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L’uomo più ricco del mondo, Carlos Slim

Un tycoon delle telecomunicazioni in America Latina. Ma anche un filantropo tutto famiglia, progetti sociali e sculture di Rodin

La rivista americana Forbes l’ha messo in cima alla classifica degli uomini più ricchi del mondo per il terzo anno di fila, nonostante abbia perso 5 miliardi di dollari tra il 2011 e il 2012. E il Bloomberg billionaires index, l’indice che ogni giorno fa i conti in tasca ai paperoni, conferma. Con un patrimonio da 69 miliardi di dollari - otto più di Bill Gates - il 72enne magnate delle telecomunicazioni messicano Carlos Slim Helù siede sulla fortuna più grande del globo.

Slim è il proprietario di America Movil, il maggiore operatore telefonico dell’America Latina: è diffuso in 11 Paesi e serve oltre 150 milioni di clienti. Sua è anche Telmex, l’ex compagnia telefonica di Stato privatizzata a inizio anni Novanta. Ma l’impero di Slim non si ferma alle telecomunicazioni. Tocca l’edilizia con la società Immuebles Carso, il settore minerario con Minera Frisco, la finanza con il Grupo Financiero Inbursa. E attraverso il Grupo Carso controlla circa 200 società: industrie, negozi, alberghi, ristoranti. Slim possiede anche l’8% della New York Times Co., casa editrice dell’omonimo quotidiano. E a fine anni Novanta ha acquistato il 3% delle azioni Apple. La sua ultima avventura è la web tv: ha da poco lanciato un canale on demand che funziona solo su Internet, Ora.tv. Per guidarlo ha chiamato Jon Housman, ex manager di Digital journalism alla corte di Rupert Murdoch.

Ma chi è questo tycoon delle telecomunicazioni? La sua "fonte di benessere", si legge nella scheda compilata da Forbes, è "self-made": se l’è creata da solo. In effetti Slim è diventato il magnate di oggi grazie a un’operazione lungimirante: nei primi anni Novanta, quando il sistema delle telecomunicazioni messicane è stato privatizzato, ha acquisito il 5,8% della compagnia di Stato Telmex. Da lì in poi la sua fortuna è lievitata. Ma Slim faceva affari già da 30 anni: ha iniziato dopo la laurea in ingegneria civile, nel 1965. Aveva appena 25 anni quando ha acquisito alcune società immobiliari per fonderle nel Grupo Carso. Certo, la liquidità non gli mancava: suo padre, un immigrato libanese, negli anni Venti aveva fondato la fortunata catena di drogherie "La estrella del Oriente". Carlos ha saputo sfruttare i soldi di famiglia infilando una serie di investimenti oculati. Come l’acquisizione della maggioranza di Cigatam, società partecipata anche da Philip Morris, nei primi anni Ottanta. Diventando azionista del colosso del tabacco Slim ha fatto crescere esponenzialmente il suo patrimonio. Nel corso del decennio ha acquisito cartiere e aziende produttrici di alluminio che poi ha venduto per concentrarsi sulle telecomunicazioni.

Accanto agli affari, però, emerge la figura di un uomo molto legato alla famiglia: il gruppo Carso prende il nome dall’unione tra Carlos e Soumaya, la donna che Slim ha sposato nel 1965 e dalla quale ha avuto sei figli. Quando è morta, nel 1999, Slim ha perso l’amore della sua vita. Nel 2011 ha creato un museo a nome della moglie, il Soumaya Museum, raccogliendovi le settantamila opere d’arte di proprietà della famiglia. Dai bozzetti di Leonardo Da Vinci alle tele del Tintoretto fino alle sculture di Rodin, grande passione di Carlos. Slim possiede la più grande collezione di Rodin al di fuori della Francia.

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Oltre all’arte, Slim ha sempre sostenuto progetti sociali: ha aiutato 165mila ragazzini messicani a continuare i loro studi, ha aperto due fondazioni – la Carlos Slim e la Telmex Foundation – per sostenere programmi di sanità e istruzione che migliorino la condizioni di vita dei suoi connazionali.

Poche, a quanto pare, le macchie legali sul suo impero. Una è recente: su America Movil pende una multa da un miliardo di dollari, comminata dall’Antitrust messicano per sospette pratiche monopolistiche. Il gruppo ha fatto ricorso, ma molti spiegano con questa minaccia l’interesse di Slim verso l’Europa. America Movil, infatti, ha da poco rilevato il 4% di Telekom Austria e sta cercando di alzare la sua quota in Kpn, la compagnia telefonica olandese. L’Aja, però, sta osteggiando l’operazione in tutti i modi. Nel 2007 si era parlato anche di un approdo di Slim in Telecom Italia. Se ne vocifera pure adesso, ma senza conferme di alcun genere. In ogni caso, l’opinione degli osservatori è che i problemi di antitrust potrebbero spingere Slim a puntare su mercati esterni all’America Latina. Gli eredi di Slim, più che il patron: Carlos in questo momento è più attivo come presidente delle due fondazioni umanitarie che come businessman.

Note particolari: non si sa che orologio porti oggi, ma come spiegava la Bbc due anni fa, all’epoca della prima scalata alla classifica degli uomini più ricchi del mondo, per tutti gli anni Novanta Carlos Slim ha indossato un modello di plastica. E non ha mai viaggiato su jet privati.