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Zerocalcare: "La polemica sul romanesco è ridicola"

Italian cartoonist and director Michele Rech (Zerocalcare) at Rome Film Fest 2021. Strappare lungo i bordi Red carpet. Rome (Italy), October 18th, 2021 (Photo by Rocco Spaziani/Archivio Spaziani/Mondadori Portfolio via Getty Images) (Photo: Mondadori Portfolio via Getty Images)
Italian cartoonist and director Michele Rech (Zerocalcare) at Rome Film Fest 2021. Strappare lungo i bordi Red carpet. Rome (Italy), October 18th, 2021 (Photo by Rocco Spaziani/Archivio Spaziani/Mondadori Portfolio via Getty Images) (Photo: Mondadori Portfolio via Getty Images)

“Da quando è uscita la serie la mia vita è diventata così invivibile che o trovo una centratura, oppure non mi va di stare ingolfato nelle polemiche”. A parlare è Michele Rech, 37 anni, in arte Zerocalcare, rispondendo in un’intervista a Il Messaggero alla domanda su una eventuale seconda stagione di Strappare lungo i bordi, la sua serie tv che è la più vista di Netflix. “Non c’è niente al mondo che mi costringa a farlo. Sta a me. Ma se trovo un modo per sopravvivere la faccio”.

Le polemiche cui fa riferimento Zero sono quelle sul romanesco. Lui, che come ricorda nell’intervista, vive a Rebibbia, nella periferia di Roma, reputa “fuori dal mondo” le critiche che gli sono state mosse per aver fatto parlare tutti i suoi personaggi, e lui stesso, in “romanesco”.

La serie la si può criticare per mille motivi: può essere brutta, può essere che la mia recitazione sia inadeguata. Ma la questione del romanesco è ridicola, non vale nemmeno la pena di discuterla. Chiunque sia capace di andare a fare la spesa da solo è in grado di capire Strappare lungo i bordi. Le altre persone o sono in malafede, o hanno un bisogno di un pretesto per andare sui giornali.

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Una risposta che l’autore ha già twittato più volte da quando la serie è uscita e che ripete anche sotto l’etichetta che gli è stata attribuita di “ultimo intellettuale d’Italia”.

Non è un titolo di cui mi vanto e non mi ci riconosco assolutamente. Appena l’ho saputo ho pensato: mo’ mi rovinano. E infatti sono arrivati gli haters.

Gli si chiede se ora, dopo l’enorme successo della serie tv e anche dell’ultimo libro, che appena uscito già provoca lunghe file per essere ritirato, guadagni come Chiara Ferragni. Risponde: “Spero per lei di no”, senza sentire di dover dare giustificazioni, così come sulla questione della scuola francese, che ha frequentato pur abitando a Rebibbia dalla sua infanzia.

Sono francese e quindi ho fatto la scuola francese. Rebibbia poi non è il ghetto. E io non mi sono mai dipinto come uno del ghetto. Non vedo perché mi debba giustificare.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.