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Wall Street resta al palo all'indomani della Fed

Wall Street resta al palo all'indomani della Fed

La seduta odierna non dovrebbe riservare particolari sorprese almeno in avvio per la piazza azionaria americana. I futures sui principali indici mostrano variazioni percentuali contenute, con il contratto sull'S&P500 che viaggia in frazionale calo dello 0,01%, seguito da quello sul Nasdaq100 che scende dello 0,06%. Gli investitori non si sbilanciano all'indomani della Fed che ha sorpreso con la previsione di un percorso al rialzo dei tassi di interesse più aggressivo del previsto.

Dal fronte macro sono arrivate numerose indicazioni a partire dalle nuove richieste di sussidi di disoccupazione che nell'ultima settimana sono state pari a 254mila unità, in calo di 4mila unità rispetto alla lettura precedente. L'indicazione odierna si è rivelata migliore delle attese che puntavano ad una rilevazione pari a 256mila unità.

Decisamente sopra le attese l'indice New York Empire State Manufacturing che a dicembre si è attestato a 9 punti, con un balzo in avanti rispetto all'indicazione precedente fermatasi a 1,5 punti. Il dato ha battuto nettamente le attese degli analisti che stimavano un rialzo meno marcato a 3 punti.

Molto bene l'indice Philadelphia Fed che a dicembre è balzato a 21,5 punti, in forte rialzo rispetto alla lettura precedente fermatasi a 7,6 euro. Superate ampiamente le previsioni degli analisti che avevano scommesso su un rialzo più contenuto a 9 punti.

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Nessuna sorpresa dall'inflazione che a novembre ha evidenziato una variazione positiva dello 0,2%, in frenata rispetto alo 0,4% di ottobre, ma in linea con le attese. Anche la versione "core", depurata cioè delle componenti più volatili quali alimentari ed energia, è salita dello 0,2% dallo 0,1% del mese precedente, centrando anche in questo caso le previsioni del mercato.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) terzo trimestre la bilancia delle partire correnti ha evidenziato un deficit pari a 112,96 miliardi di dollari, in contrazione rispetto alla lettura del secondo trimestre rivista da 119,89 a 118,27 miliardi. Il dato odierno ha deluso le stime del mercato che si aspettava un rosso pari a 111,6 miliardi di dollari.

Per oggi è ancora atteso il dato preliminare dell'indice PMI manifatturiero di dicembre, mentre l'indice Nahb a dicembre dovrebbe rimanere invariato a 63 punti.

Intanto sul fronte valutario il dollaro continua a salire nei confronti dello yen pur avendo ritracciato dai massimi della mattinata, presentandosi ora poco oltre quota 117,7, ma il biglietto verde guadagna terreno anche rispetto all'euro che scende in area 1,0435.
Arretra ancora il petrolio che dopo il netto calo di ieri continua a perdere terreno raggiungendo quota 50 dollari al barile e le vendite colpiscono anche l'oro che rompe al ribasso la soglia dei 1.132 dollari l'oncia.

Tra i vari titoli segnaliamo General Mills (NYSE: GIS - notizie) dopo che RBC Capital Market ha peggiorato il giudizio sul titolo da "outperform" a "market perform", con un prezzo obiettivo ridotto da 73 a 69 dollari.

Sotto i riflettori anche Eli Lilly che per il 2017 ha fornito un outlook superiore alle attese visto che il gruppo si aspetta un utile per azione tra 4,05 e 4,15 dollari, al di sopra dei 3,96 del consensus, mentre i ricavi sono attesi tra 21,8 e 22,3 miliardi di dollari, da confrontare con i 21,7 miliardi su cui scommette la comunità finanziaria.

Da segnalare dopo la chiusura di Wall Street i risultati degli ultimi tre mesi di Adobe Systems (Swiss: ADBE.SW - notizie) e di Oracle (NYSE: ORCL - notizie) che dovrebbero consegnare un utile per azione pari rispettivamente a 0,86 e a 0,61 dollari.

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