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Woody Allen racconta la sua verità sugli abusi alla figlia

(Getty Images)
(Getty Images)

Lo stile è sempre quello di Woody Allen. Ironico e disincantato anche nel ripercorrere la sua vita. E' uscita in tutto il mondo in formato digitale, in Italia edita da "La nave di Teseo" (la versione cartacea dal 9 aprile), la sua autobiografia "A proposito di niente".

Le accuse di molestie

Il primo editore negli Stati Uniti, Hachette, aveva rinunciato alla pubblicazione dopo le proteste dei suoi dipendenti, per le accuse di molestie che hanno travolto il regista ma poi un nuovo gruppo, Arcade Publishing, ha scelto di mandarla in stampa.

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La versione di Woody

Nelle 400 pagine del libro, Allen racconta la sua vita dall'infanzia a Brooklyn fino al successo mondiale dei suoi film, con aneddoti e battute. Ma non tralascia le delicate questioni personali che gli sono costate la condanna del movimento "Me too" e non solo, ovvero i presunti abusi sulla figlia adottiva Dylan. Su quel famoso pomeriggio del 1992 in cui l'avrebbe portata in soffitta per molestarla, racconta la sua versione, ovvero che si trovava in una stanza piena di persone e "per un attimo posso avere appoggiato la testa in grembo a Dylan", scrive. "Nulla di inopportuno", sottolinea ma, complici le manipolazioni di una madre "vendicativa", Mia Farrow, “la testa in grembo con il tempo si sarebbe trasformata nelle molestie in soffitta”. Parole destinate a sollevare nuove polemiche.

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