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Wall Street al test della Brexit

«Grande è la confusione sotto il cielo di New York», avrebbe sospirato Mao Tse Tung. E avrebbe aggiunto: «perciò la situazione è favorevole». Non ce ne voglia il vecchio leader cinese e i suoi seguaci ma incertezza e confusione non sempre precedono serenità e benessere, almeno in borsa. Perlomeno, non su quella americana.

A Wall Street da tempo il mercato esita a prendere con decisione una direzione. Farebbe a tutti piacere vedere finalmente frantumato il massimo di tredici mesi fa a 2131 punti; ci siamo andati molto vicini di recente, ma di fatto siamo ancora sotto resistenza.

Ora, il voto inglese che sancirà l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea certamente crea un’incognita in più sulla capacità del listino di procedere verso i territori inesplorati di nuovi massimi storici.

Tuttavia, l’aspetto curioso che si può notare è la sistematicità con cui le chiusure giornaliere recenti sono state ravvicinate fra loro: gli investitori non si spingono in territori nuovi, così da una seduta all’altra la variazione, in valore assoluto, resta marginale.

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Nelle ultime 20 sedute sono ben 16 i casi di variazione giornaliera in valore assoluto non superiore al mezzo punto percentuale. Non si tratta certamente di un primato, ma l’ultimo precedente risale alla fine del 2014, quando la Fed aveva appena completato il tapering.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) complesso si rileva facilmente come un grappolo di sedute irrilevanti in termini di saldo finale, tenda a registrarsi alla fine dei rialzi prolungati: non coincidono con il top, che interviene poco dopo, ma in definitiva l’incertezza segnala il momento in cui diventa ragionevole disimpegnarsi dal listino azionario e adottare strategie più conservative.

Probabilmente questo discorso salterebbe se il mercato riuscisse a far saltare un “tappo” che va da 2085 a 2150 punti. Ma, in assenza di un “aiutino” sotto forma di maggiore liquidità (si sente la mancanza del QE, eh?), e di una convincente ripartenza a livello micro (profitti aziendali) e macro (PIL), la possibilità di sfondare le resistenze va presa con beneficio di inventario.

Autore: Gaetano Evangelista Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online