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In Veneto i centri tampone chiusi ai No Vax: "Test solo a chi ha sintomi"

(Photo: NurPhoto via Getty Images)
(Photo: NurPhoto via Getty Images)

In Veneto i test diagnostici per il Covid dei Centri delle Ulss saranno riservati d’ora in poi solo a soggetti con sintomi, mentre i tamponi Covid ‘non diagnostici’, e a pagamento, richiesti soprattutto dai non vaccinati per avere i green pass a tempo non verranno più eseguiti. A fare da apripista per questa scelta sono state la Ulss 6 Euganea di Padova e la Ulss Serenissima di Venezia.

Dalla Ulss di Padova spiegano che “Vista l’ondata di contagi e la mole sempre più importante di lavoro per le vaccinazioni è stato deciso di non fare più i tamponi a pagamento, per concentrare il personale sui vaccini e sul tracciamento. D’altronde, nonostante il nostro bacino di riferimento sia di poco inferiore ad un milione di persone, i test a pagamento erano soltanto un centinaio dl giorno, molto pochi. La maggior parte delle persone preferiva già andare a farli nelle farmacie e nei laboratori privati. Noi continueremo a fare i tamponi gratuiti per i sintomatici che ci vengono indirizzati, su prenotazione, dai medici di famiglia e dal Sisp , in seguito al tracciamento dei casi positivi”.

Sulla stessa linea l’Ulss 3 Serenissima di Venezia. “ll concetto è: il Servizio Sanitario non butta via risorse per un’attività destinata a chi non si vaccina, e ‘a pagamento’, che è semmai svolta dal privato. Quindi l’Ulss fa il minor numero possibile di tamponi per i no vax, per fare più tamponi per i contatti, i sintomatici, le scuole. L’Ulss 3 ha separato per quanto possibile le linee dei tamponi, anche per evitare la sovrapposizione tra flusso di persone probabilmente positive (contatti e sintomatici) e persone che invece devono farsi il tampone per il green pass. Quindi non si fanno più tamponi ‘pro green pass’ in alcuni punti- tampone e in questi punti si continua a fare il servizio per sintomatici e contatti inviati dal Sisp. Su altri punti tampone (tra cui PalaExpo, CVP Dolo CVP Mirano, PPI Lido) si sta valutando. Restano come punti tampone ‘pro green pass’, anche in virtù della loro finalità ‘turistica’, il PPI di Piazzale Roma e il PPI di Venezia San Marco”.

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E a fare chiarezza è lo stesso assessore alla sanità del Veneto Manuela Lanzarin: “Con l’aumentare dei casi di Covid, ben nota a tutti, il carico di tamponi necessari a garantire la sanità pubblica è aumentato a dismisura, e assorbe tutte le energie del personale delle Ulss e il tempo necessario per la processazione dei tamponi. Quindi - spiega - si tratta di uno stato di necessità che non vuol comportare alcuna discriminazione, ma risponde unicamente alla necessità primaria di garantire la sanità pubblica”. “Peraltro, voglio ricordare, a chi vuole farsi un tampone senza motivi particolari, che vi sono in Veneto un migliaio di farmacie che garantiscono questo servizio oltre a tutti i centri privati di analisi”.

Il Corriere del Veneto scrive:

L’immediata ricaduta della carenza di sanitari (61.200 dipendenti del sistema pubblico regionale), denunciata dai sindacati di categoria ma anche dal governatore Luca Zaia, è la riduzione dei tamponi a pagamento ai no vax disposta dalle Usl per recuperare personale. Scelta in linea con l’ultimo diktat lanciato dal commissario per l’emergenza, generale Francesco Figliuolo, che impone alle Regioni «di cogliere tutte le opportunità derivanti dall’impiego massivo delle risorse effettivamente impiegabili per il proseguimento della campagna vaccinale».

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.