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A Wall Street si rivedono gli orsi. Sarà decisiva la FED?

Mentre prosegue l’ondata di vendite che sta coinvolgendo i mercati azionari globali, sono in molti a a chiedersi se la pesante battura d'arresto registrata nell’ultima seduta dell’ottava scorsa è un segnale di una nuova fase ribassista.

Il brutto venerdì

È ancora presto per dire se la brutta giornata di venerdì, con ripercussioni oggi, dica qualcosa di concreto sulla direzione che Wall Street prenderà nei prossimi giorni. Ma il fatto che la fase di sell-off abbia coinvolto tanto i titoli azionari che le commodities accende un campanello d’allarme tra gli investitori.

Dopo un’estate di record, il Dow Jones ha lasciato venerdì scorso sul terreno ben 400 punti in una sola sessione - il peggior risultato dal 24 giugno, all’indomani del voto sulla Brexit - e la rottura dei supporti di breve periodo porta adesso gli analisti a chiedersi se la scivolata partita venerdì sia da considerare solo una correzione fisiologica dopo i test dei massimi storici o l’avvio di una fase bearish ancora tutta da decifrare.

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Le cause

Il fattore che più di ogni altro sembra aver messo in agitazione i mercati globali, a cominciare dalla piazza di Wall Street, è l’accelerazione impressa la settimana scorsa sul tema del rialzo dei tassi USA da Eric Rosengren, che ha riacceso i fari sul tema a dieci giorni dalla riunione della Federal Reserve.

Il presidente della Fed di Boston ha paventato il pericolo che un rimando ulteriore del rialzo dei tassi possa fare entrare l’economia USA in una fase di overheating. E ha inoltre sottolineato l’importanza che un graduale ritocco dei tassi riveste in vista del mantenimento degli attuali target sull’occupazione statunitense.

Wall Street teme la fine dell'epoca del denaro facile

Le dichiarazioni di Rosengren hanno rimesso in luce, se ce ne fosse bisogno, qualcosa che era già chiaro a molti da qualche tempo: potrebbe essere giunta al capolinea l’era del denaro facile, che è stata il catalizzatore principale di una lunga fase bullish dei principali indici USA.

A ciò è da aggiungere anche una certa sorpresa per il basso profilo tenuto da Mario Draghi nella riunione BCE (Toronto: BCE.TO - notizie) di giovedì: i mercati hanno guardato con un certo sospetto la mossa attendista della Banca Centrale Europea, che ha messo a freno le speculazioni di chi aspettava che Draghi si sbilanciasse di più sulle modifiche a tempi e modalità del piano di QE.

Attesa per le dichiarazioni da area FED oggi

La riunione della Fed è in calendario per il 21-22 settembre. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) frattempo, gli occhi degli investitori saranno puntati sulla messe di nuovi dati economici che saranno diffusi da qui a quella data. Ma soprattutto sui segnali che verranno dai banchieri federali che saranno chiamati a decidere a fine mese.

E interventi dei protagonisti del board FED sono in calendario già oggi. Nel pomeriggio parleranno in pubblico Dennis Lockhart e Neel Kashkari, presidenti dell’istituto rispettivamente di Atlanta (BSE: 532759.BO - notizie) e di Minneapolis.

Ma l’appuntamento più atteso oggi pomeriggio è quello che vedrà protagonista Lael Brainard.

Brainard, annoverata tra le colombe all’interno del board, è considerata tra coloro che più hanno frenato nell'ultimo anno sul ritocco in su dei tassi. E sono in molti ora a pensare che se proprio da lei dovesse arrivare qualche segnale in direzione contraria nel discorso di oggi, la fase di volatilità cominciata venerdì sarebbe destinata a crescere.

Gli orsi prendono campo

E un prossimo ulteriore scivolamento viene in queste ore considerato da molti esperti un’ipotesi più che plausibile. L’agenzia Bloomberg riporta l’opinione di Niv Dagan, di Peak Asset Management LLC. “Ci aspettiamo ulteriori ribassi nel breve”, ha dichiarato l’analista, secondo cui “le banche centrali sono riluttanti ad aggiungere nuovi stimoli e ciò sta producendo forti preoccupazioni.”

In una nota pubblicata questa mattina, Rebecca O’Keeffe, analista di Interactive Investor, fa notare come, fino ad ora, “ogni segnale di debolezza sia stato immediatamente seguito da un’ondata di liquidità immessa sul mercato. Tuttavia adesso, secondo l’esperta, “la portata delle preoccupazioni — in particolare quelle relative al sostegno della banca centrale — rende molto più difficile per gli investitori ignorare il nuovo trend ribassista e vederlo come un’opportunità piuttosto che come una minaccia.”

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