompiuto". "Sarò la voce di ogni donna ferita" Poi l'affondo di Delpini. "Contro la viltà del prepotente, contro la violenza ottusa che colpisce, contro la pretesa aggressiva di possedere, contro la perfidia dell'umiliare, alzerò il grido della protesta". "E sarò la voce di ogni donna ferita, di ogni giovinezza negata, di ogni bellezza sfruttata, di ogni fedeltà tradita. Alzerò il grido della protesta e l'invocazione della giustizia per ogni bambina violata, per ogni ragazza ingannata, per ogni maturità umiliata, per ogni morte violenta" scrive l'arcivescovo di Milano. "Alzerò il grido della protesta contro ogni uomo che percuote una donna - continua - , contro ogni uomo che disprezza una sorella, un fratello. Alzerò il grido della protesta per ogni casa corrotta a prigione, per ogni bellezza ridotta a spettacolo, per ogni sogno trasformato in incubo, per ogni donna usata come oggetto". Scriviamo insieme un nuovo patto, la sinfonia dei mondi Il testo si conclude con un invito al "popolo immenso di donne e di uomini" a scrivere insieme un nuovo patto, una "sinfonia dei mondi" capace di raccogliere e custodire "tutte le voci e tutte le speranze". Ma per fare questo serve l'impegno di tutti: "Come scrivere una sinfonia dei mondi, se non la scrivete anche voi?".
AGI - "È importante peregrinare verso i luoghi sacri: è il segno più bello della nostalgia del Cielo sulla Terra. Perciò amare e custodire i luoghi sacri è una necessità esistenziale, nel ricordo del nostro padre Abramo, che in diversi posti innalzò verso il cielo altari al Signore". Sono le parole di papa Francesco pronunciate nell'incontro interreligioso di Ur dei Caldei durante la sua visita storica in Iraq. Il Pontefice si è recato nella Terra di Abramo per sottolineare "l'importanza del ritorno ai luoghi sacri dopo la persecuzione" ma anche per marcare la sua apertura verso il mondo islamico. E' la sua sesta visita in un Paese musulmano dopo Egitto, Emirati, Marocco e Turchia ed è la prima in una nazione con la forte presenza della minoranza sciita. Francesco ha voluto così porgere la mano della Chiesa a tutto il mondo islamico non solo a quello maggioritario. E lo testimonia il colloquio - durato oltre cinquanta minuti - con l'ayatollah Ali al-Sistani a Najaf. Francesco ha voluto onorare i luoghi sacri dell'Iraq che in questi anni - e non solo - hanno tanto sofferto a causa di odio e violenza. Najaf Papa Francesco, al primato della visita in Iraq, ha voluto sommarne un altro: quello della più alta carica della Chiesa a visitare la città sacra di Najaf, luogo di pellegrinaggio per decine di migliaia di sciiti ogni anno. Nel mondo solo la città santa iraniana di Qom la supera per importanza agli occhi degli sciiti. Najaf accoglie il santuario dell'Imam Ali bin Abi Talib, il cugino del profeta Maometto, califfo e guida degli sciiti. La città è gioiello accademico del mondo sciita, qui si sono formati i sapienti più grandi, tra cui proprio l'ayatollah Ali al-Sistani. L'Antica città di Ur Considerata un luogo simbolico per i seguaci delle religioni monoteiste perché menzionata nei libri sacri come il luogo di nascita del profeta Abramo, il quale, secondo la narrativa religiosa, rifiutò il culto del suo popolo agli e ne uscì portando il messaggio dell'unico Dio, secondo le credenze monoteiste. Abramo è ricordato come il "padre" dei messaggi celesti, indipendentemente dai suoi seguaci. La visita del Papa nella sua città natale rientra nel quadro della sua ricerca di ciò che unisce e non ciò che divide. L'immagine dell'Iraq nei media di tutto il mondo è spesso legata a guerre, massacri e devastazioni e la visita del Papa mette in risalto il valore civile, culturale e umano di quella terra. La Mesopotamia non fu solo il luogo di nascita di molte scienze umane ma anche la prima culla dell'idea religiosa delle antiche civiltà. La terra dell'Iraq ha un posto simbolico nelle credenze dei seguaci di tutte le religioni monoteiste. Ebrei, cristiani e musulmani sono unanimi nel credere alla storia della Torre di Babele e alla buona novella del profeta Giona al popolo di Ninive, e prima di questo e quello, sulla nascita del profeta Abramo, nella piana di Ur, che nella tradizione cristiana è legata al patriarca del popolo d'Israele. Ur dei Caldei, una delle più antiche e importanti città sumeriche, conosciuta come Tell al-Muqayyar, 'collina della pace', è stata la capitale di un impero Sumerico, che alla fine del III millennio a.C. dominava su tutta la Mesopotamia. Francesco e le altre terre dell'Islam Nel 2017 Papa Bergoglio avviò dal Cairo il suo cammino di fratellanza verso il mondo islamico. Qui fece il suo discorso alla celeberrima Università di Al Azhar, da dove nel 2009 l'allora presidente americano, Barack Obama, propose il "nuovo inizio" nei rapporti tra Occidente e Islam dopo l'orrore dell'11 settembre. Al Cairo Francesco strinse il suo rapporto fraterno con l'Imam dei Al Azhar, una delle cariche più alte del mondo sunnita, Ahmad Al-Tayyib. E con lui ha firmato il documento sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, il 4 febbraio 2019 al Founder's Memorial di Abu Dhabi. Terra solcata per la prima volta da un Papa. Bergoglio visitò l'Università, per secoli faro invece della sapienza sunnita, il 28 aprile 2017. L'Università, il più grande istituto accademico religioso del mondo islamico, ha sede nella moschea di al-Azhar "'al-Giāmi' al-azhar 'la moschea splendida' del Cairo, fondata nel 970. E' una delle più note moschee di tutto il mondo islamico. Meno di due mesi dopo Francesco è stato accolto in Marocco, porta d'Africa e ponte con l'Europa. Qui con il re Mohammed VI, ritenuto emiro dei fedeli, ha visitato l'istituto degli Imam, predicatori e predicatrici. Qui si formano centinaia di imam provenienti dall'Africa e dall'Europa. In modo che possano tornare nei loro Paesi a predicare il messaggio della fratellanza, contro ogni estremismo. Il 26 maggio 2014, il pontefice incontrò il Muftì di Gerusalemme sulla Spianata delle Moschee (Monte del Tempio in ebraico), luogo sacro fondamentale sia per i musulmani che per gli ebrei che sorge su una collina all'interno della città vecchia. Per i musulmani è il 'luogo più vicino al Paradiso', per gli ebrei è la fonte dell'ebraismo. Pochi mesi dopo, il 29 novembre, il Papa ha visitato la basilica di Santa Sofia (non ancora moschea, prima della riconversione decisa a luglio dell'anno scorso) a Istanbul. Nella metropoli sul Bosforo, Bergoglio ha visitato anche la Moschea Blu, inaugurata nel 1617 durante il mandato di Mustafa I e il cui nome in lingua turca è Sultanahmet Camii, ovvero Moschea del Sultano Ahmed I. Bergoglio era accompagnato dalla massima autorità islamica turca, il Gran Muftì. Il 2 ottobre 2016, il Papa ha visitato la moschea di Baku, con lo sceicco capo dei musulmani nella regione e rappresentanti ebrei ed ortodossi. Dall'Azerbaigian, Paese musulmano dove vivono poche centinaia di cattolici, Francesco ha lanciato un appello: "Mai più violenza nel nome di Dio". Dio, ha ammonito, "non può essere invocato per interessi di parte e per fini egoistici, non può giustificare alcuna forma di fondamentalismo, imperialismo o colonialismo”.
Sara Ricciardi, studentessa 19enne di Macomer è morta dopo una malattia incurabile, e il sindaco dispone lutto cittadino in sua memoria.
Achille Lauro, nella quarta serata di Sanremo, si è vestito da sposa e ha baciato il chitarrista Boss Doms.
Il Milan sfrutta la trasferta di Verona per monitorare da vicino le prestazioni di Zaccagni e Lovato.
Con 250 casi ogni 100mila abitanti consigliata zona rossa automatica, togliendo discrezionalità ai Governatori
La MLS ha deciso di indagare sull'arrivo di Blaise Matuidi all'Inter Miami.