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Una vera “testuggine” finanziaria

Al fine di difendersi dai giavellotti e dalle frecce dei nemici, i legionari romani si riunivano in una formazione di forma rettangolare o quadrata che, attraverso l’affiancamento e la sovrapposizione degli scudi, costituiva una sorta di corazza alla formazione. Questa formazione è la “testuggine”.

Nell’apportare i più recenti cambiamenti al mio portafoglio, ho provato a seguire il medesimo principio. Ho infatti scandagliato il mercato statunitense alla ricerca di una serie di titoli, cosiddetti “difensivi”, che mi potessero garantire la protezione del capitale e dei risultati ottenuti.

In particolare, ho, in un primo momento, monitorato il mercato alla ricerca di società ben capitalizzate e caratterizzate da una bassa volatilità a sei mesi. Solo a questo punto, ho cercato invece dei titoli che, sulla base di alcuni fondamentali principi di analisi tecnica segnalassero la probabilità dell’avviarsi, nel breve termine, di un trend rialzista.

Le prime tre di queste posizioni lunghe sono state da me aperte in data 10 maggio. Due di questi titoli sono stati selezionati in quanto presentano una volatilità a 30 giorni di gran lunga maggiore a quella a sei mesi ed il terzo in quanto caratterizzato da una bassa volatilità, anche a 30 giorni, coniugata ad un ritracciamento verso la media a lungo termine. Questo fenomeno è spesso collegato ad un rimbalzo o ad un trend rialzista prossimo a cominciare.

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Il primo dei titoli da me acquistati è stato US Bancorp. La volatilità implicita a 30 giorni del titolo è infatti di 8 punti percentuali superiore a quella a sei mesi ed il prezzo ha già corretto del 5,8% appoggiandosi alla media mobile a 200 giorni. Tutto ciò sembra poter indicare la possibile vicinanza di un trend rialzista.

A confermare la mia ipotesi sono poi stati i tassi innalzati qualche mese fa dalla FED ed il fatto che la Bancorp sia, attualmente, una delle due principali banche commerciali ed al consumo degli Stati Uniti, insieme alla JP Morgan Chase & Company.

Tra questi primi tre titoli, vi è poi la 3M. La multinazionale statunitense ha infatti riportato una volatilità implicita a 30 giorni superiore, di ben 10 punti percentuali, a quella semestrale. Il titolo è quindi ora impostato in un trend rialzista apparentemente destinato a continuare. A sostenere la mia ipotesi sono inoltre delle performance e dei risultati di bilancio che mostrano profitti relativi e assoluti alti o, comunque, in crescita, oltre che buoni cash flow operativi.

Infine, in data 10 maggio, ho deciso di acquistare un terzo titolo proveniente dritto dritto dalla NYSE: Alphabet (Xetra: ABEA.DE - notizie) , o per gli amici “Google”. Il titolo mostrava infatti una volatilità a 30 giorni estremamente bassa e quindi in grado di garantire una maggiore sicurezza al titolo. Se a ciò aggiungiamo poi la correzione del 10% del titolo verso la media a 200 giorni, diventa facile comprendere come esso possa essere in grado, entro breve, di dare inizio ad un nuovo trend rialzista nel breve termine.

Spostandoci invece alle notizie da prima pagina dei quotidiani, ha contribuito alla formazione della mia tesi d’investimento anche il recente sviluppo del duello legale Google-Oracle (Hannover: ORC.HA - notizie) . La prima è stata infatti accusata per la seconda volta di aver sfruttato senza licenza una parte del linguaggio di programmazione di Java, software acquistato da Oracle nel 2010 insieme alla sua società sviluppatrice. Nella prima fase dello scontro, il verdetto della giuria – sfavorevole ad Alphabet – era stato bloccato e, basandomi sulle opinioni di numerosi esperti di diritto, sono dell’idea che anche l’esito di questo secondo processo andrà a favore di Google.

Muovendoci invece di poco in avanti con la nostra macchina del tempo, in questi giorni intendo raddoppiare la mia posizione lunga su Wal Mart (NYSE: WMT - notizie) , il leader della GDO statunitense. Arricchendo ulteriormente la mia tesi d’investimento “green” espressa nel mio ultimo articolo “Un portafoglio tutto a stelle e strisce”, la società sta continuando a dare prova del suo impegno e della sua attitudine al profitto.

La prima spia di questo impegno è giunta ai miei occhi il 4 di maggio, quando ho letto di quella che, secondo la mia opinione, potrebbe essere considerata la migliore mossa che il retailer statunitense potesse effettuare. Con il doppio scopo di limitare i furti nel negozio ed aumentare la presenza del client service nei punti vendita, è stata infatti effettuata un’importante ridistribuzione del personale e, alle porte di numerosi negozi, sono stati quindi posizionati dei dipendenti “speciali”. Questi membri del personale erano infatti principalmente incaricati della prevenzioni dei furti. Le altre spie si sono accese poi nei giorni seguenti in modo simile alle luminarie di Natale. Nei giorni scorsi il retailer ha infatti adeguato il rapporto qualità-prezzo del proprio servizio di consegne premium a quello del proprio competitor digitale Amazon, è uscito vincitore da un’importante accusa di corruzione nei confronti di alcuni suoi dirigenti ed ha iniziato a farsi sentire dai giganti del pagamento tramite carta di credito. Wal Mart punta infatti all’installazione nei suoi negozi un proprio mezzo di pagamento, più economico e – secondo loro – più sicuro di quello “a firma” proposto dai leader delle transazioni.

Se queste dimostrazioni di tenacia non dovessero bastare a convincervi dell’alta qualità delle azioni di Wal Mart, tenete in considerazione che le attuali attese di Wall Street non prevedono alcun aumento dei tassi negli USA sino a giugno ed i consumi della popolazione non dovrebbero quindi essere danneggiati.

A ricoprire questa volta un ruolo di “confermatori” delle mie idee “light” sono invece stati, in questo caso, gli oscillatori e l’analisi tecnica. Il titolo mostra infatti una volatilità implicita a 30 giorni del 30% contro una a sei mesi del 22% ed ha già corretto il prezzo del 7%. Queste circostanze mi portano a pensare che, nel breve termine, il titolo potrebbe dare inizio ad una nuova fase rialzista.

Per concludere, un tale affidamento sulla mera volatilità implicita dei titoli potrebbe risultare molto azzardata ad alcuni di voi ma, come ci insegnano sin dai primi capitoli i libri di economia, negli investimenti, è quasi impossibile trovare un rendimento soddisfacente senza una buona dose di rischio. Io personalmente ho deciso quale sarà la mia dose e, come un legionario ad un certo punto deve decidere se uscire dalla testuggine a gladio in mano o rimanere a scudo alzato, io, così, ho fatto la mia scelta.

Autore: Rataran Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online