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Wall Street deciderà il destino dell'Europa. Le attese nel breve

Dopo quanto accaduto ieri con la tempesta che si è abbattuta sui mercati, per molti è il caso di prendere provvedimenti. Ma l'ago della bilancia rimane ancora Wall Street come conferma anche Riccardo Fracasso consulente finanziario ed autore del blog Finanza e Dintorni.

Ftse Mib: dopo aver messo la bandierina a quota 17mila punti cosa aspettarsi per il listino italiano?

Innanzitutto direi che si tratta di una bandierina piuttosto leggera ed instabile.

In assenza di notizie di rilievo provenienti dal fronte bancario, sarà la borsa americana a rappresentare il principale market mover dei listini. Nel caso in cui negli USA dovesse tornare il sereno, è lecito ipotizzare una sovraperformance del Ftse Mib, con target l’area intorno alla mediana (che attualmente transita a circa 19.000 punti).

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Invece, nell’ipotesi di una prosecuzione del calo americano, diverrebbe quasi inevitabile il cedimento da parte del nostro indice della parallela inferiore della Forchetta (che attualmente si muove in area 16.200 punti), con implicazioni alquanto negative.

Ad ogni modo, anche nel caso in cui dovessero raffreddarsi le tensioni americane, assegno al Ftse Mib poche possibilità di raggiungere l’obiettivo rialzista pocanzi citato.

Dopo 43 sedute di stasi e calma, Wall Street ha registrato un crollo a -2,45%: solo incidente di percorso o sta succedendo altro?

Da Marzo ho proposto quanto segue:

  • ipotesi = falsa rottura del range laterale 1.810-2.130;

  • target = l’area intorno al punto pivot annuale R1 (2.162 punti);

  • strategia = liquidare sugli allunghi.

Prematuro annunciare sentenze, ma al momento l’andamento avvalora quanto scritto a suo tempo.

Pertanto, l’ipotesi che stia succedendo qualcosa di più di un semplice incidente di percorso è credibile e non è da sottovalutare.

Ora siamo giunti alla fase delle conferme:

  • Un trend ribassista non si misura tanto dall’entità dei minimi, ma dalla sequenza di massimi decrescenti.

Ciò premesso, assumerà notevole importanza il livello che sarà registrato col prossimo rialzo: un eventuale massimo decrescente avvalorerebbe lo scenario ribassista.

  • Una chiusura mensile interna al range laterale rappresenterebbe una importante conferma all’ipotesi correttiva.

Ma anche uscendo dal contesto prettamente tecnico, esiste una serie di pericoli (margin debt, criticità settore bancario europeo, assenza cartucce delle Banche Centrali, debolezza ripresa economica, ecc.) che invita alla prudenza.

Il dollaro è il primo riferimento per cercare di intuire le prossime mosse della Fed: quale direzione sta prendendo sia verso l'euro che verso le altre valute principali?

Escludendo fuoriuscite temporanee, da un anno e mezzo il cambio si muove all’interno del range 1,05-1,15.

Un’eventuale uscita in un senso o nell’altro (preferibilmente confermata con la chiusura mensile) rappresenterebbe un segnale importante. Al momento suggerisco di non anticipare i segnali ma, se proprio dovessi azzardare una preferenza, l’assegnerei al rafforzamento dell’euro.Difatti, da un lato la BCE non sembra così propensa ad adottare nuove misure restrittive (quali poi?) e dall’altro il programma di normalizzazione dei tassi della FED è stato sospeso.

La combinazione di tali fattori è favorevole all’apprezzamento dell’euro contro il dollaro.

Sullo sfondo, l’ipotesi (possibile, ma al momento improbabile) di un rialzo a sorpresa della Banca Centrale americana, finalizzato a contenere la crescita delle bolle, creare alternative di rendimento per le banche e per i fondi pensione, e procurare ad essa stessa le cartucce necessarie per fronteggiare una crisi ventura.

In tal caso, lecito attendersi un rialzo del dollaro.

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