Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • Dow Jones

    39.807,37
    +47,29 (+0,12%)
     
  • Nasdaq

    16.379,46
    -20,06 (-0,12%)
     
  • Nikkei 225

    40.168,07
    -594,66 (-1,46%)
     
  • EUR/USD

    1,0790
    -0,0040 (-0,37%)
     
  • Bitcoin EUR

    65.547,87
    +1.696,13 (+2,66%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • HANG SENG

    16.541,42
    +148,58 (+0,91%)
     
  • S&P 500

    5.254,35
    +5,86 (+0,11%)
     

Voucher addio, il governo li abolisce per evitare il referendum e pensa a come sostituirli

Voucher addio. Il governo per evitare il referendum decide di cancellare il ticket con un decreto che incorporerà le modifiche al Jobs Act, approvate dalla commissione Lavoro della Camera. Fino al 31 dicembre 2017 saranno utilizzabili quelli già acquistati, poi basta. L’esecutivo ha ritenuto prioritario dribblare il rischio del referendum piuttosto che migliorare uno strumento, quello dei voucher, usato anche dalle famiglie, con eventuali modifiche.

Meglio cancellare tutto ed evitare problemi perché la trappola del voto popolare è dietro l’angolo, lo sa bene Matteo Renzi. “I voucher si sono rivelati un ottimo strumento per far emergere il lavoro nero e per impiegare il lavoro occasionale e persone con difficoltà di accesso al mercato del lavoro”, ha detto Maurizio Stirpe, numero due di Confindustria. “meglio andare avanti sulla strada della tracciabilità che aveva scelto il governo precedente”, ha concluso.

Palazzo Montecitorio
Palazzo Montecitorio

I sindacati hanno accolto con favore l’ipotesi dell’abolizione senza neanche fare la fatica della campagna referendaria. “Se si va verso l’abrogazione dei voucher, che è l’obiettivo che volevamo raggiungere, vuol dire che abbiamo fatto proprio bene a raccogliere le firme e a fare il referendum”, ha commentato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. Sulla stessa lunghezza d’onda la Cgil.

E adesso? Bisogna lavorare ad un provvedimento condiviso con le parti sociali in Parlamento per “dare strumenti alternativi alle famiglie e per agevolare la semplificazioni delle norme a vantaggio delle imprese”, fanno sapere fonti governative. In pratica il governo sta pensando è una replica dei “mini-jobs” tedeschi, ossia una forma contrattuale ad hoc per il lavoro di breve durata e per quello svolto in ambito familiare. Resta da capire con quale approccio dal punto di vista contributivo.