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Wall Street sulla via del rimbalzo in avvio di settimana

Wall Street sulla via del rimbalzo in avvio di settimana

La chiusura negativa di venerdì scorso pare destinata a lasciare il posto ad un pronto ritorno degli acquisti sulle Borse americane. I futures sui principali indici viaggiano tutti in salita e vedono il contratto sull'S&P500 in progresso dello 0,41%, seguito da quello sul Nasdaq100 che si apprezza dello 0,3%.

Per oggi sul fronte macro è previsto un solo aggiornamento di rilievo, mezz'ora dopo l'avvio degli scambi, e si tratta dell'indice NAHB che a settembre dovrebbe attestarsi a 60 punti, in linea con la lettura precedente.

L'attenzione continua ad essere rivolta alla Fed, visto che domani avrà inizio la riunione di politica monetaria che si concluderà il giorno dopo con l'annuncio sui tassi di interesse, destinati a rimanere fermi nel range 0,25%-0,5%.

Intanto sul fronte valutario il dollaro innesta la retromarcia nei confronti dello yen passando di mano in area 101,7, e il biglietto verde arretra anche rispetto all'euro che sale a 1,116.
In rialzo il petrolio che si spinge al di sopra dei 43,5 dollari al barile, ma guadagna terreno anche l'oro che sale in direzione dei 1.313 dollari l'oncia.

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Tra i vari titoli da seguire Wells Fargo (Hannover: NWT.HA - notizie) dopo che R.W.Baird ha migliorato il giudizio sul titolo da neutral ad outperform.
Uno sguardo anche a Viacom (NasdaqGS: VIAB - notizie) che dovrebbe risentire oggi della bocciatura arrivata da Stifel Nicolaus, con una revisione del rating da "buy" a "hold".

Infine segnaliamo McDonald's che dopo Apple (NasdaqGS: AAPL - notizie) potrebbe finire nel mirino dell'Unione europea. Stando a quanto riportato dal Financial Times, l'Antitrust europeo si appresterebbe a chiedere 500 milioni di dollari di tasse arretrate al colosso dei fast-food per via di imposte non pagate nel Lussemburgo.

Qui a partire dal 2009 McDonald's avrebbe pagato un'aliquota media dell'1,49% su circa un 1,8 miliardi di profitti realizzati, a fronte di quella standard per le imprese pari al 29,2%.
Il gruppo americano ha risposto allo stesso modo di Apple, dichiarando di aver pagato le tasse dovute e di non aver ricevuto alcun trattamento di favore.

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