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Windows 7 va in pensione, ecco cosa accade

Windows 7 è stato lanciato il 22 luglio 2009 (Getty)
Windows 7 è stato lanciato il 22 luglio 2009 (Getty)

Dal 14 gennaio 2020 terminerà qualsiasi supporto da parte di Microsoft e Windows 7 andrà ufficialmente in pensione. Il sistema operativo, lanciato il 22 luglio 2009, resta ancora oggi diffusissimo. Cosa succede adesso che Microsoft non rilascerà più aggiornamenti?

L’iter del supporto

Lo stop al supporto di Windows 7 è una notizia nota fin dal lancio di questa versione. Di base, la vita di ogni Windows è contraddistinta da due date irrinunciabili. La prima è la fine del mainstream support, la seconda è la fine del extended support. Per semplificare, il supporto mainstream è la fase più lunga della vita di ogni Windows, ed è quella in cui Microsoft provvede non solo allo sviluppo di aggiornamenti dedicati alla sicurezza del sistema, ma anche all’inserimento di nuove funzioni.

La seconda fase

Quando inizia la fase del supporto “extended”, Microsoft pensa solo agli aggiornamenti legati alla sicurezza. E nel caso di Windows 7 durerà fino al 14 gennaio 2020. Da questo momento chi non ha ancora aggiornato il sistema operativo, continuando ad utilizzare Windows 7, può andare incontro a qualche problema.

La diffusione

Nonostante abbia ormai qualche anno di troppo, Windows 7 è attualmente il secondo sistema operativo più diffuso al mondo. Solo da poco è stato superato dal più attuale Windows 10. Al momento, nel mondo, circa il 37,19 per cento dei computer utilizza Windows 7. Un’enormità.

Il problema della sicurezza

Dopo il 14 gennaio 2020 Microsoft non interverrà più con aggiornamenti relativi alla sicurezza: gli utenti che continueranno ad utilizzare Windows 7 saranno in balia della criminalità informatica.

E quelli con l’hardware

Hacker a parte, non aggiornare il sistema operativo crea anche problemi con diversi componenti hardware. I processori Intel di settima generazione (i “Kaby Lake”) esigono che si aggiorni il sistema operativo all’ultima versione, per via di una politica introdotta da Microsoft nel 2016.

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