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Visco: imprese troppo dipendenti da credito banche, rischi da abolizione ACE

MILANO (Reuters) - Le imprese italiane sono ancora troppo dipendenti dal credito bancario per il finanziamento dei loro piani di sviluppo e la decisione del governo di abolire l'ACE rischia di andare in direzione contraria.

Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco in un intervento alla Bocconi per una conferenza organizzata con Equita sim.

La norma sull'aiuto alla crescita economica (ACE) del 2011 prevede un incentivo fiscale per le aziende che fanno aumenti di capitale, quindi favorisce l'autofinanziamento rispetto al ricorso al credito.

La legge di bilancio per il 2019 ha cancellato questa misura.

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"Misure a favore del capitale di rischio simili a quelle adottate in Italia costituiscono parte integrante della proposta di direttiva comunitaria sulla tassazione comune delle imprese. L’abolizione dell’ACE quest’anno, con la legge di bilancio, rischia di andare in direzione contraria", dice Visco.

Il governatore cita dati sull'utilizzo di questa misura ora soppressa.

"Nel 2016 circa il 30% delle imprese non finanziarie si è avvalso di questo incentivo; per il settore nel suo complesso ciò ha consentito di ridurre l’aliquota fiscale media di oltre due punti percentuali. Gli effetti sembrano essere stati più rilevanti per le imprese di minori dimensioni".

Nonostante i progressi fatti, anche grazie all'ACE, le imprese italiane restano comunque troppo dipendenti dal canale di finanziamento bancario, osserva il governatore.

"Pur essendo diminuita di oltre 7 punti percentuali dalla fine del 2011, l’incidenza dei finanziamenti bancari sul totale dei debiti finanziari sfiora oggi il 60%, il valore più elevato tra i principali paesi dell’area e ancora superiore di oltre 25 e 30 punti a quelli di Stati Uniti e Regno Unito".

(Elvira Pollina)