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Usa: ancora luci e ombre tra scandali e trimestrali

Tris di audizioni nei prossimi giorni nell'ambito del Russiagate e intanto a Wall Street c'è lo stillicidio delle trimestrali.

Il caso Russiagate: convocazioni in vista

Il primo ad essere ascoltato dal Senato, il 24 giugno, sarà Jared Kushner, genero del presidente Donald Trump nonchè marito della figlia prediletta del tycoon, Ivanka. A ruota, per la precisione il 26, saranno chiamati in causa, sempre dalla Commissione Intelligence, anche il primogenito del presidente, Donald jr, e l'ex manager della campagna elettorale del repubblicano, Paul Manafort. Questi ultimi due, a differenza di Kushner, che invece sarà ascoltato in forma privata, dovranno affrontare un'udienza pubblica . Intato la stampa Usa sottolinea come proprio Manafort sia sospettato di aver contratto debiti per oltre 17 milioni di dollari con alcuni esponenti dell'oligarchia russa, tesi del tutto smentite dal portavoce dell'ex collaboratore di Trump. Da parte sua, il presidente Usa è tornato ad attaccare i responsabili delle indagini in corso, in primis l'e x capo dell'FBI James Comey, reo a suo dire di aver sfruttato materiale riservato per riuscire a mantenere il suo posto. Comey è stato licenziato da Trump ai primi di maggio ufficialmente per la cattiva gestione dello scandalo delle mail di Hillary Clinton, avversaria democratica di Trump alle elezioni presidenziali.

Il problema repubblicano

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Ma i problemi per Trump non finiscono qui: sempre la stampa lo accusa di aver avuto un secondo incontro privato con il presidente russo Vladimir Putin durante il vertice dei G20 ad Amburgo. Insomma, una situazione complessa che tende a diventare ancora più offuscata se si guarda all'immediato futuro. Al Congresso la riforma sanitaria voluta da Trump è stata definitivamente accantonata vista la mancanza di appoggio da parte degli stessi repubblicani: a complicare le cose anche l'assenza di John McCain, senatore conservatore ricoverato per una grave forma di tumore al cervello. Oltre al dramma personale per colui che nel 2008 fu avversario di Barack Obama per la corsa alla Casa Bianca, c'è anche il pericolo di crisi prolungata per i repubblicani, da tempo divisi sull'agenda Trump. Tutto questo, però, non sembra spaventare Wall Street che ieri ha invece continuato ad allungare la serie di chiusure record: l’indice Dow Jones ha registrato un attivo dello 0,31%, lo S&P 500 dello 0,54% e il Nasdaq (Francoforte: 813516 - notizie) dello 0,64%.

La reazione di Wall Street

Continua intanto la rassegna delle trimestrali made in Usa, trimestrali che, come sempre più speso accade, lasciano qualche dubbio non tanto nei numeri ottenuti quanto nelle previsioni per il futuro, come nel caso di Alcoa (TLO: AA.TI - notizie) che è tornata all'utile ma ha tagliato l'outlook per i profitti annuali. Un altro esempio arriva da American Express (Swiss: AXP-USD.SW - notizie) che ha chiuso l'ultimo trimestrale con utili e ricavi superiori alle stime.. Nello specifico i numeri parlano di profitti pari a 1,3 miliardi di dollari (in calo rispetto ai 2 miliardi del 2016) compensati, però da ricavi arrivati a 8,3 miliardi (+1% sul 2016). Da citare anche il caso Qualcomm (Swiss: QCOM-USD.SW - notizie) che nel suo report ha escluso le royalties riferite alle vendite dei dispositivi Apple (NasdaqGS: AAPL - notizie) . Risultato: utili a -40% annuo e ricavi a -11% mentre le vendite di licenze sono arrivate a -42%. Una debacle, ma comunque inferiore alle previsioni catastrofiche degli analisti che adesso guardano all'acquisizione di NXP Semiconductors (NasdaqGS: NXPI - notizie) per 39 miliardi di dollari con fiducia visto il nulla osta delle autorità di controllo.

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