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Anche WhatsApp (e il suo aggioramento) nel mirino dell'Ue

L'Unione Europea ha deciso di mettere sotto osservazione i grandi del Web? Certo è che, adesso, le maglie dei controlli si fanno sempre più strette.

Whatsapp e il suo aggiornamento

Ieri la notizia di una multa inflitta dall'Unione Europea ad Apple (NasdaqGS: AAPL - notizie) per pratiche fiscali scorrette, oggi invece, ad essere messa sotto osservazione è WhatsApp l'applicazione di messaggistica istantanea gratuita. Nello specifico sarebbe all'analisi dell'Ue e delle diverse commissioni nazionali (Commission Nationale de l'Informatique et des Libertés e l'Information Commissioner’s Office) il suo ultimo aggiornamento che permetterebbe la condivisione del numero di telefono dell'utente con Facebook (NasdaqGS: FB - notizie) , azienda che 2 anni fa riuscì a mettere le mani sulla già famosa applicazione.

Ma l’annuncio che è recentemente comparso sulle schermate degli utenti e che perette il passaggio dei propri dati da una piattaforma all'altra, ha fatto drizzare le antenne anche alle autorità italiane con il Garante della Privacy pronto ad intervenire in coordinamento con il resto dei colleghi europei sullo sfondo di una strategia comune. Chi invece ha già messo mano ai provvedimenti sono state le autorità Usa che parlano già di violazione degli accordi commerciali sottoscritti dagli utenti in particolare quel divieto di divulgazione che a suo tempo, come detto, venne confermato e che oggi a quanto pare non è che carta straccia. In realtà da Facebook si difendono facendo sapere che il loro intento è quello di preservare la sicurezza dei movimenti degli utenti: annunci personalizzati si potrebbero trasformare in messaggi di allerta qualora ci fosse il sospetto di movimenti inusuali sui vari account oppure l'uso fraudolento dei cellulari.

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I dubbi degli utenti

Ma in pochi credono alla versione ufficiale. Lo scopo dell'operazione è prettamente commerciale: inserzioni per una fetta di utenti, oltre un miliardo, che non sempre ha anche Facebook. Per quanto da entrambe le parti si sia immediatamente sottolineato l'opportunità della protezione di dati sensibili e soprattutto il fatto che la condivisione non sarebbe obbligatoria: stando alle opzioni dell'aggiornamento, infatti, è possibile rifiutare la condivisione dei contatti senza che ciò possa creare conseguenze di sorta. Una mossa che in pochi hanno fatto datasi l'abitudine di dare il nulla osta in automatico ad ogni nuovo aggiornamento. Anche per questo motivo da più parti si sono sollevate proteste soprattutto visto che il miliardo di utenti di Whatsapp apprezzava non solo la gratuità dell'app in sé ma anche (e soprattutto) l'assenza di pubblicità. Una discrezione che era stata assicurata anche nel momento in cui Facebook acquistò l'app per circa 19 miliardi di dollari.

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