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Vivendi, fonte: sanzione per mancata notifica controllo su Telecom sarà sotto 300 mln

ROMA (Reuters) - La mancata notifica al governo italiano del controllo su Telecom Italia costerà a Vivendi meno di 300 milioni.

Lo dice una fonte a conoscenza del dossier che ha chiesto di rimanere anonima.

"Il comitato per i poteri speciali contesterà a Vivendi la mancata notifica, ma la multa sarà sotto i 300 milioni, non si possono dissanguare le società", ha detto la fonte.

La legge 56 del 2012 sul Golden Power prevede che quando vengono acquistati beni o il controllo di asset strategici o sensibili il governo debba essere informato preventivamente e debba dare il proprio placet. In caso di mancata notifica la sanzione prevista è "fino al doppio del valore dell'operazione e comunque non inferiore all'uno per cento del fatturato cumulato realizzato dalle imprese coinvolte".

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Se si prendessero in considerazione i ricavi cumulati di Vivendi e Telecom, il montante di riferimento sarebbe superiore ai 30 miliardi. Ma è possibile che venga fatto un calcolo considerando solo il cumulato fra Vivendi e le due controllate (Sparkle e Telsy) che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha definito strategiche.

Sommando il fatturato di Vivendi, Sparkle e Telsy si arriva a una cifra di poco superiore ai 12 miliardi.

Per lunedì 25 è in calendario una riunione degli esperti che hanno condotto l'istruttoria e devono proporre al governo l'applicazione delle sanzioni.

Non è chiaro se si arriverà ad una decisione già quel giorno. Vivendi il 15 settembre ha fatto al governo italiano una notifica sul tema del controllo e questo potrebbe incidere sui tempi della procedura spingendola in avanti.

La legge prevede che al momento della notifica di operazioni su asset strategici o sensibili scattino 15 giorni, prorogabili di altri 10, entro i quali il governo deve dare la propria valutazione sull'operazione.

Vivendi, che ha poco meno del 24% di Telecom Italia, ha sempre detto di non avere il controllo della società italiana e quindi di Sparkle e Telsy.

Il gruppo francese ha sempre dichiarato un'influenza dominante sul gruppo telefonico, ma non il controllo.

Vivendi e Telecom non hanno immediatamente commentato.

(Alberto Sisto)