Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 1 hour 31 minutes
  • FTSE MIB

    34.775,58
    +15,89 (+0,05%)
     
  • Dow Jones

    39.758,92
    -1,16 (-0,00%)
     
  • Nasdaq

    16.402,31
    +2,79 (+0,02%)
     
  • Nikkei 225

    40.168,07
    -594,66 (-1,46%)
     
  • Petrolio

    82,47
    +1,12 (+1,38%)
     
  • Bitcoin EUR

    66.126,28
    +1.336,69 (+2,06%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • Oro

    2.234,10
    +21,40 (+0,97%)
     
  • EUR/USD

    1,0804
    -0,0026 (-0,24%)
     
  • S&P 500

    5.253,29
    +4,80 (+0,09%)
     
  • HANG SENG

    16.541,42
    +148,58 (+0,91%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.087,85
    +6,11 (+0,12%)
     
  • EUR/GBP

    0,8547
    -0,0019 (-0,23%)
     
  • EUR/CHF

    0,9740
    -0,0044 (-0,45%)
     
  • EUR/CAD

    1,4636
    -0,0051 (-0,35%)
     

Vincitori e vinti della proposta di Ubi

Se dovessimo analizzare razionalmente l'offerta d'acquisto di Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti formalizzata ieri da UBI Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) difficilmente troveremmo un valido motivo per cui il Fondo Nazionale di Risoluzione, che tali banche deve vendere, dovrebbe accettarla. 1 euro la cifra simbolica offerta da UBI (Taiwan OTC: 6562.TWO - notizie) per acquisire i 3 istituti, oltre alla richiesta di 450 milioni di euro, a carico del Fondo, per ricapitalizzare gli istituti e una serie di clausole che mirano ad avere la garanzia di avere i bilanci ripuliti dalle sofferenze e le strutture organizzative alleggerite dal personale in esubero. Si tratta di una operazione dove è il sistema bancario italiano, tramite il Fondo, a pagare per cedere a UBI gli istituti in questione. E già da questo punto di vista ci si potrebbe chiedere per quale ragione la Banca d'Italia dovrebbe ritenere congrua l'offerta di 1 euro quando la scorsa estate aveva ritenuto non congrua quella di 400 milioni fatta da fondi esteri per l'acquisizione di tutte e 4 le anche in risoluzione (la quarta è CariFerrara). Ma, soprattutto, è difficile capire il motivo per cui il Fondo, che riunisce le banche del sistema, a partire da Banca Intesa a Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) , dovrebbero regalare 3 banche ad una concorrente perdendoci finanziariamente e scaricando, probabilmente, i costi dell'operazione sui propri clienti, magari con un altro aumento dei costi di gestione dei conti correnti, come già successo un anno fa. Gli amministratori di UBI hanno sempre dichiarato che l'operazione d'acquisto si sarebbe perfezionata solo se avesse creato valore per i propri azionisti. Ed è indubbio che, alle condizioni messe per iscritto da UBI, questo maggior valore si creerebbe. Quello che non torna è invece il motivo per cui gli amministratori delle altre banche non portano avanti lo stesso ragionamento. Quale sia il vantaggio per i loro azionisti nel caso in cui questa cessione vada in porto non è facile da capire. E' vero semmai che si verrebbe a creare un onere, anziché un beneficio.

Per questo motivo, molti clienti delle altre banche coinvolte nel salvataggio sono già sul piede di guerra. L'avvocato Valentina Napoleoni, dello studio Andrioli & Mayerson di Bologna mette in guardia i banchieri dal prendere una decisione che possa risultare nociva per i loro clienti: "Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) caso in cui gli oneri dell'operazione UBI si dovessero scaricare sui correntisti degli altri istituti non escludiamo possibili azioni legali contro chi, dando il suo assenso ad una operazione palesemente sconveniente, si rende artefice di danni subiti da normali risparmiatori".

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online