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Vaticano, ex revisore conti e vice revisore denunciano Santa Sede per 9,3 million euro

L'ex revisore generale dei conti del Vaticano Libero Milone insieme a papa Francesco

CITTÀ DEL VATICANO (Reuters) - L'ex revisore generale dei conti del Vaticano Libero Milone e l'ex revisore aggiunto Ferruccio Panicco, nominati nel 2015 e estromessi due anni dopo, hanno fatto causa alla Santa Sede per 9,3 milioni di euro di danni, sostenendo di essere stati costretti alle dimissioni dopo aver scoperto irregolarità finanziarie.

Il portavoce vaticano Matteo Bruni ha detto di non avere commenti riguardo alla causa, che è stata depositata la settimana scorsa presso la Procura vaticana dagli avvocati di Milone e Panicco, con una richiesta di 53 pagine.

Milone, 74 anni, ex presidente e amministratore delegato di Deloitte in Italia, è stato nominato da Papa Francesco nel 2015 con il fine di ripulire le finanze vaticane e portare le procedure contabili al livello degli standard internazionali di responsabilità e trasparenza.

Nel 2017 il cardinale arcivescovo Angelo Becciu, allora numero due della Segreteria di Stato vaticana, il dipartimento più importante, gli ha chiesto di dimettersi.

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Nel 2017 Becciu ha detto a Reuters che Milone "andava contro tutte le regole e spiava la vita privata dei suoi superiori e del personale, compreso me".

Milone nega questa affermazione, sostenendo che stesse solo cercando informazioni che, in quanto revisore generale, aveva il diritto di visionare.

Papa Francesco ha licenziato Becciu nel 2020. Becciu è attualmente uno dei 10 imputati in un processo in Vaticano con accuse che includono corruzione e appropriazione indebita relative all'acquisto di un edificio a Londra. Tutti gli imputati coinvolti negano di aver commesso illeciti.

La Procura vaticana ha annunciato di aver recentemente riaperto un'indagine sugli eventi accaduti all'epoca del licenziamento, nel 2017. Milone ha detto di essere stato convocato per la prossima settimana.

Becciu ha risposto a Reuters di non avere nulla di nuovo da dire sul caso Milone, invitando un giornalista a prendere in considerazione la testimonianza presso il tribunale dove è ora sotto processo, nella quale si afferma che è stato il Papa a ordinare l'estromissione di Milone e che lui si è limitato a eseguirla.

Gli avvocati di Becciu hanno detto che Milone ha fornito una "ricostruzione completamente infondata" degli eventi.

Durante un briefing a Roma, Milone ha detto ai giornalisti che all'inizio del suo mandato aveva buoni rapporti con il Papa riportando "tutto quello che aveva trovato" nel corso di incontri che si svolgevano con regolarità.

Ma le cose sono cambiate nel 2016, più o meno nello stesso periodo in cui ha chiesto a Becciu di dare maggiori spiegazioni riguardo all'edificio di Londra.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)