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Wall Street resta al palo dopo il dato sul PIL

Wall Street resta al palo dopo il dato sul PIL

Quest'ultima seduta della settimana non dovrebbe riservare particolari sorprese almeno in avvio per la piazza azionaria americana. I futures sui principali indici viaggiano in maniera contrastata e vedono il contratto sull'S&P500 in frazionale rialzo dello 0,03%, seguito da quello sul Nasdaq100 che cala dello 0,09%.

Dal fronte macro sono arrivate indicazioni inferiori alle attese per il dato preliminare del PIL del primo trimestre che ha evidenziato una variazione positiva dello 0,7%, in frenata rispetto alla versione definitiva del quarto trimestre del 2016, pari al 2,1%. L'indicazione odierna ha deluso le attese del mercato che si era preparato ad un rialzo dell'1,1%.

E' cresciuto oltre le attese invece il costo dell'occupazione che nel primo trimestre ha riportato un rialzo dello 0,8%, in progresso rispetto allo 0,5% dei tre mesi precedenti. Il dato ha battuto le attese del mercato che puntava ad un incremento meno marcato dello 0,6%.

Il mercato attende di conoscere altri aggiornamenti macro che saranno diffusi dopo l'avvio degli scambi. Si tratta dell'indice Chicago PMI di aprile che dovrebbe scendere da 57,7 a 54,5 punti, mentre il dato finale della fiducia Michigan di aprile è atteso a 97,5 punti, in frenata rispetto ai 98 punti dell'indicazione preliminare, ma in crescita in confronto ai 96,9 della versione definitiva di marzo.
Da segnalare un discorso di Patrick Harker, presidente della Fed di Filadelfia.

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Sul fronte valutario intanto il dollaro si rafforza nuovamente rispetto allo yen passando di mano a quota 111,6, mentre il biglietto verde arretra nei confronti dell'euro che sale poco oltre area 1,091.
In recupero il petrolio che dopo la flessione di ieri si riporta in area 49,5 dollari al barile e qualche acquisto torna anche sull'oro che sale in direzione dei 1.266 dollari l'oncia.

Tra i vari titoli da seguire General Motors (NYSE: GM - notizie) che nel primo trimestre ha riportato un utile netto in rialzo del 33,5% a 2,6 miliardi di dollari, con un risultato per azione pari a 1,7 dollari, al di sopra degli 1,46 messi in conto dal mercato, mentre i ricavi sono aumentati del 10,6% a 41,2 miliardi di dollari.

Sempre in tema di risultati societari Intel (Euronext: INCO.NX - notizie) ha archiviato i primi tre mesi dell'anno con un utile netto in rialzo da 2 a 3 miliardi di dollari, riportando un risultato per azione pari a 0,61 dollari, ma al netto delle voci straordinarie il dato sale a 0,66 dollari, appena sopra i 65 cents previsti dagli analisti.
I ricavi sono aumentati del 7% a 14,8 miliardi di dollari, sostanzialmente in linea con le stime.
Il gruppo ha migliorato le previsioni sui ricavi dell'intero 2017 che dovrebbero attestarsi ora tra i 13,9 e i 14,9 miliardi di dollari, contro i 14,3 miliardi del consensus.

Sotto i riflettori anche Microsoft (Euronext: MSF.NX - notizie) che nel terzo trimestre ha conseguito un utile netto in salita da 3,76 a 4,8 miliardi di dollari, con un risultato per azione pari a 0,73 dollari, al di sopra dei 70 cents attesi. I ricavi sono cresciuti dell'8% a 22,09 miliardi di dollari, al di sotto però dei 23,6 miliardi messi in conto dagli analisti.

Buone notizie da Amazon.com (NasdaqGS: AMZN - notizie) che nei primi tre mesi dell'anno ha visto l'utile netto aumentate da 513 a 724 milioni di dollari, con un risultato per azione pari a 1,48 dollari, ben oltre gli 1,08 del consensus. I ricavi sono saliti del 23% a 35,71 miliardi di dollari, poco oltre i 35,3 miliardi su cui aveva scommesso la comunità finanziaria.
Per il trimestre in corso Amazon.com prevede ricavi compresi tra 35,25 e 27,75 miliardi di dollari, da confrontare con i 37 miliardi su cui puntano gli analisti.

Infine, da seguire Alphabet (Xetra: ABEA.DE - notizie) , la società a cui fa capo Google, che nel primo trimestre ha conseguito un utile netto in rialzo da 4,21 a 5,43 miliardi di dollari, con un utile per azione parti a 7,73 dollari, al di sopra dei 7,38 dollari attesi dal mercato. I ricavi sono cresciuti del 22% a 24,75 miliardi di dollari.

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