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VIDEO: L�investitore � davvero al primo posto?





Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti all’ITForum 2015, la fiera sugli investimenti e sul trading che si tiene ogni anno a Rimini. Sono in compagnia di Matteo Cassiani, portfolio manager di Monte dei Paschi (Milano: BMPS.MI - notizie) di Siena nonché presidente della CFA Society Italy. Buongiorno Matteo e benvenuto.

Matteo Cassiani: Buongiorno e grazie.

Baselli: Oggi hai partecipato a un seminario dal titolo “L’investitore al primo posto” che è anche il motto storico di Morningstar “Investor First”. Oggi, secondo te, il mondo della consulenza e della promozione finanziaria mette l’investitore al primo posto?

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Cassiani: “Putting investors first” è anche il motto del CFA Institute. Può sembrare banale per molti versi, ma fare l’interesse del cliente nel medio termine è fare l’interesse anche del professionista che lo segue. Ovviamente, calato nella pratica non è una cosa così banale e semplice, perché subentrano molti fattori, a volte dettati dal cliente stesso, altre volte dalle forze commerciali. Tuttavia, le dinamiche che si vedono a livello globale, sia dal punto di vista normativo che del mercato, vanno verso l’esigenza di maggior trasparenza e verso il mettere il cliente al primo posto. È quindi necessario riconoscere fin da subito quanto i cambiamenti che stiamo vivendo sui mercati finanziari e a livello normativo, ci porranno la necessità di cambiare le nostre abitudini e di avvicinarci a questo obiettivo.

Baselli: Ecco, stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti, sia a livello normativo, penso alla Mifid II, sia a livello sociale, il che significa che cambiano anche i bisogni dei clienti, ad esempio in materia previdenziale. Qual è oggi la sfida più importante per i professinisti che affiancano gli investitori finali?

Cassiani: Siamo in un momento particolarmente importante per la professione del consulente e per l’industria finanziaria nel suo complesso. Estrarre rendimento dai mercati finanziari in futuro non sarà facile come in passato. Allo stesso tempo, dopo la crisi del 2008, la nuova normativa sta arrivando a terminare le modifiche che imporranno maggior trasparenza, limiti e controlli. E poi c’è tutta una nuova generazione di investitori che sta entrando nel mercato, la generazione Y (quelli nati negli anni ’80, Ndr), che in America preferiscono usare i robot advisor al consulente in carna e ossa, giusto per dire un possibile trend. Senza dimenticare il problema delle pensioni.

È ovvio, il fatto di poter affiancare i propri clienti dimostrando che si è vicini e allineando i propri interessi ai loro, non solo a parole, può fare la differenza.

Baselli: Tu hai citato la figura del robot advisor negli Usa,in Italia le reti di promotori finanziari classici, quindi legati a gruppi bancari, sono storicamente state sempre molto presenti. A che punto siamo invece con la consulenza finanziaria indipendente?

Cassiani: L’associazione (CFA Institute, Ndr) ci permette di vedere che le stesse reti stanno cambiando approccio e stanno andando verso un sistema multi manager e quindi c’è già un cambiamento in atto. Per quanto riguarda la figura del consulente indipendente, purtroppo, ci troviamo a inseguire quello che potrebbe essere in futuro, perché non ha ancora un ambito definito.

Baselli: Grazie ancora a Matteo Cassiani.

Cassiani: Grazie a voi.