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Università: le spese da considerare per accantonare il budget necessario

Università: le spese da considerare per accantonare il budget necessario

Mandare e mantenere i figli all'università in Italia è  una spesa che non tutte le famiglie possono sostenere. Le università italiane, infatti, sono tra le più care in Europa. Le rette universitarie variano in base al reddito, alla regione e all’indirizzo universitario.
Esistono, di norma, 5 fasce di reddito, calcolate sulla base di valori di Isee fissi:

  • prima fascia per redditi pari a 6000 euro

  • seconda fascia per redditi pari a 10.000 euro

  • terza fascia fino a 20.000 euro

  • quarta fascia fino a 30.000 euro

  • quinta fascia per redditi superiori.

Ma non solo. Studiare Lettere a Bari, ad esempio, è più accessibile che iscriversi a Medicina a Torino. Le facoltà di Medicina, Ingegneria, Architettura e Farmacia sono le più care. Inoltre, secondo un’indagine di Federconsumatori, gli studenti al nord pagano circa il 13% in più rispetto alla media nazionale per la prima fascia e circa il 32% in più se si considera la fascia più alta.
Qualche cifra? Per un anno di ingegneria all’Università Federico II di Napoli si spendono di tasse in media 1432 euro; per un anno di Chirurgia all’Università Bicocca di Milano si può arrivare a 3000 euro.
Il primato va all’Università di Parma con una retta di 865,52 euro annui per le facoltà scientifiche e di 740 euro per quelle umanistiche, oltre il 70% in più rispetto alla media nazionale. Mentre la più economica risulta l'Università Aldo Moro di Bari, ma occorre precisare che parte dell'importo della retta è influenzato dal merito: con una votazione media bassa o un basso numero di crediti conseguiti scatta un aumento delle tasse.
Facendo una media, per le tasse universitarie si spende in un anno intorno ai 1.000 euro.
A questi vanno sommati i costi dei libri: circa 450 euro nelle facoltà umanistiche, da 550 a 750 euro in quelle scientifiche.
Ma chi – per necessità o per scelta - cambia città per studiare si prepari a un salasso! Uno studente italiano "fuori sede" spende fino a 6.958 euro annui in più rispetto a uno studente residente. E secondo i dati Istat sarebbero circa il 20% del totale, a cui però si devono aggiungere gli studenti pendolari.
Quali sono le voci di spesa più significative? Innanzitutto l’affitto, con le spese accessorie (riscaldamento, spese condominiali, energia elettrica): in media 5.000 euro all’anno per una stanza singola, 3.800 circa per una stanza condivisa con altri studenti. Si spende di più al Centro, meno al Sud. Per la mensa si devono calcolare altri 220 euro al mese.
Insomma, da un’inchiesta svolta da Adiconsum sui costi relativi alle tasse universitarie, ai libri, al vitto e all’alloggio in dieci atenei italiani risulta che mantenere uno studente all’università fuori sede costa alla sua famiglia come minimo circa 7.000 euro l’anno.
Il consiglio è quello di verificare sul sito dell’ateneo l’esistenza di agevolazioni per il diritto allo studio.
E se vostro figlio, una volta raggiunta la laurea, volesse proseguire gli studi?
Mettete da parte circa 6.500 euro all’anno per un master universitario. Ma si arriva anche a 18.900 euro per un master in ingegneria della durata di 24 mesi!