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Voto giovani più importante che mai in Italia

Simboli di diversi partiti politici in un cartellone elettorale a Romacampaign posters in Rome

di Alvise Armellini e Rodolfo Fabbri

ROMA (Reuters) - Per la prima volta nella storia italiana, i cittadini tra i 18 e i 24 anni avranno pieno diritto di voto alle elezioni politiche del 25 settembre, il che significa che la voce dei giovani dovrebbe contare più che mai.

Mettendo fine a una vecchia anomalia, l'età minima di voto per il Senato è stata abbassata da 25 a 18 anni, allineandola a quella per la Camera dei Deputati. I due rami del Parlamento hanno poteri equivalenti.

"Naturalmente, l'importanza dei giovani accresce da un punto di vista numerico", ha detto a Reuters Livio Gigliuto, vicepresidente dell'istituto di sondaggi Piepoli, ma "il tema centrale è capire quanto parteciperanno al voto".

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Il cambiamento delle regole coinvolge 4,1 milioni di persone, su un elettorato totale di 51,4 milioni, e anche se i sondaggisti ritengono che un numero considerevole potrebbe astenersi, i politici non si stanno risparmiando nel tentativo di conquistare i più giovani.

Fedele alla sua fama da showman Silvio Berlusconi, l'ex premier con un passato anche da cantante sulle navi da crociera, ha tentato per primo di raggiungere questa fascia di elettori tramite TikTok, con alcuni video in cui fa le vocine, racconta barzellette e scherza sulla sua reputazione da 'playboy'.

"Adesso mi rivolgo a chi di voi ha più di 18 anni. Per chiedervi cosa? Di presentarmi la vostra ragazza? Macchè! Chiedo che andiate a votare il 25 settembre e che votiate per me, per Forza Italia", ha detto la scorsa settimana.

Con i suoi video, l'85enne Berlusconi ha attirato più di 2,5 milioni di like sul social network, in meno di tre settimane. Tuttavia, non è chiaro se l'attenzione che sta ricevendo si tradurrà in voti.

"Ho visto i video di Berlusconi su TikTok perché mi fanno ridere, non perché io voglia votarlo", ha detto Alessandro Males, 20 anni, studente liceale di Milano che ha intenzione di astenersi.

"Non andrò a votare. Non mi sono informato per la campagna elettorale. In generale credo che votare non porti assolutamente a nessun cambiamento. Non vedo differenze tangibili per me che ci sia una persona o un'altra al governo", ha detto.

SPERANZE DI RIMONTA

Un sondaggio pubblicato ad agosto dall'istituto Swg ha stimato al 34-38% il potenziale tasso di astensione tra gli elettori più giovani, riferendo che il 43% di loro ritiene che il voto "non abbia senso" perché i politici "fanno quello che vogliono" una volta eletti.

Tuttavia questo non ha impedito ai partiti di rivolgersi in modo specifico a chi vota per la prima volta.

Tutti i programmi elettorali includono generose promesse rivolte ai giovani alle prese con il lavoro o gli studi, tra cui l'aiuto per le tasse universitarie, i costi di mutui e affitti, l'introduzione di un salario minimo e la messa al bando degli stage non retribuiti.

Il Partito Democratico promette anche una "dote" di 10.000 euro per i diciottenni provenienti da famiglie a basso reddito e punta molto sul cambiamento climatico, sull'aborto e sui diritti Lgbti.

I sondaggi indicano che queste sono tra le principali preoccupazioni dei giovani elettori.

Il leader del Pd Enrico Letta "è davvero convinto che questo sia un modo per colmare il divario con il centrodestra", ha detto a Reuters un candidato del centrosinistra che ha preferito restare anonimo.

Si tratterebbe di una grossa rimonta: prima che entrasse in vigore lo stop ai sondaggi il 10 settembre, il blocco guidato dal Pd era sotto il 30%, contro l'oltre 45% della coalizione di destra guidata dal partito Fratelli d'Italia (FdI) di Giorgia Meloni.

Il sondaggio Swg di agosto mostrava che i Dem sono il partito più popolare nella fascia d'età tra i 18 e i 24 anni, con il 19% di consensi rispetto al 17% di FdI e del Movimento 5 Stelle (M5S).

Il sostegno ai 5 Stelle è in aumento da agosto, soprattutto grazie alle promesse a difesa del welfare per i disoccupati e i poveri, lasciando la porta aperta a una sorpresa dell'ultimo minuto nel voto di domenica.

"Viste le parti in campo, non me la sentirei di votare altro", ha detto il 26enne Enrico Garitta, di Palermo, a proposito dei pentastellati.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei, Francesca Piscioneri)