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Veneto Banca, ritorno all'utile nel 2016, Spa a dicembre

di Andrea Mandalà

MONTEBELLUNA (Treviso) (Reuters) - Veneto Banca alza il velo sul piano industriale che prevede un ritorno all'utile già dall'anno prossimo, ma anche un piano di esuberi per 430 unità e fissa la scaletta dei tempi che entro la prossima primavera porterà la popolare di Montebelluna, in ordine, a trasformarsi in Spa, quotarsi in borsa e rafforzare il capitale con un aumento da un miliardo.

Il piano è stand-alone ma la banca ribadisce di valutare anche eventuali aggregazioni con una quotata anche se per i tempi è probabile che si debba aspettare dopo la conclusione della ricapitalizzazione.

L'appuntamento più vicino è quello della Spa, la cui assemblea è prevista per il 5 dicembre, proiettando Veneto Banca quale seconda grande popolare ad abbandondare il voto capitario dopo Ubi.

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Il passaggio in borsa è atteso per la seconda metà di gennaio, mentre l'aumento di capitale, pre-garantito da Banca Imi, è in agenda ad aprile.

"Siamo stati proiettati in poco tempo da Montebelluna a Francoforte senza passare per strade intermedie. Abbiamo avuto la necessità di diventare adulti molto presto e per questo bisogna pagare qualche dazio", ha detto Cristiano Carrus, DG e da ieri anche AD dell'istituto.

Il manager ha sottolineato che la quotazione è il requisito fondamentale per l'aumento di capitale che rappresenta l'elemento centrale del piano e servirà a creare un buffer di sicurezza rispetto ai nuovi target patrimoniali post-Srep.

"Da soli senza quel miliardo di euro non stiamo in piedi", ha detto Carrus aggiungendo che "Banca Imi ci informa che c'è forte richiesta per entrare in Veneto Banca con l'aumento di capitale".

Il piano prevede un CET1, fully loaded al 14% al 2018 dall'8,16% di fine giugno, contro un target minimo del 10%.

L'utile netto dovrebbe arrivare a 160 milioni nel 2018 e 240 nel 2020 dopo che il primo semestre 2015 si è chiuso con una perdita netta di 214 milioni di euro circa.

PREZZO IPO "DECISAMENTE" PIU' BASSO DI ATTUALE

Per l'AD è difficile al momento fare una previsione sulla possibile forchetta di prezzo del titolo quotato, in quanto ci sono diverse variabili in gioco, tra cui la contentibilità della banca una volta diventata Spa.

Tuttavia sarà "decisamente più basso", rispetto all'attuale valore dell'azione di 30,5 euro, tagliato lo scorso aprile del 22,8% rispetto ai precedenti 39,5 euro. Un ulteriore sconto rispetto al prezzo dell'Ipo è probabile anche in occasione delle nuove azioni offerte in aumento di capitale.

Da punto dei vista dei conti, la base della quotazione in Borsa sarà il bilancio dei nove mesi. In merito a questo Carrus ha detto che nel terzo trimestre si aspetta che ulteriore capitale primario sarà "espunto", quindi ridotto, perchè legato ai finanziamenti ai soci oggetto dell'inchiesta della procura di Roma di cui si è avuta notizia a febbraio.

"Già abbiamo espunto 110 milioni nella semestrale" ha detto Carrus.

SU M&A POST AUMENTO TRATTATIVE CON TUTTI

Il capitolo fusioni entrerà nel vivo solo dopo la conclusione dell'aumento di capitale, mentre vi è una "bassa probabilità" che la banca possa realizzare un'operazione prima dell'assemblea di dicembre sulla Spa.

Per l'AD l'ipotesi Pop Vicenza non sembra dunque definitivamente archiviata dopo le quotazioni e ricapitalizzazioni delle due banche.

"Post-aumento di capitale ci sediamo con chiunque", dice.

CESSIONE PARTECIPAZIONI NON PRODUTTIVE, SOLO UNA STRATEGICA

Nell'arco dei cinque anni del piano la banca razionalizzerà tutte le partecipazioni, con l'eccezione di Bancapulia, con l'obiettivo di concentrarsi sull'attività caratteristica. In particolare conferma la vendita di Banca Intermobiliare che dopo la scadenza dei termini per la presentazione di una nuova offerta da parte di una cordata di imprenditori torinesi è tornata sul mercato.

Quanto alla quota in Arca sgr, il piano non prevede la sua cessione ma la banca è disponibile a valutare una vendita se ci fosse una richiesta all'interno dell'azionariato che al momento non si è manifestata, secondo l'AD.

In merito alla quota in Generali, detenuta attraverso Ferak ed Effeti, Carrus ha detto che "è stata svalutata al valore delle azioni" e che non c'è alcuna fretta di cederla.