Wall Street in stallo
I mercati sembrano aver completamente dimenticato che un tempo esisteva la price discovery. Oggi, al contrario, sono in stallo e vivono in balìa delle banche centrali. Di (KSE: 003160.KS - notizie) conseguenza si scrutano tutti i possibili temi solamente per comprendere se la Federal Reserve alzerà o meno i tassi, e soprattutto quando lo farà.
A sua volta le banche centrali sono vittime delle loro stesse politiche ultra-espansive e di conseguenza anch’esse sono in stallo. A Jackson Hole, ad esempio, la Fed ha più che ventilato la possibilità che presto si avvii un’azione restrittiva sui tassi. Ma, ancora una volta, la decisione finale è stata “vincolata” all’andamento dei dati economici.
A ben vedere, l’economia americana sembra ancora dominata da un rallentamento. Dal canto suo la Fed di Atlanta (BSE: ATLANTA.BO - notizie) lavora su un modello (aggiornato costantemente), in cui indica che nel prossimo trimestre il GDP dovrebbe tornare a salire oltre il 3%.
Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) dubbio il mercato azionario americano resta immobile; pochi infatti osano comprarlo a causa di un premio al rischio non adeguatamente remunerato. Al tempo stesso sono pochi gli investitori che, non avendo chiara l’idea sull’aumento dei tassi, decidono di prendono beneficio.
La Fed vorrebbe raffreddare l’apprezzamento dei corsi azionari in quanto palesano multipli in eccesso statistico. Tuttavia ci sono le elezioni presidenziali alle porte, con un candidato fuori dagli schemi che potrebbe trarre vantaggi da uno storno di Wall Street. Quindi si resta in stallo.
Ne approfittano i mercati emergenti e in parte l’Europa periferica, senza però convincere ancora.
Le commodity stanno nuovamente regredendo: il petrolio e i metalli non ferrosi sono oggetto di vendite. Il WTI potrebbe scivolare nuovamente verso 37/35 usd/bar; a fine mese ci sarà un nuovo vertice tra paesi Opec ma non si andrà per cercare un accordo che limiti la produzione. Il rame continua a scambiare all’interno di un bear market. L’economia globale sta nuovamente rallentando.
A nostro avviso ne beneficeranno ancora i corsi obbligazionari, anche se può sembrare assurdo acquistare bond con duration elevate a questi prezzi: pensiamo che ci sia ancora del valore residuo su cui operare.
Pensiamo che il 10 anni USA possa scivolare sotto i minimi di luglio e puntare verso area 1,10%. L’indice S&P500 potrebbe favorire questo movimento con una flessione che al momento rimane correttiva, almeno fintantoché gli algo-trader non rilevino violazioni di area 2100.
Sarà estremamente interessante verificare il comportamento dei mercati qualora si apra un’azione correttiva a Wall Street. Difficilmente sarebbero in grado di reggere e sostenere i recuperi delle ultime settimane, benché in alcuni casi le valutazioni siano appetibili.
Di Wlademir Biasia
WBAdvisors
Autore: ItForum Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online